A.S.D.

JU JITSU - DIFESA PERSONALE - DIFESA ANTISTUPRO - FIGHTING SYSTEM

JU JITSU

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S T O R I A__D E L__J U__J I T S U

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II Ju Jitsu (pronuncia: giu gizzu) è la più antica delle arti marziali giapponesi codificata; il termine significa letteralmente Dolce Arte (Ju: Dolce; Jitsu: Arte). Esso costituiva, assieme ad altre arti, il bagaglio professionale delle caste guerriere giapponesi, la più nota delle quali era quella dei Samurai. Ogni clan o famiglia allargata di questi guerrieri aveva il proprio metodo o Ryu (scuola) e lo teneva gelosamente segreto in quanto la conoscenza delle tecniche, affinate nel tempo e sul campo di battaglia, costituiva gran parte del potere contrattuale del clan nei confronti dei Daymyo (signorotti locali) che ne richiedevano i servigi per costituzione di eserciti personali. In una società rigidamente organizzata in caste, quale quella feudale giapponese, ed in una realtà dove i conflitti tra le diverse famiglie nobiliari erano cosa di tutti i giorni, le caste guerriere occupavano una buona posizione nella scala sociale e godevano, normalmente, di un buon tenore di vita. Contrariamente alla iconografia classica. assegnata dall'immaginario collettivo alle doti morali dei Samurai essi sono da considerarsi alla stregua dei moderni mercenari che fanno della loro abilità di combattenti il loro mezzo di guadagno. Gli orgogliosi guerrieri orientali rispondevano, però, ad una serie di norme morali e comportamentali rappresentate dal Bushido (la Via del Guerriero) e la cui rigida osservanza costituiva per i Samurai indifferibile obbligo morale. Nella seconda metà dell '800 la società giapponese venne scossa dalla occupazione di fatto che la Marina Militare Americana operò su buona parte delle coste giapponesi allo scopo di proteggere le rotte commerciali che interessavano direttamente gli Stati Uniti. Pur non essendoci una vera e propria guerra tra i due Paesi lo strapotere degli armamenti occidentali e, successivamente, lo stesso atteggiamento delle super potenze coloniali dell'epoca, Inghilterra in primo luogo, si tradusse da controllo delle rotte e difesa delle navi mercantili a vero e proprio controllo politico sul popolo giapponese; popolo orgoglioso, ostile e spesso aggressivo nei confronti degli occupanti irrispettosi delle norme comportamentali vigenti nella società giapponese. Da qui la proibizione, attraverso una ordinanza, al porto delle armi; utile dire che le armi rappresentavano, per i guerrieri, l'ostentazione del proprio essere Samurai e del grado che rivestivano. Inoltre, le armi rappresentavano, ancora, gli strumenti del mestiere nonché il primario mezzo di sostentamento. Molti Samurai, quindi, costretti da esigenze economiche e non volendo soggiacere ad ordini non condivisi, si dettero al brigantaggio. Altri, invece, decisero di aprire i loro Ryu a coloro che non erano Samurai; fatto mai avvenuto prima. Ma il Ju Jitsu, nelle sue diverse espressioni, ognuna caratteristica di una differente scuola, era un mezzo per uccidere e non poteva essere insegnato ai rampolli delle famiglie che, nel nuovo ordine economico della società giapponese, potevano permettersi il lusso rappresentato da un insegnante Samurai. Quindi, molti di questi insegnanti presero ad elaborare sistemi di proposizione dell'arte marziale che, depurati dallo scopo omicida per cui erano nate, potessero essere utilizzati per l'educazione dei giovani. Nascono, così, come metodi educativi il Judo, il Kendo, l'Aikido, il Karate Do; la desinenza Do (Via) li identifica, appunto, quali sistemi per l'educazione psico fisica. Essi rappresentano comunque delle parti del Ju Jitsu , delle specializzazioni su puntì tematici. Ad esempio, il Judo si specializza nella lotta corpo a corpo mentre il Kendo si specializza nell'uso delle armi. Il Ju Jitsu rimane, quindi, l'unico sistema globale di combattimento prevedendo il confronto a mani nude o con armi da percussione o da taglio in qualsiasi distanza o dimensione del confronto. Oggi, la pratica del Ju Jitsu rappresenta, per i praticanti di diverse arti, una dimensione culturale, un recupero delle origini di sistemi di combattimento che hanno avuto grande importanza, anche sotto il profilo della definizione delle modalità comportamentali, in una società di grande fascinazione culturale quale quella giapponese. Rappresenta, inoltre, un metodo di difesa personale il cui studio è apprezzato ed utilizzato nell'addestramento di corpi di polizia di tutto il mondo. La pratica del Ju Jitsu può essere, quindi, rispondente ad un bisogno culturale di conoscenza dell'origine delle arti marziali moderne e ad un bisogno di sicurezza proprio della nostra società ipercompetitiva. La conoscenza delle tecniche da combattimento conferisce, infatti, al praticante sicurezza nel gesto e nella parola; ed un atteggiamento sicuro costituisce, di per sé, deterrente all'aggressività altrui ed a quella propria.


fonte: Go Bushi

 

2012 BUDOGYM