Sommario. Nel
Medio Evo i Paesi Bassi,
che comprendevano all’incirca le regioni attualmente occupate
dall’Olanda
e dal Belgio, erano terra di liberi e prosperi comuni. Il processo di
unificazione, cominciato nel 1381, si realizzò sotto la casa dei
Borgogna. Nel 1477, in seguito al matrimonio di Maria di Borgogna
con Massimiliano d’Austria, i Paesi Bassi passarono agli Asburgo;
ottenuti in eredità nel 1506 da Carlo V, si ritrovarono
sotto il dominio spagnolo; infatti Carlo, il cui padre Filippo il
Bello era figlio di Maria di Borgogna, aveva per madre Giovanna,
erede dei Re Cattolici. A partire dal 1562, la popolazione, esasperata
dall’intransigenza di Filippo II, succeduto al padre Carlo V nel 1556,
insorse contro gli spagnoli e, sotto la guida di Guglielmo il
Taciturno,
raggiunse l’indipendenza. La nuova Repubblica delle Province Unite,
che escludeva l’attuale Belgio, avrebbe tuttavia ottenuto pieno
riconoscimento dalla Spagna solo nel 1648 con i trattati di Vestfalia.
Nel 1795 la
Francia occupò le Province Unite e vi fondò la Repubblica
Batava, mutata nel 1806 nel regno napoleonico di Olanda. L’indipendenza
fu recuperata nel 1813 e nel 1815, con il Congresso di Vienna, si
costituì
il Regno d’Olanda, che comprendeva anche il Belgio, separatosi nel
1830.
Il tricolore olandese è una delle più antiche bandiere
ancora
in uso.
Bandiera nazionale e
marittima dello stato delle Province Unite, apparsa all'inizio della
lotta per l'indipendenza dalla Spagna, citata per la prima volta in un
documento del 1572 e mai fissata ufficialmente. L'arancione della
striscia in alto andò progressivamente mutandosi in rosso e
verso il 1660 era in pratica scomparso. La bandiera fu ripresa il 24
novembre 1813 allorché, dopo i rivolgimenti napoleonici,
l'Olanda recuperò l'indipendenza. Nel giugno 1815, in vista
della costituzione del nuovo regno, dovette però cedere ancora
il passo all'attuale tricolore. Furono proprio i colori delle livree
degli Orange, la casata di Guglielmo il Taciturno - colui che
guidò la rivolta contro la Spagna - che dettero
vita alla “bandiera del principe”, prinsenvlag, com’è
tuttora chiamato il tricolore olandese. Esso fu subito sentito come
simbolo nazionale e fu presto visibile sui mari di tutto il mondo. Il
momento preciso del passaggio dall'arancione al rosso non è
noto,
ma già dal 1596 cominciarono ad apparire qua e là
tricolori con la striscia rossa. Lo scambio avvenne o per ragioni
pratiche di
maggiore stabilità cromatica o per motivazioni politiche avverse
agli Orange; il grido di guerra Oranje Bowen, “arancio in alto”
infatti, non solo sottolineava la posizione del colore sui vessilli, ma
esprimeva al tempo stesso esaltazione per gli Orange.
Bandiera valida per
tutti gli usi, tranne che
per la Repubblica Batava che aveva una insegna da guerra distinta (v.
sotto). I primi tricolori con la striscia rossa apparvero
sporadicamente
nel 1596. La Francia repubblicana, occupate le Province Unite vi
fondò la Repubblica Batava (i batavi erano gli antichi abitanti
della regione) e il 15 febbraio 1796 riconobbe ufficialmente il
tricolore. Nel 1806 Napoleone trasformò la repubblica in regno
per il fratello Luigi e confermò ancora la bandiera dal 21
settembre 1806 al 17 luglio 1810. Dal 1810 al 1813 subentrò il
tricolore francese. Nel giugno 1815 fu deciso di ripristinare la
bandiera, che fu approvata con decreto reale del 16 marzo 1816. Fu
preferita al tricolore arancione-bianco-azzurro (riapparso brevemente
tra il 1813 e il 1815) dallo stesso Guglielmo I
d'Orange-Nassau, salito sul trono del nuovo regno dopo il congresso di
Vienna.