Le
stelle che esplodono come supernovae Ia giocano un ruolo importante nella
misurazione dell'universo e vengono utilizzate per scoprire l'esistenza
dell'energia oscura. Sono abbastanza grandi per essere viste a grandi distanze e
quindi sono utilizzabili come candele standard, oggetti dei quali è nota la
luminosità.
Il premio nobel 2011 per
la fisica è stato consegnato proprio per la scoperta dell'accelerazione
dell'universo ottenuta tramite le supernovae Ia, tuttavia c'è un fatto ancora
abbastanza imbarazzante riguardo i sistemi che le innescano.
Ci sono due modelli
molto diversi per spiegare l'origine delle supernovae Ia, e diversi studi
supportano entrambi i modelli. Oggi l'evidenza sembra dire che entrambi sono
corretti.Le supernovae Ia originano dalle nane bianche, il nucleo denso di
stelle morte. Le nane bianche sono anche chiamate stelle degeneri a causa del
fatto che sono supportate da una pressione degenere.
In un modello di
supernova, una nana bianca sottrae materiale ad una stella compagna prima di
raggiungere una dimensione che innesca le reazioni nucleari, inizio
dell'esplosione. Nel secondo modello, due nane bianche si fondono ed esplodono.
Il primo modello dovrebbe mostrare il gas sottratto alla stella compagna, il
secondo no.
Lo studio di 23
supernovae è stato mirato alla ricerca di questo gas intorno al resto, che
dovrebbe essere presente solo in sistemi del primo tipo di spiegazione. Le
esplosioni più potenti tendono ad accompagnarsi a sistemi con questo gas, ma
soltanto una piccola frazione di supernovae mostra questa componente. Il resto
sembra provenire da un processo del secondo tipo.
Ci sono in definitiva
due tipi di ambienti, con e senza gas, entrambi trovati intorno a supernovae Ia.
Questo ha importanti implicazioni per la misura dell'energia oscura e
l'espansione dell'universo. Se ci sono due meccanismi differenti che producono
le supernovae Ia, allora i due tipi vanno calcolati separatamente nella misura
delle distanze cosmiche.
Ma se i processi sono
simili, come è possibile che l'effetto sia lo stesso al punto da poter
utilizzare queste esplosioni come candele standard? Ancora non c'è risposta.
Fonte: Harvard
Center for Astrophysics08/05/2012
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SN 2010jl,
supernova superbrillante con spiegazione
Il 3
novembre 2012 una supernova è stata scoperta nella galassia UGC 5189A, posta a
160 milioni di anni luce da noi. Tramite di dati della All Sky Automated Survey
Telescop alle Hawaii gli astronomi hanno determinato che la supernova è esplosa
ai primi di ottobre 2010.
Questa
immagine composita della galassia mostra i dati X di Chandra in colore porpora
ed i dati ottici di Hubble in rosso, verde e blu. SN 2010jl è la sorgente molto
brillante in X vicina alla parte superiore della galassia. Un team di
ricercatori ha utilizzato Chandra per osservare la supernova a dicembre 2010 e
di nuovo ad ottobre 2011.
In spettro
visibile la supernova è stata dieci volte più luminosa di una tipica supernova
risultante dal collasso di una stella massiva. Ci sono differenti spiegazioni
per questa luminosità, come l'interazione con un denso guscio di materia intorno
alla stella esplosa, oppure la radioattività risultante da una supernova
instabile oppure ancora l'emissione alimentata da una stella di neutroni con un
atipico campo magnetico.
Le prime
osservazioni di Chandra mostrano come la radiazione X dall'esplosione sia stata
fortemente assorbita da un guscio di gas denso intorno alla supernova. Questo
guscio è stato formato dal gas soffiato via dalla stella massiva prima di
esplodere.
Seconde
osservazioni mostrano un minore assorbimento di radiazione X, ad indicare che
l'onda d'urto ha spezzato il guscio che circondava la stella. Il gas ha una
temperatura altissima, maggiore di 100 milioni Kelvin: la materia intorno alla
supernova è stata riscaldata e ionizzata dai raggi X generati.
Fonte: Chandra Harvard 15/05/2012