CAPO NORD
- Giugno/Luglio 2006
IL RESOCONTO FINALE
Andrea e Mauro in...
Viaggio a Caponord
(testi di Mauro)
Premessa
CAPONORD. NORDKAPP. Qual'è
quel motociclista che non ha mai sentito frullare queste parole dentro la
testa? Qual’è quel motociclista che non si è mai domandato “Chissà se mai ci
andrò anch’io?”? Bene, per noi quel momento è arrivato e, dopo la rinuncia del
2004, il 2006 è stato l’anno del grande viaggio. I mesi prima della partenza
sono stati dedicati alla raccolta di informazioni riguardo hotel, campeggi,
traghetti e alla ricerca su internet di resoconti di altri motociclisti. Devo
dire che questo periodo è stato eccitante quasi quanto il viaggio stesso perché
non passava giorno in cui Andrea ed io non ci consultassimo con frasi del tipo
“Questo serve?” oppure “Questo lo porto io o lo porti te?” oppure ancora
“Passiamo anche di qua?”. Bisognava poi controllare l’abbigliamento tecnico da
moto. Ci organizziamo e il 10/2 (una splendida giornata con sole e temperatura
vicino ai 0° c) prendiamo una giornata di ferie per fare un giro a San Leo; OK,
la prova “freddo” è stata superata egregiamente. Per le moto (un TDM 850 del
2001 e un V-STROM del 2005) non dovrebbero esserci problemi; al massimo siamo
comunque in paesi dell’Europa. Solo bombolette spray per la catena e bombolette
ripara gomme. SPERIAMO BENE!!!!!! E poi ci è venuta un’altra idea. Prendendo
spunto dalla serie di episodi che 2
famosi attori hanno fatto raccontando i loro 4 mesi di viaggio
in moto da Londra a New York, abbiamo pensato di farci anche noi il “nostro
film”. Abbiamo quindi recuperato una videocamera da un amico e siamo andati al Superfurbinentreffen (28 – 30 febbraio) per provare a filmarci durante un
viaggio in moto. La prova è andata benino ma per “il viaggio” chissà cosa verrà?
La parte dedicata al percorso da fare è stata curata principalmente da me
passando sere su sere sopra cartine dei paesi scandinavi a cercare luoghi e
strade da vedere. Ovviamente per ragioni di tempo parecchi posti sono stati
saltati (magari li vedremo in un futuro viaggio a Capo Nord) così alla fine,
considerando tutto il possibile, è scaturita una certa
idea di percorso, che alla fine è stato questo:
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Avendo a disposizione 3 settimane le nostre
intenzioni sono di:
• arrivare a Capo Nord risalendo la Norvegia
• rientrare in Italia
passando per le 3 repubbliche baltiche e la Polonia
• evitare le capitali Copenaghen
e Oslo per dedicare più tempo ai percorsi
naturalistici
• vedere le isole Lofoten
• e …….. |
Il viaggio
Sabato 24 giugno Bologna (I) – Gottingen (D) di 1095km.
Finalmente ci siamo e dopo una notte quasi insonne si parte. Arrivo al luogo
del ritrovo alle 7:00 con una adrenalina in corpo che potrei fare una maratona.
Andrea è già arrivato da pochi minuti e mi sta aspettando. Affianchiamo le
nostre fidatissime moto (il mio V-STROM 650 e il TDM850 di Andrea),
cariche ognuna di 3 bauletti GIVI più borsa da serbatoio, per un
autoscatto celebrativo poi via in autostrada perché più strada facciamo oggi
meglio è. A1 direzione Milano poi Como,Svizzera,tunnel del San Bernardino(tutti
in fila nella statale per lavori in autostrada),Austria e finalmente Germania
dove impostiamo una velocità di crociera di 140/150 km/h. Visto il caldo che ci
accompagna invidio un po’ la tenuta estiva di Andrea (ma l’abbigliamento
invernale dove l’ha stivato?). Dopo aver risalito la Germania percorrendo
l’autostrada A7 alle 18:30 circa arriviamo a Gottingen dove, dopo aver trovato
la camera in Hotel per la notte, passiamo una piacevole serata immersi nella
festa cittadina per il passaggio ai quarti di finale dei mondiali di calcio
della Germania. Nonostante i km e il caldo non siamo neanche tanto stanchi...
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Ore 7:00 – La partenza da BOLOGNA |
Domenica 25 giugno Gottingen (D) – Laholm (S) di 777km.
Ci svegliamo alle 7:30 per essere in moto alle 8:30 perché anche oggi è una
tappa di semplice trasferimento (tipo ieri) con le sole varianti del traghetto
Germania - Danimarca e del ponte Danimarca - Svezia. Alle 8:30 fa già caldo
(23°c) e prevedo che per tutta la giornata avremo caldo. Percorriamo i 400km che
ci separano da Puttgarden velocemente (finchè non esistono i limiti ci
sfoghiamo) e ci accodiamo alla fila di moto che ci sono per prendere il
traghetto. Prima però facciamo il pieno di benzina nel paesino di BURG perché
non abbiamo intenzione di cambiare degli EURO in corone danesi visto che non ci
dobbiamo fermare in Danimarca. Saliamo sul mega traghetto della Scandlines e,
come tutti gli altri motociclisti, ci arrangiamo a fermare le moto alla
nave poi andiamo a mangiarci un gelato. Dopo 45 minuti (e 35 euro) siamo in
Danimarca dove prendiamo l’autostrada direzione Copenaghen. Il traffico risulta
scorrevole (qui però rispettiamo i limiti) e dopo una serie di ponti che
uniscono le isole danesi meridionali arriviamo a Copenaghen dove seguendo le
indicazioni per la Svezia ci dirigiamo verso il ponte/tunnel dell’Øresundbroen.
Senza neanche accorgercene entriamo nel tunnel che passa sotto il mare (ci
aspettavamo un casello per il pedaggio) e dopo 4 km sbuchiamo fuori sull’isola
artificiale in mezzo al mare dove inizia il ponte di 8 km; alla fine del ponte
c’è il pedaggio (17 euro). Siamo entrati in Svezia e
visto che non è tardi, c’è molta luce (iniziamo ad essere abbastanza a nord),è
caldo e non siamo stanchi decidiamo di continuare verso nord seguendo la costa
svedese. A metà strada fra Malmo e Goteborg ci fermiamo a Laholm (un paese di
villeggiatura, secondo la cartina) dove nonostante non si veda nessuno in giro
facciamo fatica a trovare da dormire; alla fine troviamo alloggio in casa di
privati in una camera/scantinato che non possiamo proprio definire una suite.
