TRIPOLITANIA
© Roberto Breschi
Sommario. Tripoli, già spagnola dal 1510 al 1530 e dei Cavalieri di Malta dal 1530 al 1551, divenne nel 1551 una dipendenza degli ottomani che fin dal 1517 controllavano la Cirenaica e il resto dell’entroterra. Il potere imperiale fu in realtà per molti anni solo teorico e Tripoli costituì una potente città-stato frequentata dai corsari del Mediterraneo, almeno fino al 1835 quando gli ottomani cercarono di far valere i loro legittimi diritti. Nel 1912, a seguito del conflitto italo-turco, la regione di Tripoli fu conquistata dall’Italia. Dopo la prima guerra mondiale la colonia ottenne una sorta di autogoverno ma nel 1922 ogni forma di autonomia fu annullata e nel 1929 costituì con la Cirenaica e il Fezzan una sola colonia italiana, la Libia.


Tripoli, Tarablus, sec. XVIII-1912



Bandiera di Tripoli, riportata sulle carte già dal XVIII secolo, e usata fino all’occupazione italiana nel 1912. Anche con crescenti bianchi.


Tripoli, Tarablus, fino al sec. XIX


Tripoli, potente città-stato frequentata dai corsari del Mediterraneo, alzava, come gli altri stati barbareschi, vessilli a strisce piuttosto variabili. La bandiera mercantile con strisce rosse verdi e bianche è riportata su carte del XVIII e XIX secolo.


Tripoli, Tarablus, c. 1727- 1835

 
Bandiera da guerra a terra e in mare in uso durante il periodo dei Karamanli, che va dal 1727 - anno in cui Amed Karamanli ottenne dai turchi il riconoscimento di principato ereditario sui territori che controllava (comprendenti anche la Cirenaica e il Fezzan) - al 1835, quando tale diritto fu cancellato. La bandiera aveva un numero di strisce variabile da 5 a 13, ma sempre dispari.


Tarablus, c. 1919-1922 (?)



Bandiera che sarebbe apparsa verso il 1919 quando l’Italia concesse una sorta di autogoverno alla Libia (propriamente Tripolitania) e scomparsa nel 1922 allorché l’autonomia coloniale fu annullata. Deriverebbe dall’analogo stemma coloniale concesso il 3 aprile 1919. L’effettiva esistenza della bandiera è molto contestata, ma secondo il vessillologo russo Oleg Tarnovski, ne esisterebbe un esemplare presso il museo della Rivoluzione a Tripoli.


> LIBIA

Bibliografia
J.W. Norie, J.S. Hobbs, Maritime Flags of All Nations, 1848 - Siebmacher’s Grosses Wappenbuch, 6, 1878 - Flag Bull., XVI:6, 1977 - Vexillinfo, 34,35 e 38, 1983; 46 e 58, 1984 - Vex. Ital., XXV,1, 1998 - Franciae Vexilla,15, 1999 - Carte varie


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CIRENAICA
© Roberto Breschi
Sommario. La Cirenaica, dipendenza ottomana fin dal 1517 ma per lunghi periodi controllata dai senussi, fu conquistata nel 1911 dall’Italia insieme alla Tripolitania e al Fezzan, e con questi territori formò nel 1929 la colonia della Libia. Nel 1947, in seguito all’occupazione degli alleati, venne riconosciuta all’emiro della Cirenaica, il senusso Idris, l’autorità sul paese e nel 1951 lo stesso Idris diventò sovrano del nuovo regno unificato della Libia.


Emirato della Cirenaica, Bengasi, Barca, Bengàsi, 1947-1950



Bandiera di stato dell’emirato del senusso Idris, adottata nel 1947 e sostituita il 6 dicembre 1950, pochi giorni dopo che l’assemblea costituente aveva eletto Idris primo sovrano del regno unificato di Libia. Di solito riportata in proporzioni 1/2. Il nero fu per lungo tempo il colore nazionale dei senussi. La bandiera fu la base di quella del nuovo regno.


> LIBIA

Bibliografia
Vexillinfo, 38, 1983 – Franciae Vexilla, 13/59, 1999







LIBIA
© Roberto Breschi
Sommario. La Libia, come soggetto politico unitario, nasce nel 1929 quando l’Italia fa di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan una sola colonia. Temporaneanente spartita tra Regno Unito e Francia dopo la seconda guerra mondiale, fu ricostituita in regno indipendente sotto re Idris, già emiro della Cirenaica. Nel 1969 un colpo di stato instaurò la repubblica e nel 1972 Libia, Egitto e Siria costituirono l’Unione delle Repubbliche Arabe. Nel 1977 il colonnello Gheddafi proclamò la democrazia di massa (Jamahiriya), alzando una bandiera completamente verde, simbolo della “rivoluzione verde” da lui teorizzata. Nel 2011, in seguito a una guerra civile,  il regime è rovesciato e Gheddafi ucciso.


