LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

I NOMI DEI PADRI E QUELLI DEI FIGLI, DIRITTI E DOVERI, DEGLI UNI E DEGLI ALTRI

 

Ho l'impressione che dovremo cominciare ad abituarci a dire addio a Giuseppe, addio a Francesca, addio ad Antonio, addio a Giacomina, addio a Mario, a Giovanni, ad Anna, a Giorgio, a Piero, a Silvia e a molti degli altri nomi che caratterizzavano l'identità più popolare di questa nostra terra subalpina.

L'altro giorno la mia attenzione è stata attirata da un annuncio mortuario affisso sui muri di Savigliano. Al dolore per il decesso partecipavano anche i nipoti: Massimiliano, Katiuscia, Ambra, Sharon, Giada, Maycol, Daniel e Daisy.

Voglio tutti immaginarli «da grandi». Chissà quale, tra il nostro Mario e il nostro Maycol, apprezzerà di più il proprio nome; quale, tra la nostra Francesca e la nostra Katiuscia, non arrossirà sentendosi chiamare per strada; quale, tra la nostra Anna e la nostra Daisy, verrà nominata senza difficoltà dai proprii figli. E poi, divenuti genitori di una generazione futura, quali nominativi gli uni e gli altri sceglieranno per i loro figli. Gli unici, in fondo, a godere o patire i ghiribizzi dei genitori nel sottoscrivere il loro nome dinnanzi all'ufficiale d'anagrafe.

luigi botta

Torna a casa