Cena in pizzeria poi a letto.
Il ponte Øresund… |
…ci porta in Svezia |
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Lunedì 26 giugno Laholm (S) – Notodden (N) di 582km.
Ci svegliamo con una bella sorpresa: piove!!!! Il cielo è completamente
coperto e non ci sono speranze di miglioramento per la mattina. Inoltre si è
anche un po’ rinfrescato. Sapevamo che in questo viaggio avremmo incontrato
sicuramente la pioggia ma certo che iniziare già al 3° giorno…. Va be! Una felpa
in più e via verso la Norvegia. Per fortuna che il traffico è quasi inesistente
perché per strada c’è parecchia acqua. Passiamo Goteborg e smette di piovere e
poco dopo ci fermiamo in una stazione di servizio per svestirci perché è tornato
caldo e sta tornando sereno. Ripartiamo e quando finalmente l’autostrada finisce
per diventare una bella statale ci godiamo di più la guida. Il confine tra
Svezia e Norvegia è segnato da un fiume e per attraversarlo è stato costruito un
ponte che è a pagamento ma gratis per le moto.
Dopo aver prelevato delle corone norvegesi al bancomat del negozio di souvenir
del confine ripartiamo e 30 km. prima di Oslo giriamo a sinistra verso Drammen
imboccando un tunnel di 7 km. sotto il fiordo di Oslo (gratis per le moto)
perché stasera vogliamo arrivare a vedere la chiesa in legno di Heddal (la
meglio tenuta della Norvegia dice la guida).
Ci fermiamo all’ufficio del turismo di Kongsberg il quale ci consiglia il
campeggio di Notodden dove prendiamo una comodissima hytte niente male.
Scarichiamo le moto, ci cambiamo e andiamo a vedere la chiesa (si chiamano Stavkirke e ce ne sono diverse sparse per la Norvegia). Torniamo in paese per
mangiare qualcosa (non c’è nessuno per strada) poi a letto a riposarci anche
perché è tutto il pomeriggio che ho mal di testa. Nel tornare in campeggio ci
accorgiamo che per entrare dobbiamo attraversare la pista di un aereoporto
(bah!!). La notte inizia ad accorciarsi.
Il tunnel... gratis! |
La chiesa in legno di
Heddal |
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Martedì 27 giugno Notodden (N) – Sogndal (N) di 415km.
Ma come??? Piove ancora!!!!!. Che 2 …!!
La tappa di oggi prevede il passaggio per strade fuori dai soliti itinerari
turistici e quindi poco trafficate. Iniziamo tornando indietro fino a Kongsberg
poi imbocchiamo la statale 40 che percorre tutta la valle Numedal. Il paesaggio
è simile alle nostre vallate dolomitiche solo che piovendo non ce lo gustiamo
nemmeno un po’. Il cielo, però, sembra ascoltarci e verso le 11:00 smette di
piovere. Prima di arrivare a Geilo facciamo un passo montano a 1100 m poi
imbocchiamo la strada attraversa l‘altopiano più vasto d’Europa (Hardangervidda).
Il panorama è da mozzafiato, quasi lunare, con larghe distese di tundra e neve;
inoltre la quasi mancanza di traffico (moto neanche a parlarne), il cielo
plumbeo, la luce grigia e il silenzio creano un’atmosfera surreale.
In pochi chilometri di discesa torniamo al livello del mare e prendiamo il
traghetto a Brimnes per attraversare il nostro primo fiordo norvegese. Dopo 10
minuti siamo a Bruravik poi via verso Voss e Gudvangen dove parte un altro
traghetto per Kaupanger. Nell’attesa compro 2 regalini per i miei figli al
negozio di souvenir vicino l’imbarco. La mini crociera dura 2 ore e 30 minuti ed
attraversa prima il Naeroyfjord, il fiordo più stretto della Norvegia, con
pareti a strapiombo e numerose cascate, e poi il Sognefjord, il fiordo più
lungo della Norvegia (200 km). Veramente molto, molto bello. Per chi non vuole
godersi lo spettacolo dei fiordi e vuole fare dei km sulle moto esiste come
alternativa alla crociera anche la strada dove si percorre il tunnel stradale
più lungo del mondo.
La notte la passiamo nella scuola di Sogndal riconvertita in ostello durante
l’estate.
Prima di andare a letto ci prendiamo cura delle nostre amatissime moto ungendo
bene le catene.
Il traffico dell’altopiano Hardangervidda |
La crociera sui fiordi |
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Mercoledì 28 giugno Sogndal (N) – Andalsnes (N) di 324km.
Ieri sera abbiamo deciso di cambiare l’itinerario di oggi così non passiamo
più per la statale 55 del Jotunheimen (con rammarico) ma andiamo per la statale
5 direzione Lunde; in questo modo dovremmo guadagnare 1 ora da dedicare al
pomeriggio quando percorreremo la strada delle Aquile e la strada dei Troll.
Ma andiamo con ordine. Stamattina c’è il sole ed è una bella giornata. Dopo la
buona colazione dell’ostello partiamo attraversando una stupenda vallata alpina
con ruscelli e ghiacciai e 2 tunnel a pagamento x tutti (la pacchia delle moto
gratis è finita). Sbuchiamo su un fiordo che costeggiamo fino a Stryn dove con
la statale 15 ricominciamo a risalire la montagna. Usciti dall’ennesimo gelido
tunnel arriviamo su un altopiano innevato dove una serie di laghetti azzurri
creano un panorama da cartolina. A fianco dell’ultimo lago parte una stradina
sterrata di 5 km che ci porta al passo DALSNIBBA (1500s.l.m) da cui si ha una
vista sul fiordo e sulla strada delle Aquile da rimanere a bocca aperta. Foto di
rito poi via verso Geiranger (porto dove attraccano anche le navi da crociera) e
la famosa strada delle Aquile dove una serie di tornanti ci consentono di
arrivare alla terrazza artificiale creata per poter godere del panorama. Altre
foto in mezzo ai tanti turisti dei pullman e via di nuovo per arrivare al valico
di montagna dove ci fanno aspettare 10 minuti perché la Mercedes sta girando un
filmato per la pubblicità. Ad Eidsdal prendiamo il traghetto per attraversare il
fiordo e poi la statale 63 (la famosa strada dei Troll) che inizia a salire in
mezzo a montagne innevate. Sul passo ci fermiamo per vedere se riusciamo a
scovare qualche troll ma non se ne vedono; forse è colpa dei 10° gradi che ci
sono. Merenda con biscotti e mela poi scendiamo verso Andalsnes passando davanti
al negozio/souvenir dei troll pieno zeppo di turisti italiani dei 2 pullman
incontrati sul traghetto. Ad Andalsnes troviamo da dormire in una comoda e
pulita camera di privati. Cena al ristorante sul porto (c’è un ragazzo che fa lo
sci d’acqua alle 9 di sera) poi giro in paese (non c’è mai nessuno) ed infine a
letto. Sono le 23:00 e fuori c’è ancora luce.
