LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

PER L'ILLUMINAZIONE DEI PORTICI DELLA PIAZZA SARÀ LA VOLTA GIUSTA?

 

Chi ha creduto che i lavori di ripavimentazione eseguiti su piazza Santa Rosa una decina di anni or sono fossero definitivi o potessero comunque assicurare una sistemazione di massima, valida per alcuni decenni, si è sbagliato di grosso. Stando all'impegno assunto recentemente dalla Giunta saviglianese ed approvato con il Piano di Qualificazione Urbana, la nostra storica piazza tornerà entro breve ad essere sbaraccata. Il progetto che rende nota tale decisione, e non ha segreti, anticipa che circa duecento milioni di lire (progettazione a parte) verranno spesi per collocare una serie di tubazioni sotterranee destinate ad ospitare i cavi della luce.

Lo scavo interesserà l'area esterna alle tre piastre in pietra: una canalizzazione larga circa un metro e profonda poco meno verrà realizzata nel bel mezzo dalla strada in cubetti di porfido che costeggia i portici. Attraverserà anche la piazza, tagliandola in tre parti, sempre sfruttando i passaggi in «pavé». Un lavoro, per il momento, solo di preparazione. Nello scavo verranno adagiate le canalizzazioni destinate ad ospitare i fili della luce. Qua e là appariranno in superficie -al centro delle strade di contorno- i tombini in ghisa da utilizzarsi per l'ispezione dei tubi sotterranei o per la posa in opera dei cavi.

In un secondo tempo, con spesa che ancora non conosciamo, si creerà una più ramificata ragnatela di diffusione del percorso sotterraneo e con ulteriori scavi si provvederà i tombini di nuove tubazioni sino ai portici. In un terzo tempo, con nuova spesa non ancora programmata, i cavi verranno finalmente fatti uscire dal sottosuolo e fatti salire -non si sa bene come- lungo i portici, sino a fermarsi in prossimità della zona ove, finalmente, dovrà essere collocata la nuova illuminazione. Probabilmente ci sarà ancora un quarto tempo, anch'esso con spesa da definirsi, destinato a questo punto a rendere visibile tutto il lavoro fatto e giustificarne la spesa: la sistemazione dei punti luce, con relative lampade adatte ai portici, diverse da arcata a arcata, da soffitto a soffitto. I tre tempi, per accelerare, potranno anche risolversi in uno solo.

Il totale dell'investimento ancora non si conosce e, neppure, il costo per ogni punto luce, l'incidenza che questa operazione potrà avere sul bilancio comunale e quale apporto positivo potrà fornire ai residenti, al commercio ed al turismo saviglianese. Se si riuscirà a portare a termine sarà forse una «bella» operazione. Se si riuscirà a portare a termine: non è ironia, ma constatazione.

La città ed i progettisti chiamati a più riprese -nel 1987, nel 1990, nel 1991, nel 1993, nel 1996, nel 1997, nel 1999 e forse in altri momenti (ci potrebbero anche essere imprecisioni nelle datazioni, perché per un comune cittadino è difficile capire quali siano stati gli incarichi, con quali finalità e con quali risultati, distinguendo esattamente l'uno dall'altro)- ad occuparsi di piazza Vecchia, dal suo aspetto generale ai particolari, hanno sempre comunque inserito nei loro studi la questione illuminazione, sostenendo di volta in volta modi diversi di procedere. Poi, quando si è trattato di passare alla fase operativa, ogni ipotesi progettuale è stata accantonata e riletta.

Così, ad esempio, le tubazioni posate durante la ripavimentazione del 1991-92 (quelle che la scheda n. 4 del «Piano di Qualificazione Urbana» puntualizza appartenere a metano, luce, acqua, telefono, fogna bianca «con relativi pozzetti di ispezione in ghisa [e gli] allacciamenti privati alla rete dei servizi sotterranei») per quanto riguarda la luce, risultano inutilizzabili. Come risultano ormai senza senso i tombini che appaiono a breve distanza dagli angoli di ogni «piastra» in pietra perché l'idea originale di lampioni centrali, seppure progettata e finanziata, è stata accontonata. Come sarebbe stata accantonata l'idea di promuovere l'illuminazione in collaborazione con l'Enel, di concretizzare una luce diffusa proveniente dall'alto e diretta alle facciate, di sistemare le lampade nel sottarco dei portici (al fine di far luce in contemporanea all'esterno ed all'interno), di provvedere a punti luce ad incasso nel pavimento, di sistemare luce indiretta e diffusa sui soffitti, di ..., di ...

Oggi, dopo tanti progetti spesati, finanziati e taluni anche realizzati in buona parte, ci stanno proponendo di ritornare al punto di partenza. Dopo i viaggi a Salisburgo, a Moretta, a Pavia, a Torino, a Vigevano, a Fossano, ad Innsbruck e in altri luoghi del Piemonte e della Liguria, dopo le prove dell'estate del 1997 con quattro lampade posizionate provvisoriamente tra le arcate, in attesa che l'Enel si faccia sotto con un suo progetto, sembra si stia pensando di ricollocare le lampade più o meno proprio nella posizione delle attuali. Ma bisognerà fare in fretta. Perché qualcuno potrebbe nel frattempo cambiare idea, chiedere o proporre un altro progetto e vanificare anche lo scavo ad anello intorno alla piazza. Lasciando ai posteri la memoria di un lavoro eseguito non «a regola d'arte» e di un livellamento non più omogeneo dei blocchetti di porfido. Con qualche quattrino in meno nelle casse della municipalità.

luigi botta

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