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Bruno Tonazzi

 

Contributi Un maestro autodidatta

testo di Giuseppe Radole

Giuseppe Radole Apparso sul quotidiano di Trieste IL PICCOLO in data 19.XII.1988

"Lei è di Trieste? Allora conoscerà Tonazzi?". Succedeva sempre così, allorché, girando l'Italia, si incontrava qualche chitarrista. Il nome di Trieste, infatti, nel piccolo mondo di questi musicisti, veniva associato a quello di Bruno Tonazzi che, per le sue ricerche e pubblicazioni nel campo del liuto e della chitarra, era riconosciuto come un personaggio di primo piano.

Nato a Trieste il 15 settembre 1924, si avvicinò alla musica abbordando lo studio del violino, presto però abbandonato per passare alla più modesta chitarra, che egli, mancando nei conservatori di allora una scuola di questo strumento, apprese da autodidatta. Ma i progressi e i risultati dovettero essere veramente eccellenti se, superata la prova di ammissione, fu accolto nel ristretto numero dei postulanti ai corsi di perfezionamento che Segovia teneva all'Accademia Chigiana di Siena. Ruggero Chiesa racconta che egli "osò contestare" quel grandissimo "opponendo negli anni in cui tutto sembrava concesso all'interprete, semplici ma coerenti criteri di fedeltà al testo scritto del compositore. La sua non fu una ribellione al Maestro, che sempre stimò, ma a un certo modo di far musica, che avvertiva come sorpassato. I fatti gli hanno dato ragione". Veramente si stenta a credere che un uomo, piuttosto timido, avesse osato tanto. ma egli era così: "amicus Plato, sed magis amicas veritas".

Negli anni Sessanta diede molti ragguardevoli concerti in Italia e all'estero, con scelte programmatiche nuove, dove, eliminate le pagine salottiere di moda, erano presenti invece le musiche della letteratura sia classica (che egli trascriveva con scrupolosa fedeltà dagli originali) sia moderna. Non per nulla tra le sue numerose pubblicazioni di musicologo spicca la diligentissima ed elegante edizione moderna del manoscritto di Monaco "Libro de intabulatura" (1567) del liutista Giacomo Gorzanis, "cittadino della magnifica città di Trieste". Ma vi figura anche uno studio su "Miguel Llobet chitarrista dell'Impressionismo", che indica la sua curiosa attenzione per quelle fascinose sonorità che hanno ridestato l'interesse dei compositori moderni verso uno strumento decaduto, dopo la metà dell'Ottocento, a rango dilettantesco.

Per arricchire il suo repertorio, con grande intelligenza, seppe sollecitare molti maestri (tra cui non manca Giulio Viozzi) a scrivere per chitarra, consapevole com'era che lo strumento, per rivivere una nuova stagione, aveva assoluta necessità dell'attenzione e del contributo dei compositori viventi.

Nel campo della didattica grande successo ha avuto il suo volume, più volte edito, "Liuto vihuela chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature" (1971), un'opera che va per le mani di tutti i chitarristi e che ha contribuito non poco ad elevarne la cultura generale sulle varie problematiche del loro strumento.

E non è tutto: trascrizioni e pubblicazioni di antiche intavolature, che egli leggeva speditamente; ricerche musicologiche, anche locali come il saggio su "Paganini a Trieste"; apprezzati contributi di articolista, a partire dal 1972, sulle pagine della rivista "Il Fronimo" ("La chitarra a Trieste nella prima metà dell'Ottocento", recensioni, eccetera); diligente insegnamento dal 1962 al Conservatorio "G. Tartini", portando molti allievi al diploma, lo tennero intensamente occupato sino a quando non venne fiaccato da un male che annullò in lui, a poco a poco, qualsiasi voglia di fare. Si spense a Trieste il 9 febbraio 1988.

Il concerto di domani sera [Igor Starc, chitarra - 20 dicembre 1988 - Trieste] vuol essere un atto di omaggio alla memoria di un musicista stimato, che, nel suo campo, con sicura competenza, ha onorato l'arte e la città.

Giuseppe Radole

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