Scoperte contrastanti

di

M.Maestripieri

 ( Fonte: MEDIA INAF )

 

Il 2011 è un anno assolutamente affascinante e sorprendente dal punto di vista delle scoperte fatte in astronomia.

Ultimamente è stata ad esempio scoperta da un team di astronomi dell'INAF, utilizzando il telescopio dell'ESO VLT, una piccola stella situata nella costellazione del Leone con la bella età di 13 miliardi di anni, la cui composizione è costituita  da Idrogeno ed Elio, priva quindi di quegli elementi chimici che facevano parte dell'Universo appena dopo il Big Bang.

Analizzando l'astro nei raggi X, per mezzo dello strumento X Shooter, gli scienziati si sono resi conto che la stella in questione, secondo la teoria accettata largamente della formazione delle primordiali megastelle di popolazione 3, con masse pari a milioni di masse solari e contenenti cospicue percentuali di metalli, non avrebbe mai dovuto nascere !!!

Il team che ha scoperto la stellina primordiale denominata SDSS J102915+172927 è italiano ed è composto da Elisabetta Caffau (Univ.di Heidelberg), Paolo Molaro (Osserv.di Trieste), Sofia Randich (Osserv.di Arcetri) e Simone Zaggia (Osserv.di Padova).

SDSS J102915+172927 ha una massa inferiore al nostro Sole ed è forse l'astro più antico conosciuto e quello contenente la più bassa quantità di elementi chimici.

La teoria largamente accettata prevede che le stelle di questo tipo, con piccola massa e quantità estremamente basse di metalli, non dovrebbero esistere perché le nubi di materiale da cui si sono formate non avrebbero mai potuto condensarsi”, ha detto Elisabetta Caffau. È stato sorprendente scoprire, per la prima volta, una stella in questa zona proibita e questo significa che potrebbe essere necessario rivedere alcuni dei modelli di formazione stellare.

La teoria cosmologica attuale sostiene che gli elementi più leggeri, quali H, He e Li, si siano formati nei primi 3 minuti del Big Bang, nella fase chiamata della nucleosintesi primordiale, successivamente si siano costituiti quelli più pesanti nelle stelle supermassiccie e nelle loro esplosioni in supernovae di tipo 2, che avrrebbero scagliato nel gas interstellare i loro elementi costitutivi.

La stella fa parte dell'ancora poco esplorato e profondo Alone Galattico ed è una fortuna che attualmente si trovi a soli circa 4000 anni luce da noi afferma Zaggia, ma la scoperta importante e contrastante è appunto la mancanza di Li nella stella, 50 volte meno di quanto previsto nel materiale prodotto dal Big Bang.

Molaro conclude:questa scoperta, per certi versi inattesa, apre a nuovi scenari nella formazione delle prime stelle e a interessanti possibilità osservative che permetteranno di conoscere meglio come e dove si siano formati i primi elementi chimici nell'Universo. Un importante risultato che premia chi con ostinazione e coraggio ha saputo spingere la propria ricerca oltre la visione dominante.

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