Giovedì 29 giugno Andalsnes (N) – Mosjoen (N) di 739 km.
Oggi cerchiamo di sfruttare la bellissima giornata (alle 8:00 ci sono già
20°c) per fare più chilometri possibile verso nord in direzione Bodo dove domani
prenderemo il traghetto per le isole Lofoten. Invece di puntare verso Trondheim
e la E6 andiamo in direzione Molde perché vogliamo percorrere l’autostrada del
mare. Prima di Molde percorriamo 20 km di strada che racchiude tutte le
caratteristiche della Norvegia: traghetto, galleria montana, ponte sul fiordo
poi tunnel marino sotto il fiordo; che spettacolo!!!! Passato Molde puntiamo
verso l’oceano Atlantico facendo una stretta stradina secondaria. Arrivati sulla
costa inizia “l’Atlanterhavsveien” (strada dell’oceano Atlantico) che altro non
è che un tratto di 5 km di strada statale che con una serie di ponti unisce
diversi isolotti; bella! A questo punto possiamo dire conclusa la visita del sud
della Norvegia e ci prepariamo al trasferimento verso nord sulla E6.
Raggiungiamo Kristiansund con un traghetto poi un tunnel sotto marino ci porta a
prendere un altro traghetto. Siamo sulla E39 e i 120 km circa che ci separano da
Orkanger sono stupendi perché non c’è traffico e la strada, che attraversa solo
natura, è scorrevolissima (abbiamo parecchie volte superato i limiti; speriamo
che non ci siano delle pattuglie nascoste). Sono le 16:00 e facciamo una sosta
pranzo/merenda in un bar spagnolo poi di nuovo in moto.
Alle 18:30 ci fermiamo a fare benzina in un’area di servizio a Levanger (100 km
dopo Trondheim) e visto che la giornata è meteorologicamente stupenda decidiamo
di proseguire ancora per un po’. Alle 22:00 (con ancora molta luce) arriviamo a
Mosjoen dove ci fermiamo nella solita hytte del campeggio che incontriamo
all’inizio della città.
Tipica strada norvegese |
Atlanterhavsveien |
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La nostra hytte
(sono le 23:00) |
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Venerdì 30 giugno Mosjoen (N) – Leknes (N) di 506 km.
Per fortuna il bel tempo viaggia con noi così quando lasciamo il campeggio
(sono le 8:30) ci sono 24°c. Secondo le nostre informazioni il traghetto per le
Lofoten parte da Bodo alle 14:00 quindi abbiamo circa 5 ore per fare 400 km.
Dopo la colazione con biscotti riprendiamo le E6 direzione Fauske. Come al
solito il traffico è quasi inesistente e questo ci permette di viaggiare
tranquilli e rilassati; 80 km. circa dopo Mo I Rana arriviamo al centro
informazioni del circolo polare artico. Siamo in mezzo ad un vasto ed arido
altopiano e il centro non è altro che il classico negozio “ciuccia soldi” per
turisti. Due foto di rito poi via perché il tempo stringe e se perdiamo il
nostro traghetto quello successivo è alle 17:45 (troppo tardi). Al porto di Bodo
facciamo conoscenza con 2 ragazzi di Genova (Laura e Silvano) con un VFR nuovo
che stanno facendo più o meno il nostro giro. Dopo 3 ore ½ di navigazione
sbarchiamo finalmente al porto di Moskenes. Visto che è nostra intenzione
risalire tutte le Lofoten partendo da sud-ovest fino a nord-est (dove parte il
traghetto per Melbu) facciamo i 10 km che mancano per andare a Å (punto di
partenza). Å è praticamente un museo a cielo aperto dove le tipiche casette in
legno rosso dei pescatori (rorbuer) sono state destinate al museo dello
stoccafisso. Da adesso in poi il nostro sarà un lento viaggiare in mezzo a
queste imponenti montagne galleggianti in mezzo al mare. Sempre baciati dal sole
andiamo a visitare prima Reine (dove vediamo gli essiccatoi stracolmi di
merluzzi appesi) poi, dopo un ponte che ci porta sulla 2°
isola, Ramberg (posto consigliato per le foto). Dopo pochi km. c’è un bivio dove
un cartello indica che a destra si arriva al paese si Nusfjord; è quello che
cercavamo e ci dirigiamo a visitare questo sperduto paesino (l’unico modo per
arrivarci è fare questi 10 km che la separano dalla E10). Con tutta questa luce
non ci siamo accorti che sono già le 20:30 e non abbiamo ancora iniziato a
cercare un posto dove dormire. Puntiamo verso Leknes (dalla cartina sembra la
città più grande) ma non troviamo niente e allora iniziamo a girare avanti ed
indietro tra i paesini ma sempre con scarso successo. Stiamo quasi pensando di
passare la notte all’aperto quando alle 22:30 troviamo una camera da privati.
Scarichiamo le moto,mangiamo un hamburger al distributore di Leknes poi andiamo
a Unstad a vedere il sole di mezzanotte che non tramonta mai; che
spettacolo!!!!(mannaggia x la nuvola). Alle 2:00 torniamo a letto felici e un po'
stanchi.
Sabato 1 luglio Leknes (N) – Honningsvag (N) di 1115 km.
