Sommario.
Organizzati in tribù nomadi e indipendenti dedite alla
pastorizia, i curdi furono assoggettati dagli ottomani e quando, nei
primi decenni del XIX secolo, la soggezione si fece troppo pesante, si
ribellarono. Passati attraverso tentativi di indipendenza e concessioni
di autonomia più o meno nominale alternate a repressioni, i
curdi non sono riusciti a costituire un Curdistan stabilmente libero e
oggi
sono distribuiti fra Turchia, Armenia, Siria, Iraq ed Iran.
Kurdistan, 1842-1847 (1930)
Bandiera alzata in
occasione della proclamazione dell'indipendenza curda a Jezireh. Lo
stato non riuscì a consolidarsi e scomparve nel 1847; la
bandiera tuttavia ricomparve più volte, fino al 1930, durante i
periodici sollevamenti del popolo curdo (1854, 1880, 1918-25 e 1930).
Nota in occidente dal 1870 circa, era di solito erroneamente definita
sugli almanacchi e sulle carte come insegna mercantile turca:
ciò era
dovuto al fatto che era spesso inalberata da navi ottomane che
deportavano curdi in Libano e nell’Africa settentrionale. Colori e
simboli testimoniavano la fede mussulmana della popolazione.
Kurdistan, dal 1945
Bandiera alzata durante
l'esistenza dalla cosiddetta
"Repubblica di Mahabad" (1945-1946)
e divenuta emblema nazionale di tutti i curdi. Il rosso allude allla
determinazione, al coraggio e al sangue
versato del popolo curdo, il bianco alla purezza e il verde alle
risorse naturali. Il sole rappresenta la libertà, l'aspirazione
alla pace e all'indipendenza dei
curdi. Fino al 1998 le proporzioni e il disegno del sole erano alquanto
variabili. In particolare il sole aveva talora 32 raggi (sedici
ondulati e sedici dritti) che rappresentavano gli altrettanti popoli
curdi. Nel 1998 la bandiera è stata standardizzata; le
proporzioni sono 2/3 e i raggi del sole (tutti uguali) sono 21. Tale
numero, multiplo di 7, è legato al culto del dio Shamash e alle
tradizioni religiose dei Yazidi (vedi).
Sommario. Le
prime speranze di indipendenza per il popolo curdo si erano appuntate
sull’emirato di Soran, sorto verso il 1818 presso Ravanduz, oggi in
Iraq. Nel 1836, dopo il fallito tentativo di coalizzare le popolazioni
curde, le truppe ottomane posero fine all’emirato.
Emirato di Soran, Keyaniya Soran, Mîrîtiya Soran c.
1818-1836
Bandiera dell'emirato. I
membri del "consiglio dei Sardari", una sorta di governo creato
dall'emiro Mir Muhammad nel 1818, portavano copricapi a strisce bianche
e nere. Non si sa se da questi sia
derivata la bandiera o viceversa.