LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

QUELLE PISTE CICLABILI SONO PURTROPPO UN ERRORE

Qualcuno potrà dire che sono il solito «bastian contrario», che non mi va mai bene niente e che trovo sempre da ridire su tutto. Ma, onestamente, non me la sento di stare zitto e, interpretando quanto secondo me dice e mugugna la maggioranza della popolazione ma non se la sente di esprimerlo pubblicamente, continuo a criticare il recente operato dell'Amministrazione comunale. Tre o quattro gli argomenti che potrebbero essere presi in esame.

1) Le piste ciclabili. Ribadisco quanto già ebbi a scrivere. Stiamo buttando via mezzo miliardo e passa di quattrini della comunità. Un primo tratto è stato realizzato in corso Indipendenza. Si è trasformato uno dei più bei viali della città. Facendo quel che più nessuno fa o cerca di fare si è asfaltato uno splendido percorso in terra battuta impermeabilizzando contro natura un altro, l'ennesimo, tratto di città. Per correre dietro alle mode si è trasformato un luogo affascinante ed eterno (era sicuramente così da due secoli, se non da più) in un luogo impercorribile. In inverno perché, gelando acqua o neve, più nessun ciclista o pedone si sognerà di percorrere il bel controviale. In estate estate perché il caldo, reso ancor più evidente dall'effetto riflettente dell'asfalto, sconsiglierà il transito. Bel risultato! Ma non è finita. Trattandosi in contemporanea di pista ciclabile e di spazio pedonale, il controviale dovrà ancora essere «abbellito» con un bel «cordolo» centrale a due colori e dovrà -tranne che a Savigliano ci si comporti diversamente dal mondo intero- trasformarsi in una bella arlecchinata. Sì, perché le «ciclabili» sono colorate di bianco e azzurro o bianco e verde, perché ogni attraversamento di strada si deve distinguere da una massiccia area segnalata cromaticamente, perché ovunque, al suolo, dovranno apparire i segnali stilizzati delle biciclette, le freccie, gli stop, le indicazioni di precedenza, e quant'altro, esattamente come per le autovetture. E noi non siamo che all'antipasto! Prima che si arrivi al dolce! Dall'Ospedale alla Stazione: una pista ciclabile (in parte tale ed in parte pedonale) che sarà scavalcata dalle auto, che scavalcherà le auto, che conviverà con questo e con quello senza assumere mai la propria identità. E che colorerà qua e là di azzurro o di verde le nostre strade a ridosso del centro aggiungendo ulteriori cartelli stradali ai già esistenti. Quattrini buttati.

2) Parcheggio e pista in via Alba. Ho già avuto occasione di dire la mia, ma oggi, con la novità del parcheggio riservato alla Alstom in area fieristica, mi sembra ci sia qualcosa ancor da aggiungere. Più volte i nostri Amministratori, in riunioni od altro, si sono vantati di aver reso possibile, con un cambio di destinazione d'uso, la realizzazione di nuovi capannoni Alstom e la fattibilità dell'ingresso in area diversa dall'attuale. Ora scopriamo che, invece, nulla cambia: l'ingresso sarà dunque sempre lo stesso e, per evitare l'andare e venire delle auto (o perché il parcheggio interno servirà a qualcos'altro!), si potrà anche mettere a disposizione dei dipendenti l'area di via Canavere che, dopo la costruzione della caserma dei Carabinieri, l'utilizzo del «cuore» per l'innalzamento di un'antenna per la telefonia mobile, la trasformazione di un'angolino in strada, l'impiego di un altro angolo come discarica di verde ed inerti, verrà ulteriormente dequalificata e trasformata in parcheggio (ahimè, se penso all'ambizioso progetto dell'area fieristica dell'architetto Franco Barbano il cui plastico è ancora da qualche parte in Municipio, che fallimento!). Ma gli automobilisti-pedoni, anche se dipendenti Alstom, non voleranno! Allora bisognerà inventarsi delle soluzioni strategiche innaturali, che non stanno nè in cielo nè in terra. Il marciapiede di via Moreno si incuneerà -per bici e pedoni- dietro alla cappelletta, sfrutterà un apposito ponticello per scavalcare il Maira ed il canale per poi bloccarsi dinnanzi al vecchio casotto del dazio (tranne che il Comune decida di acquistarlo e di abbatterlo!). Proseguirà, non proseguirà? Dovrà comunque attraversare la strada ed affrontare le auto che possono viaggiare senza problema ai 90 all'ora sino all'incrocio del segnale «Savigliano», a ridosso appunto dell'ex casotto. Il passaggio sull'altra sponda, che servirà anche la caserma dei Carabinieri, avverrà subito o subito dopo. Qui il dilemma. Attraversare nell'immediato significherà accontentare i dipendenti Alstom e scontentare gli altri. Attraversare frontalmente alla caserma -dopo il superamento dell'ex casotto ed un tratto di percorso a sbalzo sulla scarpata laterale- accontenterà gli altri ma scontenterà i dipendenti Alstom. E poi il percorso ciclabile continuerà -utilizzato da nessuno, nessuno, nessuno (come direbbe Borrelli)- sino in punta alla nuova area artigianale e industriale? Bò!!