Stamattina ci siamo concessi un po’ più di riposo (ieri sera ci siamo
addormentati alle 2:30) e, dopo la mia quotidiana
ricomposizione dei bauletti (perché quelli di Andrea sono sempre in ordine?),
prendiamo le moto per andare al super- mercato a fare colazione. Visto che il
programma di oggi prevede di finire di vedere le isole Lofoten e di avvicinarsi
il più possibile a Capo Nord partiamo con calma. Passato il museo vichingo di
Borg ci dirigiamo verso Henningsvær (detta anche la piccola Venezia del nord)
per visitare il caratteristico borgo peschereccio costruito su palafitte. Siamo
un po’ preoccupati perché nonostante oggi sia una giornata soleggiata e calda
abbiamo letto sui quotidiani che per domani è previsto l’arrivo di una
perturbazione al nord; speriamo bene! Con il traghetto
Fiskebol/Melbu lasciamo le Lofoten e arriviamo alle isole Vesteralen. Dopo 200
km circa arriviamo a Bjerkvik (750 km da CAPO NORD) dove all’incrocio con la
statale E6 ci fermiamo all’area di servizio per fare benzina e mangiare
qualcosa. Sono le 15:30 e purtroppo il bel tempo ci ha abbandonato lasciando il
campo ad una serie di nuvole minacciose (ma come? Non doveva arrivare domani il
brutto tempo??). Passiamo Andselv e arrivati al bivio per Tromso (che evitiamo)
si accoda a noi un Varadero di un ragazzo tedesco. Quando a Skiboth ci fermiamo
un attimo per fare il punto della situazione il ragazzo tedesco ci chiede se per
noi è un problema se lui ci segue (figuriamoci!) e se non ci siamo accorti che
stiamo andando un po' troppo oltre il limite di
velocità;in effetti, forse per colpa del fatto che per strada non c’è nessuno
oppure perché c’è ancora molta luce, abbiamo una velocità di crociera sui
115/120 km/h quando il limite è di 80 km/h. Mi sa che stiamo esagerando
considerando il fatto che in Norvegia la polizia è cattivissima, soprattutto al
nord. Sotto un cielo grigio e nuvoloso costeggiamo per 60 km un fiordo poi alle
21:00 arriviamo a Storslett, il paese che avevamo scelto come termine della
tappa di oggi; siamo ad oltre 5000 km da Bologna e a 420 km da Capo Nord e
decidiamo di fermarci a fare benzina. Dopo il rabbocco salutiamo il Varadero
tedesco che decide di continuare tutta notte perché ha poco tempo (in 8 giorni
deve fare Berlino-Capo Nord-Berlino) mentre noi entriamo nell’area di servizio a
mangiare. Il ragazzo del bar ci conferma che la polizia al nord è cattivissima e
di stare attenti a non sorpassare il limite di oltre i 10 km/h
perché ci sono in giro delle pattuglie con delle Mondeo e Volvo “borghesi”
dotate di laser potentissimi. Sono le 22:00 quando la stazione di servizio
chiude e mentre ci stiamo organizzando per cercare un campeggio passano sulla
strada 3 moto in direzione nord che ci salutano; io e Andrea ci guardiamo in
faccia e ci domandiamo “Perché non andiamo anche noi?”. In fondo luce ce n’è a
volontà (anche se è nuvolo), la stanchezza fisica si è
trasformata in adrenalina pura di fronte alla possibilità di arrivare alla meta
e poi forse riusciamo ad anticipare la perturbazione. LA DECISIONE E’ PRESA!! SI
VA’!! In previsione della nottata in moto decidiamo di mettere l’imbottitura
dei pantaloni (è la prima volta da quando siamo partiti da Bologna) e di tener
pronta una felpa. Nonostante per strada non ci sia nessuno (ma proprio nessuno!)
decidiamo di mantenerci ad una velocità di 85-90 km/h per non incappare in un
bel ritiro-patente. Attraversando monti aridi ed una vegetazione sempre più rada
passiamo prima il passo Kvaenangsfjell poi, dopo essere entrati nella regione
del Finnmark, arriviamo ad Alta dove ci fermiamo a far benzina in uno dei 2
benzinai aperti 24 ore al giorno. Finalmente si iniziamo a vedere i primi
cartelli stradali per NORDKAPP!!!! Da Alta a Skaidi l’E6 passa in mezzo ad un
altopiano completamente deserto e privo di abitazioni e dopo aver fatto passare
un ambulanza (i lampeggianti in lontananza ci aveva fatto prendere un colpo) ci
fermiamo per fare delle foto; sono le 2:00 di notte e il silenzio e la
solitudine che ci circondano ci inquietano. Prima di Skaidi incontriamo un
branco di renne che pascola a fianco della strada completamente indifferente a 2
esseri umani(?) che li sta fotografando. Mancano 140 km quando incrociamo e
prendiamo la E6 in direzione nord costeggiando il fiordo Porsangen lungo una
strada costiera interrotta da diverse gallerie non illuminate. Saltiamo il bivio
di Repvag, dove sdraiato in mezzo al prato vediamo il ragazzo tedesco del
Varadero che si riposa, e arriviamo all’ingresso del nuovo tunnel (quello che ha
sostituito il traghetto) che ci porterà dopo 7 km sull’isola di Mageroya. Memori
delle letture dei resoconti di altri motociclisti che sono stati a Capo Nord che
parlano di un tunnel particolarmente freddo e nebbioso (di condensa) mi cambio i
guanti in pelle per quelli invernali (per fortuna!!) poi ci “immergiamo” nella
galleria. Sbuchiamo infreddoliti ma non è finita perchè un altro tunnel di 5 km
ci aspetta prima di arrivare al bivio per Honninsgvag; mancano pochi km alla
meta. La strada inizia a salire, il tempo regge (è sempre nuvolo ma non piove!),
ci sono delle renne che corrono libere nei campi e noi siamo eccitatissimi.
FINALMENTE alle 4:30 e dopo 5508 km arriviamo a NORDKAPP. Facciamo le foto
(obbligatorie) davanti al cartello stradale quindi, passando davanti al casello
per il pedaggio chiuso (dalle 2:00 alle 9:00 non si pagano i 25 euro del
biglietto),arriviamo al parcheggio pieno di camper e roulotte. A piedi ci
dirigiamo verso la “rupe” e dopo il centro visitatori lo vediamo: il mappamondo
più famoso tra i motociclisti è là che ci aspetta. Gli e ci facciamo un pò di
foto poi ci sediamo sotto il mappamondo a …… far niente. Sono le 6:30 e una
nebbia bassa avvolge la rupe perciò dobbiamo scappare a ripararci in un
gabbiotto vicino le moto; peccato perché avremmo potuto portare le moto sotto al
mappamondo (solitamente non si può) e fare delle foto anche con loro. Alle 9:00
entriamo nel centro visitatori dove vediamo il film, compriamo qualche souvenir
e mandiamo sms ai vari amici. Iniziamo ad essere stanchi (siamo svegli da più di
24 ore e abbiamo fatto 1100 km) quindi torniamo ad Honningsvag e prendiamo una
camera al Rica Hotel. Alle 11:00 siamo a letto.
Domenica 2 luglio Honningsvag (N) di …… km.