Regno Unito di Libia, Al-Mamlaka al-Libiya al-Motahidda, 1950/51-1963
Regno di Libia, Al-Mamlaka al-Libiya, 1963-1969
Libiya, dal 2011


Bandiera di stato e per tutti gli altri impieghi, adottata il 21 dicembre 1951 in tutto il paese ma già in uso dall’8 marzo 1951 in Tripolitania e dal 6 dicembre 1950 in Cirenaica; confermata nel 1963 quando il regno assunse una struttura unitaria. Abolita nel 1969 dopo il rovesciamento della monarchia. Dopo 42 anni, durante la sanguinosa guerra civile cominciata nel febbraio 2011, la bandiera è riapparsa. Adottata dal Consiglio Nazionale di Transizione, ha avuto conferma ufficiale con la cerimonia del cambio di bandiera alle Nazioni Unite, il 20 settembre 2011. Proporzioni 1/2. Derivata dalla bandiera nera con crescente e stella della Cirenaica di cui il re Idris era emiro. Le strisce rossa e verde furono aggiunte per rappresentare il Fezzan e la Tripolitania.


Libiya, dal 2011





Insegna della marina da guerra, entrata in uso dopo la caduta del regime di Gheddafi, presumibilmente verso la fine del 2011, in sostituzione di un analogo modello con la bandiera verde della Giamairia nel cantone (v. più avanti). Proporzioni 2/3; il cantone si estende per 1/4 del drappo, tuttavia in alcune immagini, appare molto più piccolo e in proporzioni 1/2, alto 1/4 dell'altezza e 1/3 della lunghezza del drappo.


Repubblica Araba di Libia, Al-Jamhuriya al-'Arabiya al-Libiya, 1969-1971


Bandiera di uso generale, adottata ufficialmente il 7 novembre 1969, in seguito al colpo di stato che rovesciò re Idris e all’istituzione della repubblica (1° settembre 1969). Durata fino all’ultimo giorno del 1971. Tricolore della liberazione araba.


Repubblica Araba di Libia, Al-Jamhuriya al-'Arabiya al-Libiya, 1972-1977





Bandiera per tutti gli impieghi, adottata il primo gennaio 1972 insieme a Egitto e Siria che con la Libia costituivano l’Unione delle Repubbliche Arabe. Sostituita nel novembre 1977, allorché la Libia uscì dall’Unione a causa della visita del presidente egiziano Sadat in Israele. Proporzioni 2/3. L’emblema centrale era il falco d’oro dei Quraishiti artigliante un nastro con la scritta in arabo Ittihad al-Jamhuriyat al-‘Arabiya (Unione delle Repubbliche Arabe); più sotto, su un cartiglio supplementare, il nome dello stato (Repubblica Araba di Libia): soltanto quest’ultimo particolare distingueva la bandiera da quella dell’Unione.


Repubblica Araba Socialista Popolare di Libia, Giamairia,
Al-Jamahiriya al-'Arabiya al-Libiya ash-Shabiya al-Ishtirakiya
, 1977-2011



Bandiera per tutti gli impieghi, adottata ufficialmente l’11 novembre 1977, dopo la proclamazione della Jamahiriya da parte di Gheddafi (riforma costituzionale del 2 marzo 1977). Il 20 settembre 2011 la bandiera è stata amminata alle sede dell'ONU e dopo la morte di Gheddafi (20 ottobre) e la dispersione dei suoi residui centri di potere, è da considerarsi definitivamente abolita. Proporzioni 1/2; riportata anche 3/5 e 2/3. Il verde è il colore fondamentale della religione islamica e simbolo della “rivoluzione verde” teorizzata da Gheddafi.



Repubblica Araba Socialista Popolare di Libia, Giamairia,
Al-Jamahiriya al-'Arabiya al-Libiya ash-Shabiya al-Ishtirakiya
, c. 2000-2011



Bandiera della marina da guerra, scarsamente documentata, probabilmente entrata in uso verso il 2000: l'album del SHOM francese ne dà una breve e imprecisa descrizione nell'edizione-base del 2000, mentre nel secondo aggiornamento (del 2002), ne fornisce l'immagine. Proporzioni 2/3. Verso la fine del 2011, in seguito agli esiti della guerra civile, la nuova bandiera nazionale ha sostituito nel cantone quella verde di Gheddafi (v. sopra).
 



ALTRE BANDIERE

Bandiera reale 1951-69

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TRIPOLITANIA

> CIRENAICA

Bibliografia
Flag Bull., IX:1, 1970 e XVI:6, 1977 - Vexillinfo, 38, 1983 - Vex. Ital. XXV,1, 1998 - Franciae Vexilla, 13/59, 1999 - Archivio CISV, scheda 72 - Docum. fotografica (insegne della marina, cortesia R. Annibaldi)


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