Storia e Folklore Calabrese
di Domenico Caruso



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S.Martino: un paese e un Santo

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11 Novembre: S.Martino un paese e un Santo

Maria SS. della Colomba

Giuseppe Licopoli, reduce di Cefalonia

Bestemmia, lusso e moda

Fondazione di S. Martino

S.Martino: un paese e un Santo

Bestemmia, lusso e moda

fanno perdere il cervello e fan nascere la coda

(Appunti degli anni '20 di Rocco Caruso)


Signori, tutto il mondo è rovinato
e le famiglie tutte in gran tempesta;
non c'è più cuore oggi consolato:
son cose che fan perdere la testa!

Causa prima è la bestemmia orrenda
con lusso, mode e cose stravaganti.
La giustizia divina è assai tremenda;
a passi giganteschi, sempre avanti!

Vecchi canuti, giovani e ragazzi
bestemmian con parole scandalose,
pieni di rabbia, quasi come pazzi
e commettendo azioni vergognose.

I genitori tanti "diavoloni",
sorelle e pur fratelli diavoletti:
le loro azioni sono da birboni,
sempre con dubbi e pieni di sospetti.

I giovanotti con le sigarette,
portando a destra il loro bastoncino
sciupano il tempo dietro le civette,
il resto con le carte a tavolino.

Le signorine ciprie, acque di odori,
con braccia nude e con scollato petto,
han perso ogni contegno, ogni pudore
di sotto quel famoso cappelletto.

E dopo tanto tempo alla toilette,
teatro, strada o conversazione;
non smettono di fare le civette:
oh, che sventura, questa corruzione!

Fanno l'amor con giovani a dozzina,
ed ecco gelosie ed omicidi:
finanche la più bassa contadina
cagione è di disgrazie e pur suicidi.

L'odierna gioventù è rovinata,
colma di vizi e immersa nel dolore,
anche la voce tien semitonata,
coperto il volto per tanto squallore.

Discorsi poco onesti ed atti impuri,
scandali dappertutto, oh che rovina!
Persino le innocenti creature,
disobbedienti senza disciplina.

Indietro, indietro gioventù ritorna,
con gelosia conserva purità:
di questa gran virtù, deh fatti adorna,
almeno abbi di te vera pietà!

Quante famiglie sono amareggiate,
di debiti son colme e d'afflizioni;
son notte e giorno tanto ormai turbate:
sempre bestemmie con imprecazioni!

Prendete, genitori, i miei consigli:
date soltanto il giusto da mangiare,
vestite al naturale i vostri figli,
fateli sempre tanto lavorare.

Non v'affidate al lusso né alla moda,
pensateci, vi prego, seriamente
e per qualcuno che alza la coda,
ci sono bastonate immantinente.

In casa vostra regni religione:
cacciate Satanasso traditore,
se c'è di Dio la benedizione
ritornerà la pace in ogni cuore.

Stando vicini a Dio che santa pace,
regna nel cuore e dentro la coscienza;
serenità celeste nella face,
non fa mancare mai la provvidenza.

Seguire Satanasso, che tempesta!
Ogni progetto viene rovesciato,
si sente in ogni loco: cos'è questo?
Il cuore non si vede consolato.

Si nota la miseria dappertutto,
si leva il grido: che brutta cometa!
Si stenta e si lavora senza frutto,
non è bastante più la dea moneta.

N.B. - Rispolverando le carte di mio padre Rocco Caruso (16/8/1904 - 28/5/2000), risparmiate dall'incuria del tempo mi sono imbattuto - fra l'altro - in suoi ameni appunti giovanili che denotano la mentalità del passato.
In fondo, però, "nihil sub sole novi", sostiene l'Ecclesiaste: dopo quasi un secolo "l'omo è sempre quello" avrebbe detto Trilussa.
Mi sono limitato a rivedere gli scritti ingialliti del mio genitore (la cui figura si può leggere nella sezione "Da libri, giornali e riviste", eliminando i numeri progressivi ed effettuando qualche lieve ritocco ritmico e di lingua, evolutasi negli anni (come "purità" al posto di puritade; "non c'è più cuore oggi consolato", anziché "oggi nessun cuore è consolato"), senza nulla togliere all'idea originale.


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