Ci svegliamo alle 15:00 e fuori c’è il sole. Ci vestiamo con molta fatica
poi scendiamo per visitare le cittadina. A fianco delle nostre moto c’è il VFR
di Laura e Silvano (saranno anche loro nel nostro hotel). E’ caldo e si sta bene
in camicia ma siamo ancora cotti per riprendere la moto e tornare alla rupe.
Andiamo a vedere la mega nave da crociera attraccata al porto poi percorriamo le
2 strade del centro guardando le vetrine dei pochi negozi. Un passaggio in
paninoteca per ricaricare un pò le forze poi ci polleggiamo su una panchina a
“meditare”. In fondo siamo a Capo Nord. La soddisfazione per aver compiuto “la
nostra impresa” è tanta. Ci autocelebriamo. Ogni tanto passa qualche moto in
direzione del mappamondo e subito si risvegliano in noi le emozioni della notte
precedente con l’arrivo in solitario a Nordkapp. Il sole di oggi sembra
chiamarci di nuovo lassù ma siamo molto stanchi e decidiamo di andare a letto
molto presto stasera per poi svegliarci alle 5:00 stanotte così che se è ancora
bel tempo torniamo alla rupe. In camera guardiamo la TV poi alle 21:00 entriamo
nel mondo dei sogni.
Honningsvag |
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Lunedì 3 luglio Honningsvag (N) – Sodankyla (F) di 575 km.
La sveglia suona alle 4:30 e il controllo dalla finestra del tempo
atmosferico tocca a me; piove forte perciò si torna a letto e ci si rivede fra 3
ore. Alle 8:00 andiamo con calma a fare una super colazione e in sala ci
mettiamo a parlare con Laura e Silvano. Ci dicono che ieri dopo essere arrivati
in hotel verso le 14:00 hanno scaricato la moto poi sono andati a Capo Nord per
starci fino alle 22:00; il tempo è stato bello però non sono riusciti a fare una
foto decente al mappamondo causa la ressa di turisti (una ventina di pullman –
probabilmente erano quelli della la nave da crociera). Andiamo tutti in
direzione Finlandia ma loro vogliono prendersela con ancora più calma di noi
perciò ci salutiamo e noi partiamo. Inizia il lungo viaggio del ritorno a casa.
Al casello del (ri)pedaggio del tunnel inizia a piovere (una tettoia no!) e il
brutto tempo ce lo portiamo dietro per 100 km. A Lakselv, dopo essere quasi
caduto per colpa di una pecora impazzita in mezzo alla strada, lasciamo il
fiordo Porsangen e svoltiamo a destra in direzione del confine con la Finlandia.
Ha smesso di piovere e la temperatura inizia a salire; anche il paesaggio cambia
passando da una natura brulla e arida ad una grande distesa di alberi. Come
oramai da molti giorni il traffico è quasi inesistente e complice anche una
strada quasi senza curve la guida risulta rilassata. Dopo qualche foto al
confine ci fermiamo a far benzina nella prima cittadina finlandese (finalmente
si torna ad usare gli euro) e ci spogliamo perché ci sono 28° c. Dopo il pranzo
a Inari (vicino al lago) veniamo raggiunti dal VFR di Genova ed insieme
arriviamo fino a Sodankyla dove io e Andrea prendiamo un bellissimo bungalow al
campeggio mentre Laura e Silvano vanno in hotel. Ci ritroviamo più tardi al
ristorante a mangiare insieme (che buona la zuppa salmone e patate!) e a passare
una piacevolissima serata. Ci addormentiamo tardi.
Confine Norvegia/Finlandia |
Le 3 moto in riva
al classico lago finlandese |
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Martedì 4 luglio Sodankyla (F) – Kuopio (F) di 679 km.
Il cellulare (usato come sveglia) di Andrea suona alle 7:30 e come 2 bradipi
ci iniziamo a preparare. L’appuntamento con Laura e Silvano è alle 8:30 davanti
il loro Hotel perché vogliamo viaggiare insieme fino a Rovanieni (il paese di
Babbo Natale) per poi dividerci dopo con noi verso la Finlandia e loro verso la
Svezia. E’ nuvolo e freschino (18°c) a Sodankyla e strada facendo il tempo
peggiora tanto che a Rovanieni arriviamo con la pioggerellina. Non so se eravamo
noi che ci aspettavamo chissà cosa o se è stata la pioggia che ha “ingrigito”
l’atmosfera fatto è che il villaggio di Babbo Natale (qua chiamato Santa Claus)
ci ha deluso. Durante la nostra visita ci siamo fatti fare la foto con il vero
Babbo Natale (ehh!!) e abbiamo imbucato la richiesta per farci spedire la
cartolina a casa per Natale da Santa Claus. Dopo un giretto nei negozi di
souvenir siamo andati con le moto sotto al cartello del circolo polare artico
(che in Finlandia si chiama Napapiiri Arctic Circle) per le foto di rito. Qui
abbiamo incontrato un ragazzo di Asti con un Varadero che a forza di 1000 km al
giorno (è partito sabato da Asti) voleva arrivare in giornata a Capo Nord
(mah!!!); ha inoltre consigliato Laura e Silvano di non fare la Svezia perché
secondo lui è noiosissima. Dopo i saluti (e dopo esserci spogliati visto che è
rispuntato il sole) siamo partiti verso sud andando in direzione Kemi. Con
nostra sorpresa al bivio per la Svezia il VFR di Genova ci segue in direzione
Finlandia. Dopo OULU ci fermiamo per mangiare qualcosa insieme. Questa è
veramente l’ultima volta che stiamo insieme perché pochi km dopo c’è il bivio
che ci dividerà con noi che andremo verso Kuopio e loro verso Turku e il
traghetto per Stoccolma. La strada che porta a Kuopio è un lungo rettilineo
intervallato da qualche semicurva e qualche cunetta che taglia a metà il bosco e
costeggia spesso uno dei 1000 laghi finlandesi. All’improvviso la strada si
allarga enormemente per poi dopo 2 km tornare della larghezza normale; abbiamo
scoperto poi che si tratta di vecchi aeroporti, oramai in disuso,
usati una
volta per atterraggi di fortuna. Arrivati a Kuopio tralasciamo la città per
cercare un bungalow in uno stupendo campeggio sul lago. La serata si conclude al
bar a vedere la semifinale dei mondiali Italia-Germania (non siamo ancora
riusciti a fare la famosa sauna finlandese). La notte torna ad allungarsi.
La casa di Babbo Natale |
Il circolo polare
artico finlandese |
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Mercoledì 5 luglio Kuopio (F) – Helsinki
(F) di 400 km.
