L'età dei dischi nucleari galattici

( a cura di Mauro Maestripieri )

Intorno ad alcuni nuclei galattici esiste una zona fatta di gas e stelle, proveniente dalle zone più esterne e migrato verso l'interno per attrazione da parte del nucleo oppure per interazioni gravitazionali con altre galassie.

Se questo è vero, allora l'età di queste stelle dovrebbe essere inferiore a quella della galassia stessa ma finora è sempre stato arduo calcolare l'età di oggetti così vicini ai nuclei galattici, compresi in un diametro di 1000 anni luce.

L'impresa è riuscita tramite i dati del VLT dell'ESO e del Grande Telescopio Azimutale dell'Accademia Russa delle Scienze per le galassie NGC 1023 e NGC 4458: le stelle del disco nucleare hanno età rispettivamente pari a 3 e 6 miliardi di anni, contro una età galattica di circa 12 miliardi di anni.

Le stelle del disco nucleare al centro della galassia lenticolare NGC 1023 si sono formate 3 miliardi di anni fa, mentre quelle che si trovano nel disco nucleare della galassia ellittica NGC 4458 sono più vecchie di 6 miliardi di anni. In entrambi i casi, come previsto, le stelle della galassia che avvolgono il disco nucleare sono molto più vecchie, avendo almeno 12 miliardi di anni.

Teoria confermata, quindi, ma non solo: dal momento che le fusioni e le interazioni galattiche spazzano via queste strutture interne, esse forniscono anche un limite di periodo alle fusioni stesse: queste galassie vivono quindi tranquille almeno da 3 e 6 miliardi di anni.

20 gennaio 2016

http://www.media.inaf.it/2016/01/20/disco-storia-turbolenta-galassie/

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Onde gravitazionali a 5,1 sigma

( a cura di Mauro Maestripieri )

Il sofisticato rivelatore di LIGO – una coppia di tunnel lunghi quattro chilometri in cui viene misurata con incredibile accuratezza la propagazione di un raggio laser, sensibile a eventuali deformazioni dello spazio-tempo prodotte dal passaggio di onde gravitazionali – ha rivelato un “burst” di onde gravitazionali proveniente da un “merger” costituito da due buchi neri.

Le antenne di LIGO hanno captato, con certezza pari a Sigma 5.1 (circa il 99,9%), la voce gravitazionale di due buchi neri in rapido volteggiare reciproco: uno con massa di 36 masse solari e l'altro con massa di 29 masse solari, questi due oggetti si sarebbero fusi liberando quanto predetto da Einstein un secolo fa e, per la prima volta, le antenne terrestri hanno captato il segnale.

Ne è risultato un buco nero di 62 masse solari, con la differenza di 3 masse solari trasformate in onda gravitazionale.

Le onde gravitazionali sono sulla bocca di tutti da un po', dal falso allarme di Bicep2 fino al Tweet di un mese fa, ma ora l'articolo di Adrian Cho appare su Science Magazine del 5 febbraio e parla di "certezza".

La probabilità di errore è stimata in una su tre milioni e mezzo. Si attende la notizia su Nature, prevista per il giorno 11 febbraio.

8 Febbraio 2016

http://www.tiki-toki.com/timeline/entry/593027/Onde-gravitazionali-1916-2016/