in collaborazione con

LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

PERSONAGGI

ORESTE GARZINO, ARCHITETTO E SINDACO DI SAVIGLIANO

Terminato il Ginnasio a Savigliano si iscrive al Liceo Artistico a Torino ove diviene allievo, conservando poi per tutta la vita un felice e fecondo rapporto di amico-discepolo, con Noemi Gabrielli. Conseguita la maturità si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico, ove si laureerà a pieni voti con Carlo Mollino, ma al tempo stesso continua a frequentare anche la cerchia di amici del Liceo che ha proseguito gli studi di pittura all'Accademia Albertina. Accade così che spesso si trovi anch'egli a seguire le lezioni di Felice Casorati e di tanti altri maestri, non ultimo Mario Gilardi (che è il padre Italo, compagno di scuola del Liceo, ma anche di Silvano, di Sandro e di Piero) e che diventa prima il maestro e poi l'amico col quale lavorare per il restauro dell'Abbazia di San Pietro. Il progetto per il nuovo altare, il restauro ed il completamento delle decorazioni per il Santuario della Sanità sono poi l'occasione per un altro incontro destinato a segnare la vita artistica di Oreste Garzino: quello con il pittore Ottavio Mazzonis. Quello con la pittura rimane per Garzino un rapporto coltivato con estremo riserbo, condiviso solo con i familiari e con pochi amici, ma mai lasciato cadere e tale da influenzare anche il suo modo di pensare l'architettura.

Procediamo però con ordine. Durante il periodo degli studi, quando nel fine settimana torna a Savigliano, Oreste Garzino si dedica con passione al proprio impegno sociale: con alcuni amici è tra gli animatori instancabili di numerose iniziative della parrocchia di Sant'Andrea, dell'Azione Cattolica e della San Vincenzo cittadina. Nel 1948 il passaggio all'impegno nelle file della Democrazia Cristiana si compie quasi come il compimento di un processo di maturazione: è l'anno dei Comitati Civici e la lezione di Gedda sarà per Garzino l'esempio a cui egli guarderà per tutta la vita. Infatti la sua partecipazione all'interno della Democrazia Cristiana cittadina è sempre segnata più dall'impegno che dalla militanza: pur rivestendo nel corso degli anni ruoli di primo piano egli non sarà mai né segretario di sezione né personalità di riferimento locale per le allora influentissime correnti del partito. L'impegno di Garzino nella vita sociale è soprattutto amministrativo, diviso fra la realizzazione del nuovo ospedale SS. Annunziata e l'Amministrazione comunale. Prima è presidente dell'Ospedale (1962-69) poi assessore (1970-73) e sindaco (1973-75 succedendo all'amico Enrico Graneris) per tonare a presiedere (1980-84) il primo comitato di gestione dell'U.S.L. 61. Sono anni di attività intensa: prima la trasformazione del consistente patrimonio terriero del SS. Annunziata in strutture ospedaliere, tanto da rendere il nosocomio, unitamente alla Ferroviaria, la prima fonte di occupazione per la città, poi l'impegno in Comune. In quella sede sono numerosissime le opere dirette dal dipartimento del quale ha responsabilità diretta come assessore: la nuova scuola media Schiaparelli, la nuova scuola elementare in Borgo Pieve, la nuova piscina comunale (allora l'unica in provincia), il restauro del Teatro Milanollo e soprattutto la costituzione della gipsoteca Galateri-Calandra. L'occasione scaturisce oltre che dall'antica amicizia di Garzino con la famiglia Galateri (il conte Annibale è il suo primo maestro, ancora prima del Liceo Artistico) dall'opportunità, grazie alla segnalazione del barone Ottavio Mazzonis, di salvare i numerosissimi gessi di Davide Calandra conservati presso la Cascina Grossa a Murello. É un patrimonio culturale immenso e del quale gli eredi dello scultore non potevano più prendersi cura. É così che con poche risorse (grazie al lavoro dei falegnami del comune che realizzano gli allestimenti, alla disponibilità gratuita prestata dalla ditta Eurodistribuzione per l'imballaggio ed il trasporto dei gessi da Murello a Savigliano), ma al tempo stesso con il contributo arricchito da preziosi suggerimenti di figure di prima grandezza (quali Carlo Argan, Noemi Gabrielli, Nello Ponente ed Aldo Mola), Garzino progetta l'allestimento della gipsoteca. É un lavoro entusiasmante, da un lato la gioia dell'amministratore che riesce ad arricchire la sua città, dall'altra l'impegno dell'architetto che realizza, con un consenso scientifico condiviso, una progettualità impegnativa.

Al di là delle opere realizzate durante il ruolo di amministratore pubblico (che ad eccezione della Schiaparelli affidata a Paride Strobino e del SS. Annunziata per cui è incaricato Flavio Vaudetti, egli stesso progettava gratuitamente, impiegando le risorse del proprio studio professionale) Oreste Garzino ha avuto una vita professionale molto intensa. Il lavoro di architetto, all'interno della sua casa-studio di corso Vittorio Veneto è una dimensione a tutto tondo ed il linguaggio del disegno è per lui la più autentica forma espressiva e di comunicazione. Potremmo percorrere un arco di vita professionale che va dagli stabilimenti della Fissore a Savigliano ed a Cherasco, agli stabilimenti della Origlia di Savigliano e Marene all'Euro di Genola, dalla Bertone all'Eurodistribuzione, dalla Barbero a Canale alla Maes a Savigliano per giungere al Museo Ferroviario di via Coloira, attraverso una serie di appuntamenti con l'architettura sempre fecondati da opere. É così per il restauro del teatro di Ceva, per le numerose case Gescal costruite in provincia, per la Casa di Riposo a Racconigi e per il completamento di quella di Savigliano, per il restauro di Palazzo Taffini e la riapertura di via delle Beccherie, per il restauro del castello di Genola, per gli asili della Sacra Famiglia, delle parrocchie della Pieve e di San Giovanni, per il convento delle Suore Sacramentine a Canale, per gli uffici della Mondo al Gallo e della villa Ferrero ad Alba, per il progetto di riuso e di ampliamento del Liceo Scientifico e dell'Istituto Tecnico per Geometri oltre che dell'antico palazzo comunale in via Miretti. Poi ci sono le opere in corso, quali la partecipazione ai raggruppamenti professionali incaricati per la scuola elementare in Borgo Aragno a Mondovì e per i nuovi uffici IBM a Segrate, al di là ancora delle tante residenze uni e plurifamiliari progettate nell'arco di oltre quarantacinque anni di vita professionale. É la cronaca del lavoro ininterrotto di una vita operosa, ma Oreste Garzino ci piace immaginarlo con la tensione per quello che ci avrebbe ancora potuto regalare, con la sua fantasia creativa, con le sue proposte progettuali sempre pronte, con quel suo modo di essere architetto nel pieno rispetto dell'etimologia della radice greca della parola che vede nel significato di arché la ragione che raccoglie, raduna e unifica.

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