Oggi vogliamo arrivare ad Helsinki abbastanza presto per dedicare alla
visita della città più tempo possibile. Il sole e il caldo sono sempre nostri
amici e alle 8:30 quando usciamo dal campeggio ci sono già 20°c. La strada che
percorriamo per arrivare ad Helsinki è una scorrevole statale che scorre in
mezzo a boschi e laghetti (praticamente come ieri pomeriggio). Arriviamo a
“turist info” in pieno centro alle 12:30 dove ci facciamo prenotare un hotel in
centro con parcheggio; il risultato è l’ottimo Holiday Inn per 86€ la camera.
Dopo una doccia rigenerante lasciamo le moto in garage e a piedi iniziamo a
scoprire la capitale finlandese. Per arrivare in centro passiamo prima davanti
alla sede della Nokia, poi dentro un mercatino delle pulci,quindi in mezzo ad un
parco pieno di gente sdraiata a prendere il sole ed infine per la via principale
che porta al porto (che noi abbiamo chiamato la “ramblas di Helsinki”). Sarà
forse colpa della stupenda giornata ma tutta questa gente in giro per la città
ci ha fatto pensare ai finlandesi come a delle lucertole che sfruttano i pochi
mesi belli dell’estate per godere del caldo e della luce che durante il resto
dell’anno mancano. Dopo aver consumato alle baracchine del porto un fritto misto
delizioso (cipolla,pesce,patate e salmone) siamo tornati verso l’hotel dove
finalmente ci siamo concessi una rigenerante sauna. La serata è finita in camera
a vedere in TV l’altra semifinale di calcio Francia-Portogallo.
C’è Helsinki… |
...e Helsinki! |
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Giovedì 6 luglio Helsinki (F) – Tallin (E)
di 35 km.
Oggi lasciamo la vecchia Europa per entrare in Estonia, un ex (da molto
oramai) territorio russo; siamo molto curiosi. Il traghetto veloce per Tallin
parte alle 9:00 quindi dopo la super colazione dell’Holiday Inn poi siamo corsi
al porto per imbarcarci. Per la prima volta da quando siamo partiti abbiamo
mostrato il passaporto. Sul traghetto facciamo conoscenza con Giovanni,
un pediatra fiorentino sui 60 anni che da 5 vive ad Helsinki, che dice di
conoscere bene Tallin perché ci viene spesso a fare acquisti (sta costruendo un
ristorante su un isola vicino a Helsinki). Ci consiglia di alloggiare
all’ostello dell’università visto l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Dopo 1 ora e
45 min. sbarchiamo a Tallin.
Seguendo Giovanni arriviamo all’ostello dove prendiamo una camera doppia; ci
diamo appuntamento al porto per le 19:30 perché Giovanni ci vuole portare ad un
famoso festival estivo. Il pomeriggio lo passiamo in giro per la città piena di
turisti. La città vecchia è tutta fortificata e circondata da grosse mura;molto
carina! Il caldo ci costringe a fermarci una prima volta nella birreria in
piazza dove ci riposiamo davanti a 2 birre e dei crostoni fritti all’aglio (una
delizia). Riprendiamo il lento camminare per le stradine del centro e prima di
andare al porto per l’appuntamento con Giovanni ci concediamo un’altra birra (fa
molto caldo!). Giovanni ci porta al “festival estivo” e l’impatto è: “Ma quanta
gente c’è?”.
Nel immenso parco di una villa usata come residenza dagli Zar sono stati
mescolati assieme palchi per concerti, stand gastronomici di ogni tipo, un
luna-park e rivenditori di gadget vari. Nonostante la confusione ai massimi
livelli l’atmosfera che si vive è rilassante anche perché questo festival è
frequentato da persone di ogni tipo (famiglie con bambini piccoli, gruppi di
giovani ragazzi/e, coppie di fidanzati). Stiamo veramente bene. Secondo i nostri
personali criteri oggi abbiamo visto le più belle ragazze del viaggio. Alle
23:00 ritorniamo al porto, prendiamo la moto e torniamo all’ostello.
In giro per Tallin |
Un po' di ristoro |
In attesa del concerto |
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Venerdi 7 luglio Tallin (E) – Riga
(LE) di 321 km.
La nostra gita sta cambiando caratteristica; dopo 10 giorni passati a
visitare luoghi e paesaggi naturali di particolare interesse (abbiamo
volutamente evitato le medie/grandi città scandinave) siamo passati al classico
“Tour delle città”. Dopo Helsinki e Tallin oggi visiteremo Riga poi Cracovia e
forse Budapest. In questo modo anche la nostra giornata tipo è cambiata perché
stiamo meno tempo in moto (solitamente solo la mattina), facciamo meno
chilometri e il pomeriggio giriamo a piedi. E’ per questo motivo che stamattina
con molta calma ci svegliamo e ci prepariamo a percorrere la “via baltica”, la
strada che unisce da nord al sud i 3 stati baltici. Giovanni ci ha avvertiti di
stare attenti ai molti cantieri stradali disseminati lungo la strada. Dopo pochi
minuti siamo già sulla E67 in direzione Parnu. I primi chilometri sono un po’
trafficati (mai come le nostre città italiane) ma appena usciti dalla città il
traffico ritorna negli standard: “nullo”. Arriviamo a
Parnu attraversando sempre e solamente dei boschi (sembra di essere ancora in
Finlandia), facciamo benzina e ripartiamo in direzione Lettonia. Che scocciatura
questi lavori stradali!!! Al confine solite foto poi via di nuovo. Arriviamo a
Riga e veniamo subito fagocitati nel suo mega-traffico tanto che per arrivare al
turist-info in centro ci mettiamo 40 minuti di pura sofferenza (è un caldo
micidiale). Dopo la doccia rinfrancante in hotel inizia la seconda parte della
giornata dedicata alla visita della città. La parte
antica della città è gradevole e carina ma il caldo “assassino” ci costringe a
fermarci più volte nei pub/birrerie a rigenerarci con delle birre belle fresche
(tra l’altro costano anche poco). Dopo la cena greca torniamo in hotel
incrociando un furgoncino pieno di ragazzi nudi che festeggiano un addio al
celibato.
Sabato 8 luglio Riga (LE) – Nida (LT) di
405 km.
