LA STRANA BOLLA


MOTORE SINCRONO TOROIDALE

Le applicazioni che fanno uso di nuclei toroidali sfruttano la caratteristica di avere un flusso magnetico disperso quasi nullo. Questo permette, per esempio, di progettare trasformatori di rete con una efficienza particolarmente alta. Lo stesso vale anche per le alte frequenze, purchè si usi un materiale magnetico adeguato alla frequenze di lavoro.

Quindi potrebbe sembrare un controsenso utilizzare un semplice nucleo toroidale per la costruzione di uno statore per un motore sincrono dal momento che il flusso magnetico rimarebbe interamente all'interno del nucleo rendendo vano qualsiasi tentativo di interagire con campi magnetici esterni che nel caso di un motore elettrico sarebbe il rotore. In effetti questa caratteristica di alta efficienza è utilizzata per avere un flusso magnetico disperso particolarmente elevato collegando tra di loro in modo sfasato i vari avvolgimenti messi sul nucleo toroidale. A scopo sperimentale si è costruito uno statore con 4 avvolgimenti tutti uguali costituiti ciascuno di 30 spire di filo smaltato, diametro 0,15mm.





Sarebbe stato meglio aggiungere più spire ma avvolgere manualmente del filo su un piccolo nucleo toroidale è oltremodo tedioso e alla trentesima spira ho pensato che ne avevo abbastanza. Il nucleo, di ferrite, dal diametro esterno di 18,5mm è stato ricuperato da un alimentatore switching in disuso. Il materiale non è certo ideale per un funzionamento a 50Hz o 60Hz, molto meglio sarebbe stato un nucleo di ferro laminato del tipo usato nei trasformatori ma non è affatto facile reperirlo della misura giusta. Ho pensato di compensare queste lacune sul numero delle spire e il materiale poco adatto per lo statore utilizzando, per il rotore, dei piccoli ma potenti magneti al neodimio che avevo disponibili.

Gli avvolgimenti  deve essere in numero pari per un'alimentazione monofase, quindi possono essere 2, 4, 6, ecc. e vanno collegati  in modo tale che i poli uguali siano sempre insieme, quindi il sud di un avvolgimento con il sud dell'avvolgimento seguente e così via. In questo modo il flusso magnetico tende a fuoriuscire dal nucleo in maniera consistente e interagire con i magneti del rotore che devono essere in numero pari agli avvolgimenti dello statore: 4 in questo caso.

I motori sincroni non partono da soli ad eccezione di quelli di bassissima potenza e inerzia trascurabile e si ricorre quindi a diversi accorgimenti. Nel nostro caso, per avere un disegno meccanico il più semplice possibile, si è fatto uso di un circuito esterno che pilota sia le semionde positive che negative in base alla posizione reciproca tra gli avvolgimenti, magneti e sensore.






In linea di massima, allineando tutti su una stessa linea si ha sempre la partenza in una ben determinata direzione. Spostando il sensore sull'avvolgimento accanto si ha la partenza nella direzione opposta. Il sensore, che è posto all'esterno del rotore per essere facilmente spostato fino al suo punto ottimale, è stato recuperato, come molte delle altri parti meccaniche, da una ventola per computer. Il circuito può essere adattato a pilotare anche motori di una certa potenza e quello proposto vale solo come principio. La velocità è di 12,5 giri al secondo quando è agganciato (in sincrono) con la frequenza di rete se questa è a 50Hz. Un eccesso di carico tende a far perdere il sincronismo ma il circuito elettronico prova sempre a ripristinare, entro certi limiti, la velocità di rotazione giusta, inoltre si può variare la velocità stessa semplicemente cambiando la posizione del sensore rispetto al punto ottimale. La costruzione è tutto sommato semplice se paragonata agli altri tipi di motore elettrico e non presenta nessuna resistenza alla rotazione poichè le forze magnetiche all'interno del motore sono sempre bilanciate e contrapposte grazie proprio allo statore toroidale e l'unica resistenza deriva dal carico esterno. Altri motori con statore toroidale proposti nel passato avevano sempre delle fessure o sporgenze che ne complicavano il disegno e lo rendevano più costoso. Con piccole modifiche al circuito è possibile anche il funzionamento in corrente continua.










Un'altra caratteristica interessante in comune con i motori sincroni, specialmente se si sale di potenza, è che il motore presenta un carico puramente rotating assembyresistivo, 2,9 ohm nel nostro caso, grazie proprio al modo in cui sono collegati gli avvolgimenti. Gli altri dati elettrici sono una tensione misurata ai capi del motore di 1,2Vac e una corrente di 0,41A. Naturalmente, come molte macchine elettriche, può essere usato come generatore. In questo caso entrano in gioco altri fattori e sempre tenendo conto che la costruzione è tutt'altro che ottimizzata si sono ottenuti 0,4Vac a parità di rotazione. Una peculiarità di questo sistema è che il rotore è libero di ruotare  liberamente poichè la distanza tra i magneti del rotore e l'anello è sempre la stessa è non c'è una posizione privilegiata dove fermarsi

L'ultima immagine mostra il motore assemblato e in rotazione. Il rotore è in plastica trasparente e permette di vedere l'interno che torna utile per mettere il sensore, il piccolo integrato nero alla sinistra, nella posizione migliore e sperimentare le varie possibilità offerte da una costruzione di questo tipo.

L'uso di semplici toroidi per ottenere un movimento meccanico ci porta a considerare anche altre applicazioni, alcune delle quali totalmente inedite, che varrebbe la pena di investigare più a fondo.






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