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Bruno Tonazzi
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Tonazzi Bruno, Le trascrizioni per chitarra della
Ciaccona di J. S. Bach - Il Fronimo n. 5, pagg. 21-23, 1973
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Si possono approvare le esecuzioni
pubbliche sulla chitarra della famosa Chaconne che Johann Sebastian Bach ha composto per
violino solo? A mio avviso, questo interrogativo non può che portare ad una risposta
negativa e senza alcuna esitazione, per cui l'unica versione legittima e musicalmente
ineccepibile è quella originale, proprio nella sua concezione violinistica. Pur
intimamente radicato in questa convinzione, posso però anche comprendere come la
singolare bellezza che si sprigiona dal poderoso capolavoro bachiano abbia potuto
affascinare alcuni chitarristi al punto di indurli ad eseguirlo nei loro recitals. Ma in
queste esecuzioni, e purtroppo quasi di regola, si ha la deludente occasione di dover
constatare che quei concertisti si permettono delle arbitrarie licenze nelle loro poco
ortodosse trascrizioni. Infatti nei loro adattamenti, qua e là, si trovano innestati, in
modo deprecabile, dei "completamenti" al testo originario con armonie e con dei
puntellamenti costituiti da bassi ritenuti sottintesi od intenzionali. Si tratta, insomma,
di arbitrarietà che snaturano il senso e, soprattutto, l'equilibrio della costruzione
bachiana. Bruno Tonazzi
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Il testo continua offrendoci una panoramica
sulle trascrizioni illustri del brano bachiano; le versioni pianistiche di Ferruccio
Busoni e di Robert Schumann e il loro background culturale, la Bach-Renaissance che, dal
1829, anno della pubblica esecuzione della Matthäuspassion, culmina nel Novecento, nel
periodo tra le due guerre mondiali. Tornando alla Ciaccona per violino, Tonazzi evidenzia
che date le limitate possibilità polifoniche dello strumento, non compare nella parte il
basso continuo, tipico di questa forma di danza. E qui l'autore dell'articolo avanza
l'ipotesi che Bach, similmente al violinista e organista Nikolaus Bruhns (1665-1691) possa
aver eseguito la Ciaccona al violino suonando contemporaneamente il basso ostinato alla
pedaliera dell'organo. Tonazzi poi si interroga sulla liceità della trascrizione ed
esecuzione del brano bachiano alla chitarra, non essendoci tra l'altro una versione per
liuto dello stesso, nonostante la tonalità di Re minore ci porti immancabilmente a
pensare alla praticabilità della Ciaccona sul liuto barocco. Viene riportata una frase
relativa alla Ciaccona, estrapolata da una recensione ad un concerto di chitarra scritta
da Massimo Mila: "[
] nella trascrizione il senso della composizione resta
completamente snaturato". L'articolo prosegue con una lettera inviata a Tonazzi da
Marc Pincherle , professore parigino di storia del violino: "[
] Ma, per vari
motivi, è del tutto lecito suonare la Chaconne trascritta per chitarra. Il rigorismo del
Signor Massimo Mila è in flagrante contraddizione con le abitudini del 18° secolo, ed è
meglio non tenerne conto alcuno." La lettera era stata scritta in risposta ad
un'indagine che Tonazzi aveva svolto, dopo aver letto su una rivista musicale italiana un
intervento in cui si dava per certa la primogenitura della versione liutistica del
capolavoro bachiano. Ipotesi scartata dall'evidenza dei fatti anche se ricca di
suggestione. Non si sa mai
Giulio Chiandetti |
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