CHE IL PASSATO SIA PASSATO!

 

Secondo le mie convinzioni noi tendiamo a dare troppa importanza a ciò che è stato. 

Cos'è il passato? 

Qualcosa che si è cristallizzato nella nostra memoria e che ora costituisce una pietra che ha un suo volume, un suo peso; una presenza dalla quale è difficile prescindere a causa del ricorrente ricorso che siamo abituati a fare alla memoria. 

Ma la memoria è uno zaino! 

E come si utilizza saggiamente uno zaino?

Mettendoci le cose che servono veramente, e non il superfluo;

prevedendo le cose che potranno venir buone nel corso del viaggio e dando loro priorità, in modo da trovarle agevolmente;

lasciando a casa (anche a malincuore, beninteso!...) gli oggetti che hanno un cattivo rapporto peso/utilità.

La gestione del passato viene troppo spesso confusa con un'idea positiva della memoria: l'esperienza.

Ma date retta a me: spesso l'esperienza fa più male che bene!

Tanto per cominciare, il passato crea la piattaforma ideale per il trancio dei giudizi , occupazione che costituisce una parte ormai considerevole del nostro vivere, ahimé.

Una persona che abbiamo colto in passato nell'atto di affermare una sciocchezza, la prossima volta che parlerà dovrà faticare parecchio perché la nostra memoria negativa apra i suoi artigli soffocanti e permetta alla nostra obiettività di farci un'idea differente di ciò che sta dicendo stavolta.

Un cibo che assaggiato per la prima volta non ci ha entusiasmato, faticherà ad entrare per una seconda tra le nostre fauci, sebbene a parole siamo tutti pronti ad affermare il contrario.

Oltre a ciò, è evidente che la memoria di un fallimento (o di un successo), di un'esperienza  (sia negativa che positiva) o di un vissuto qualunque, costituisce uno scivolo che invoglia a ripetere l'esperienza stessa, se ne conserviamo memoria felice, oppure un blocco a riprovare la medesima strada, qualora il ricordo facesse riaffiorare in noi sensazioni poco piacevoli.