Siamo partiti presto ma già con bel caldo (28° c.
alle 8:30). Abbiamo lasciato la E67 (la via baltica) per prendere la E77 perché
la destinazione di oggi è la penisola curlandese. Passiamo il confine oramai in
disuso e arriviamo a Siulai in poco tempo perché la strada è quasi completamente
diritta. La guida dice che vicino a Siulai c’è “la collina delle croci” che noi
vogliamo andare a vedere. Nell’avvicinarsi al posto l’immagine è quella di una
semplice collina in mezzo a sterminati campi ma appena ci si avvicina un po’ di
più ecco che la semplice collina diventa una collina piena stipata di croci.
Saranno milioni le croci di legno e ferro, grandi e
piccole, piantate o ammucchiate che nell’insieme creano
un’immagine alquanto angosciante. Dopo averla “visitata” finiamo le nostre
scorte di acqua (!) e ci rimettiamo in moto. Sull’autostrada per Klapeida ci
dobbiamo fermare in un’area di servizio perchè siamo stremati dal caldo.
Finalmente arriviamo a Klapeida e con un po’ di difficoltà troviamo la chiatta
che ci porterà sulla penisola curlandese. Sulla guida abbiamo letto che questa
penisola è un parco naturale (almeno nella parte lituana) dove la maggior
attrazione sono le dune di sabbia naturali alte anche 50 m. Scesi dalla chiatta
iniziamo a percorrere verso sud la penisola fino a Nida (ultima città lituana
prima del confine con la Russia) dove troviamo a fatica da dormire. Sono le
18:00 e c’è ancora tempo per andare in spiaggia a fare un bel bagno nel mar del
nord. Cena in un ristorantino in paese, passeggiata nel
lungo mare poi a letto.
Confine Lettonia/Lituania |
La collina delle croci |
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In attesa della chiatta |
Un bel bagno nel Mare del Nord |
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Domenica 9 luglio Nida (LT) – Varsavia (PL)
di 686 km.
Oggi c’è la finale di calcio dei mondiali quindi vogliamo arrivare in un
posto dove ci sia la TV e si possa vedere la partita. L’intenzione comunque è
quella di arrivare in Polonia e di avvicinarci il più possibile a Cracovia che
visiteremo domani. Partiamo presto per risalire la penisola curlandese e
riprendere la chiatta che ci riporta a Klapeida. Non potendo passare dalla
regione del Kaliningrad (è praticamente Russia) dobbiamo rifare l’autostrada di
ieri, passare l’incrocio con la E77 e arrivare fino a Kaunas dove ri-prendiamo
la E67 in direzione Polonia. Passiamo il confine senza problemi (quanti camion
pieni di macchine usate tedesche che vanno verso le repubbliche baltiche!) poi
dopo Augustow ci fermiamo a fare benzina e a mangiare un panino. Anche oggi fa
un caldo bestiale. Arriviamo a Varsavia in orario giusto anche se gli ultimi 30
km li facciamo a sorpassare una continua colonna di macchine che rientra in
città dopo la domenica passata in campagna (che stress con i bauletti laterali).
A Varsavia schiviamo un acquazzone per poco, poi dopo la
solita doccia mangiamo da PizzaHut e torniamo in camera per goderci la finale
Italia-Francia.
Cosa ci si inventa in una tappa di
puro trasferimento... |
...e ancora lavori stradali. |
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Lunedi 10 luglio Varsavia (PL) –
Cracovia (PL) di 312 km.
I chilometri previsti per oggi non sono tanti quindi con calma lasciamo
Varsavia e percorrendo la solita statale (è da un bel po’ di giorni che non
vediamo un’autostrada) arriviamo a Cracovia. Abbiamo praticamente tagliato da
nord a sud la Polonia attraversando un paesaggio composto da campi coltivati,
campagna e qualche collinetta ogni tanto ad interrompere la piattezza
dell’orizzonte; il ricordo che rimane più impresso nella mente è la grandissima
differenza del tenore di vita tra le grandi città e la campagna che esiste
ancora in Polonia (questa differenza è ancora più evidente nelle 3 repubbliche
baltiche). Cracovia ci accoglie piena di vita e di calore (del sole!!!). La
visita della città scorre piacevolmente tra un kebab e una foto, tra un gelato e
una visita ad una chiesa. Seguiamo un percorso consigliato dall’ufficio del
turismo che partendo dalla piazza centrale Rynek Glowny (stupenda piazza
medievale del 1257, una delle più grandi d’Europa) arriva fino al castello di
Wawel passando vicino ai principali monumenti della città. Per la cena torniamo
nella piazza centrale dove trascorriamo anche la serata girovagando tra le
bancarelle del vecchio mercato delle stoffe in cerca di qualche regalino da
portare a casa.
La piazza centrale |
...a camminare viene
fame... |
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L'ingresso al castello |
In cerca di souvenir |
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Martedì 11 luglio Cracovia (PL) – Brzeszcze
(PL) di 106 km.
Oggi vogliamo visitare le famose miniere di sale di Wieliczka e i campi di
concentramento di AUSCHWITZ; sono 2 posti molto vicini a Cracovia ma visto che
il nostro hotel non ha più delle camere libere (lo sapevamo già) ci tocca
caricare tutto sulle moto e ricercare poi una
sistemazione per la notte. Peccato perché girare scarichi era meglio. Giungiamo
all’ingresso delle miniere e dopo 30 minuti di coda sotto il sole per fare il
biglietto ci polleggiamo all’ombra in attesa delle 13:00, ora in cui parte la
visita guidata(obbligatoria per
visitare le miniere) in italiano. La visita dura circa 2 ore e inizia
facendo una scala in discesa che ci porta a -85 metri sotto terra; si prosegue
poi con una serie di corridoi attraverso grotte passando a fianco di numerose
statue di sale fatte dai minatori. Si passa dalla cappella Santa Kinga a – 101
metri poi vicino a dei laghetti a -120 metri ed infine a fianco del ristorante a
-125 metri. A -135 metri c’è l’ascensore che riporta in superficie. All’uscita
siamo quasi svenuti per lo sbalzo termico poi siamo partiti lungo strette
stradine di campagna verso AUSCHWITZ. All’ingresso del campo di concentramento
(quello con la scritta “ARBEIT MACHT FREI”) ci siamo accodati ad un gruppo
italiano di Trento con guida locale che con il suo racconto ci ha raggelato il
sangue ancora di più di quanto possa fare la semplice visione di questi posti.
Finita la visita non siamo andati al campo di concentramento di BIRKENAU (quello
dei binari che entrano nel portone del campo) perché l’avevamo già visto nel
2003 ma abbiamo iniziato a cercare un hotel nelle vicinanze (ma si potrà
chiamare un paese Brzeszcze?) La giornata si è conclusa con la rottura della
lampadina del TDM alle 21:00 nel tornare dal ristorante in hotel (aiuto!!!!).
