Bruno Brillante
scrittore
SOLSTIZIO D'ESTATE
23 giugno - la notte di San Giovanni
Ed. Cemon-Napoli 2014
(estratto dal libro)
Fin dai tempi più remoti, il cambio di direzione che
il sole compie tra il 21 e il 22 giugno, è visto come un momento
particolare e magico. Questo giorno, detto solstizio d’estate, è il
primo giorno di una nuova stagione ed è associato alla Festa di
San Giovanni Battista, 24 giugno,
giorno della sua nascita. Ciò che accade nella sfera celeste è che il sole,
nel suo moto apparente rispetto alle stelle, occupa in un istante
preciso la posizione più a nord di tutto l’anno, e questo segna
l’inizio dell’estate astronomica. Questa particolare collocazione del sole avviene
sempre tra i 20 e il 22 giugno ed è possibile saperne il momento
esatto: quest’anno (2014) sarà il 21 giugno alle ore 12.51 (ora
italiana). In questo giorno, per un osservatore alle nostre
latitudini, il sole sarà più alto all’orizzonte di tutti gli altri
giorni e questo fa si che questo sia il giorno più lungo dell’anno. Dalle notti successive al Solstizio d’Estate il buio
cresce fino al Solstizio d’Inverno. Pur non corrispondendo esattamente con il giorno del
solstizio, sebbene sia ad esso molto vicino, dalla notte dei tempi è
consuetudine celebrare l’evento solstiziale la notte del 23, la
magica notte di San Giovanni. Così accade anche per il Natale. Sebbene il
solstizio d’inverno cada qualche giorno prima, è la sera del 24
dicembre quella in cui con rituali ormai da secoli legati alla
nascita del Bambino divino si celebra la notte più lunga dell’anno. In questo breve ma intenso arco di tempo, tutte le
piante e le erbe sulla terra vengono influenzate con particolare
forza e potere dalle energie del cosmo. In questo periodo si raccoglievano le piante e le
erbe da usare nelle operazioni magiche. Nella notte tra il 23 e il
24 giugno, si usava bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla
raccolta delle nuove, oltre che mettere in atto diversi tipi di
pratiche per conoscere il futuro, perché, come dice il proverbio: “San
Giovanni non vuole inganni". Numerose erano le erbe cui si attribuivano poteri
miracolosi soprattutto se colte nella magica notte. L’Iperico
(l’erba di San Giovanni per antonomasia), la Lavanda, l’Aglio,
la Verbena, la Mandragora,
il Rosmarino, la
Felce,
la Ruta,
etc. La Festa di San Giovanni è una festa “ solstiziale”
che raccoglie l’eredità pagana di molti misteri campestri. Ci si bagnava nella rugiada del primo mattino,
rugiada che veniva anche raccolta in ampolle e bottiglie in quanto
ritenuta una panacea contro le infiammazioni della pelle. Anche gli armenti venivano bagnati nella rugiada,
facendoli pascolare nei prati all’alba. A Napoli il culto originario subì trasformazioni,
uomini e donne nudi si immergevano cantando nelle acque antistanti
la chiesa di San Giovanni a mare in un bagno purificatore
propiziatorio. La festa si svolgeva nella chiesa di San Giovanni a
Mare che ancora si trova nell’omonima strada nella zona di piazza
mercato a Napoli, vicino a quella più conosciuta dedicata a
Sant’Eligio. Nei tempi antichi il sagrato della chiesa era
lambito dal mare, e la notte del 23 giugno...:
lle ffemmene la sera de san gianne
ievane tutte ‘nchietta a la marina;
allere se ne jeano e senza panne,
cantanno sempe maje la romanzina.
(Velardiniello)
trad.: le donne, nella sera di San Giovanni,
andavano tutte insieme alla marina. Se ne andavano allegre e senza
panni, cantando sempre l’aria più gradita
“
…e ballavano e ballavano, a suon di nacchere e di
tamburelli, e tante giocondità, sempre crescenti, aspettavan la
notte; nel favor de la quale tutti andavano ‘allere e senza panne” a
tuffarsi nel mare e a gareggiare con le cantatrici’.” Così il Poeta Napoletano
Ferdinando Russo, nel suo libro “il Poeta Velardiniello e
la Festa di San Giovanni a Mare” ci descrive il momento culminante
della festa della notte tra il 23 e il 24 giugno. Tanti e diffusi in tutta Europa erano i rituali
legati alla vigilia di San Giovanni. Il 23 o il 24 di giugno, con 24 malli di noce si
prepara il Nocillo, potente digestivo domestico. Sino a non tanti
anni fa si tramandava il segreto per piantare un albero di noce e
farlo crescere in modo tale da renderlo fruttifero solo nel periodo
di San Giovanni. Il Piombo veniva fuso la notte del 23 giugno e,
unito all’acqua della rugiada formava una sostanza dal colore
argenteo.Con un mestolino si lanciava nell’acqua il piombo fuso e, a
seconda delle forme che assumeva il nuovo metallo, si divinava il
futuro. Se per esempio dal secchio veniva fuori una figura
che ricordava una nave o un’ancora, allora il futuro marito molto
probabilmente sarebbe stato un marinaio, o un pescatore, e così via
cercando di interpretare le sembianze a volte definite e volte vaghe
e bizzarre che il metallo assumeva. A Napoli, le fanciulle da marito leggevano il loro
destino di future spose nella disposizione che assumevano le
foglioline della piantina d’orzo da loro piantata e fatta crescere
al buio.
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