Il Blazar Mister Miliardo

( di Mauro Maestripieri )

B2 1023+25 è un blazar, ovvero un Nucleo Galattico molto Attivo (AGN), che emette una enorme quantità di energia. B2 1023+25 è stato scoperto dai sensori di NuSTAR ad una distanza di circa 12,7 miliardi di anni luce da noi, quando l’universo aveva solo 1 miliardo di anni.

Fino ad oggi è stato individuato solo un altro blazar più distante di questo. Il getto emesso è generato da un buco nero supermassiccio con una mostruosa massa di 1 miliardo di Soli.

Come è caratteristica dei blazar “il getto di punta verso di noi, perciò ci appare così luminoso” spiega Tullia Sbarrato, autrice dell’articolo sulla scoperta, pubblicato su The Astrophysical Journal.

“Calcoliamo che dovrebbero esistere almeno un altro migliaio di sorgenti come questa, il cui getto però punta in un’altra direzione. Possiamo così ritenere con una certa sicurezza che il buco nero al centro di B2 1023+25, seppure così massiccio, non deve essere considerato un caso isolato in questo primo periodo di vita dell’universo.

E’ difficile elaborare una teoria che spieghi l’aggregazione di un tasso così elevato di materia da formare un buco nero talmente massiccio ed in un lasso di tempo così breve di 1 miliardo di anni.

“Se poi consideriamo il caso specifico dell’AGN che abbiamo scoperto, le cose si complicano ancora di più, poiché secondo le nostre conoscenze attuali la presenza di getti di particelle ed energia non fa che rallentare il processo di accrescimento del buco nero” evidenzia la Sbarrato.

“La ricerca di AGN con getto nelle epoche più remote dell’universo diventa quindi cruciale per cercare di trovare risposte convincenti su come si siano formati buchi neri di grandissima massa.

Il gruppo di astrofisici che ha scoperto B2 1023+25, è composto anche da Gianpiero Tagliaferri e Gabriele Ghisellini dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, Matteo Perri, Simonetta Puccetti e Paolo Giommi (ASI Science Data Center e INAF-Osservatorio Astronomico di Roma), Marco Nardini (Università di Milano Bicocca) e scienziati tedeschi e statunitensi.

NuSTAR detection of the blazar B2 1023+25 at redshift 5.3 15/11/2013 http://www.media.inaf.it

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Himiko, il trio galattico all’alba cosmica

( di Mauro Maestripieri )

E’ stato scoperto da un team di astronomi, tramite ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) ed Hubble, un rarissimo sistema triplo di galassie a 13 miliardi di A.L. circondate da un involucro di gas caldo ionizzato, è stato fotografato quando l’Universo aveva “solo” 800 milioni di anni.

La scoperta è molto importante perché ci fornisce nuove informazioni sull’alba cosmica e prima fase della formazione galattica.

Il trio di galassie, chiamato Himiko (regina del Giappone di 2000 anni fa) era già stato individuato nel 2009, ma aveva l’aspetto di una gigante bolla di gas ionizzato ad altissime temperature.

In seguito, utilizzando il telescopio Spitzer all’infrarosso, gli astronomi hanno scoperto che poteva essere una singola grande galassia.

La sua grandezza, 10 volte più delle galassie di quel periodo cosmico, comparabile per dimensioni alla nostra Via Lattea, appariva singolare, infatti recentemente si è capito che in realtà, invece, siamo in presenza di un trio di galassie, le cui proto-stelle in via riscaldano il gas circostante.

Bolla di gas che dovrebbe essere ricca di elementi pesanti quali carbonio, silicio e ossigeno, che favoriscono la combustione delle giovani stelle.

“Le osservazioni con ALMA hanno invece dimostrato l’assenza completa di carbonio e questo è uno dei tanti misteri di Himiko”, afferma Masami Ouchi (Università di Tokyo), la cui ricerca sarà pubblicata su The Astrophysical Journal.

Gli astrofisici ipotizzano che la gran parte del gas attorno a Himiko sarebbe un primordiale di elementi come idrogeno ed elio, durante il Big Bang.

E’ proprio quindi la scoperta dell’assenza di molti elementi pesanti in questa galassia uno dei risultati più importanti dello studio.

Richard Ellis, professore del Caltech e membro del gruppo di ricerca afferma che la scoperta è “ancora più interessante perché queste galassie sembrano sul punto di fondersi in una singola galassia molto massiccia, che potrebbe eventualmente evolvere in qualcosa di simile alla Via Lattea”.

22/11/2013 Alma, Eso, Galassia, Himiko, Hubble, Spitzer, Via Lattea MEDIA INAF