La cappella Santa Kinga a -101 m... |
...e il ristorante a -130
m. |
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Senza parole... |
... |
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Mercoledì 12 luglio Brzeszcze (PL) –
Pinsdorf (A) di 618 km.
Ieri sera davanti ad una pizza e un ottimo minestrone abbiamo deciso che non
ne abbiamo più voglia di girare per delle città con questo caldo. Non andiamo
più a Budapest ma ci dirigiamo verso l’Austria in cerca del refrigerio che ci
possono offrire (speriamo) le alpi. Oggi quindi diventa
una semplice tappa di trasferimento. Prima però compriamo e montiamo la
lampadina del TDM poi lasciamo la Polonia (ma come cavolo guidano ‘sti polacchi?
E che schifo di asfalto hanno?) per raggiungere BRNO in
Repubblica Ceca e poi l’Austria. Decidiamo di percorrere
la strada panoramica del lungo Danubio ma dopo 30 chilometri un
mega-temporale-uragano (va bene un po’ di refrigerio ma non così!) ci costringe
a prendere l’autostrada per raggiungere Pinsdorf, un paesino in riva ad un lago
in mezzo alle montagne. Per la prima volta ci concediamo una ½ pensione in una
tipica gasthaus austriaca. L’unico pensiero di oggi è per la gomma posteriore
del TDM che inizia ad essere molto consumata. Il cielo è tornato limpidissimo e
sereno.
Dov’è Pinsdorf ??? |
Ci arrivi a casa? |
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Giovedì 13 luglio Pinsdorf (A) – Silandro
(I) di 500 km.
La splendida giornata di oggi non poteva che cominciare con una splendida e
abbondante colazione. Visto che il programma di oggi prevede la scalata del
Grossglockner ci pappiamo i primi 100 chilometri di autostrada in tutta
scioltezza poi ce ne facciamo altrettanti per arrivare al casello del pedaggio;
ci mettiamo una felpa (cercavamo il fresco?!), paghiamo (17€ x le moto) e
percorriamo la famosa strada montana. A vedere il panorama sembra di essere
tornati in Norvegia con la sola differenza che adesso siamo 1000 metri più in
alto e che l’acqua che vediamo non sono fiordi ma laghetti alpini. Che
spettacolo tutte queste belle curve, vorremmo non finissero mai. Prima di
tornare in Italia (finalmente un caffè!) siamo obbligati a fermarci lungo la
strada: il contachilometri segna 10000 km dalla partenza. 10000 km dalla
partenza?!? Foto, foto. Passiamo il cartello ITALIA (di nuovo
a casa!) e dopo 20 chilometri siamo già ingastriti
come due tigri: la statale della Val
Punteria è trafficata come non mai. Camion, pullman e
camper ci fanno subito rimpiangere l’Austria. Bolzano, Merano poi ci fermiamo a
Silandro a dormire perché domani vogliamo fare lo Stelvio.
Le ultime stupende curve del
Grossglockner |
Sua maestà il ghiacciaio! |
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...10.000 KM! |
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Venerdì 14 luglio Silandro (I) - BOLOGNA di
651 km.
E’ l’ultimo giorno ma non è ancora finita! Come ultimo giorno bisogna
terminare questa stupenda gita a CapoNord con una tappa memorabile. Per noi 2
amanti delle strade di alta montagna non rimane altro che fare più passi montani
oltre i 2000 metri in un giorno. Che giornata che ci si prospetta davanti!
Partiamo da Silandro e facciamo subito lo Stelvio (2758 m.) poi iniziamo a
scendere e dopo pochi chilometri voltiamo a destra entrando in Svizzera.
Passiamo il Umbrailpass (2501 m.) e dopo pochi chilometri di strada sterrata
arriviamo a Santa Maria. Giriamo a sinistra e iniziamo a risalire la
Val Mustair fino ad arrivare al Ofenpass (2149 m.).
Passiamo l’incrocio con la galleria che porta a Livigno e arriviamo a Zernez,
quindi Susch dove prendiamo la strada per il Fuelapass (2383 m.). Scappiamo
dalla famosa (e trafficata, per essere una cittadina di montagna) Davos e
percorriamo una strada lungo valle poco trafficata. Attenzione a non superare il
bivio per l’Abulapass (2321 m.) perché non fare questa strada sarebbe un
delitto; ci si incrocia varie volte con la linea ferroviaria del famoso trenino
del bernina (se si è fortunati lo si vede anche) che a queste altezze è
costretto a fare delle curve che sembrano tornanti. La discesa del passo inizia
prima con falsopiano in mezzo a laghetti alpini poi con la discesa vera e
propria. Visto che vogliamo andare a fare benzina a Livigno cerchiamo di
arrivare il più vuoti possibili di serbatoio; è per
questo motivo che Andrea è costretto tenere il motore in folle
:-) per cercare di consumare pochissimo visto che la spia della riserva è
accesa da 50 km. Arriviamo sulla statale che porta a Sant Moritz ma non la
raggiungiamo perché prima voltiamo a sinistra in direzione Tirano. Andrea si
ferma a far benzina (2,3 litri... per
non esagerare) e iniziamo a scalare il passo Bernina (2328 m.). Per fortuna che
la giornata è bella e soleggiata perché altrimenti a queste altitudini…
Finalmente andiamo verso Livigno ma prima passiamo la Forcola di Livigno (2315
m.) dove rientriamo in Italia. Appena passiamo il primo benzinaio di Livigno
Andrea rimane a secco con la benzina (per fortuna che prima
aveva fatto 2,3 litri); cosi vediamo esattamente quanto tiene un
serbatoio del TDM! Faccio il pieno anch’io (che bazza la benzina che costa circa
2/3 che in Italia) poi facciamo in sequenza il passo d’Eira (2209 m.) e il passo
di Foscagno (2291 m.) e siamo a Bormio. Un bel sospiro e poi via per il passo
Gavia (2621 m.) dove ci fermiamo al bar per farci il “bombardino” con crostata
di mele (che delizia!). Abbiamo fatto 10 passi (di ognuno abbiamo la foto con
moto e cartello stradale) e adesso siamo seduti all’aperto a pensare che il
“nostro” viaggio è finito (va bhè, manca ancora qualche
chilometro di anonima autostrada). Che tristezza! Alle 18:00 siamo al
casello di Bologna per l’ultima foto celebrativa... poi
via in mezzo al traffico della tangenziale (non cambia mai!) per tornare dalle
nostre metà...
...FINE! |
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