3) Piazza Galateri. Altri quattrini (per l'esattezza 150 milioni di lire pari a 77.468 euto) verranno gettati nell'operazione piazza Galateri. Il progetto non si conosce ancora. Dovrebbe essere allegato alla delibera di Giunta -che lo approva- del 27 dicembre 2001 (così come doveva essere allegato alla delibera di Giunta d'inizio dicembre -che lo approvava-, ma non c'era e non cè ancora, il progetto di piazza Sperino), ma non è completo. Nasce comunque dal presupposto che la piazza, soprattutto in periodo scolastico, sia congestionata dalle auto e «di difficile percorrenza» [le code, faccio notare, di solito raggiungono piazza del Popolo, la stazione e l'Ospedale!]. Cosa fare, dunque? Liberi di agire (il cesso pubblico non è stato realizzato e quindi non può dar fastidio, gli alberi sono stati quasi totalmente abbattuti e nei cittadini col tempo la memoria si perde), si può spaziare a destra e manca. Come? Ma è semplice. Siccome i pullman debbono caricare e scaricare gli studenti e non possono farlo per strada, allora si ricavano appositi spazi laterali, eliminando i marciapiedi e riducendo fortemente il verde. Presto fatto! Et voilà! Sul lato ad Est, forse con qualche cordolo o semplicemente tinteggiando l'asfalto, si fa passare la «ciclabile» e al centro si creano gli spartitraffici per le auto. Così anche questa piazza, che tale era da un secolo o forse più, viene stravolta (e a perderci, come sempre, oltre all'identità consolidata, è il «verde pubblico»).

4) Conclusioni. L'imperativo di questa Giunta sembra essere quello di «mettere tanta carne al fuoco». Dimostrare un grande attivismo, produrre, produrre, produrre, proporre, proporre, proporre. «Non tutto, ma qualcosa dovrà pur andare a buon fine!», così si immagina qualcuno pensi. Dimenticando l'esistente. Chi transita in corso Roma, così come in corso Vittorio, in piazza del Popolo, in corso Nazario Sauro, in piazza Schiaparelli, in corso Indipendenza e, via via, in un'infinità di altri luoghi, ha sottomano una situazione di conservazione disastrosa. Siepi, marciapiedi, segnali stradali, acciottolati, pavimentazioni, alberi, aiuole, ecc., danno una pessima impressione e, a dir del vero, a tratti fanno proprio pena. Non sembrano da città civile, non paiono adeguati ad una città che vanta luoghi come piazza Santa Rosa o pretende di voler e saper restaurare palazzo Muratori-Cravetta. Ma, probabilmente, non interessa. Mantenere non rende. Non dà immagine. Non regala voti.

luigi botta

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