LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO |
UN COMMENTO |
GIÙ LE MANI DA PIAZZA GALATERI!
La pubblicazione sui giornali locali del progetto che il Comune intende portare a compimento in piazza Galateri mi impegna, come cittadino e come Consigliere, ad intervenire per sollecitare il Sindaco, l'Assessore, la Giunta, il Consiglio e gli Uffici ad utilizzare al meglio le loro qualifiche e le loro possibilità di ordinare e programmare la trasformazione sistematica della nostra Città. Non v'è angolo, incrocio, marciapiede, controviale, giardino e piazzetta di Savigliano, ove questa Amministrazione non abbia voluto in qualche modo metter mano. In molti casi con scarso tatto, poca sensibilità, tanta superficialità e modesto raziocinio. Qualcuno potrà dirne bene, qualcuno potrà esaltarsi: io sono profondamente dispiaciuto che in poco più di un lustro si sia riusciti a «sbaraccare», con incredibile faciloneria, quanto decine di progettisti autorevoli, ma soprattutto la storia saviglianese, avevano costruito in un secolo, un secolo e mezzo. Non so se è il caso di fare degli esempi. Piazza Sperino, corso Vittorio, piazza Nizza, parco Graneris, corso Indipendenza, ecc., con le finte piste ciclabili, le rotonde raffazzonate, i sensi unici ed altro ancora. Ripeto: qualcuno potrà gioirne, ma io (e con me tanti altri) no. Penso all'attenzione con cui l'Eula, nella prima metà dell'800, meditò gli assi viari programmando gli sviluppi futuri; alla delicatezza con la quale Cordoni, tra '800 e '900, raddrizzò alcune strade, creò i viali di corso Roma, immaginò il concretizzarsi di piazza del Popolo unita idealmente al «rondò» della ferrovia; all'avvedutezza con la quale Galateri, nel primo trentennio del '900, volle trasformare Savigliano in monumentale e «giocò» sugli «effetti cannocchiale», sui contrasti cromatici, sulla raffinatezza dei prati verdi e sulla forte caratterizzazione «alla francese» dei nostri corsi. Corso Indipendenza -invidiatoci fin dal Settecento-, le piazze, le vie alberate, gli ampli marciapiedi, le siepi; l'attenzione per l'arredo: l'uso dell'acciottolato, del pavet, le lose in pietra di Luserna ed i cordoli posati a secco per delimitare gli spazi degli uomini dagli spazi dei mezzi. Una grande attenzione. Tempi lunghissimi e ripensamenti progettuali continui. L'aspetto di Savigliano che noi osserviamo oggi è nato così. Questa Amministrazione, invece, senza meditare sul trascorso delle cose ma pensando semplicemente a «fare», ha cancellato, trasformato, impoverito, banalizzato, ridotto alla bisogna del quotidiano le cose più autorevoli che secoli di storia avevano modellato con infinita attenzione e grande avvedutezza. Ma veniamo a piazza Galateri. Il progetto pubblicato dai giornali è stravolgente. Ci obbliga a dimenticare la nostra bella e raccolta piazzetta con il monumento allo Schiaparelli. Ci impone di cancellare l'eleganza ritmica dello sviluppo circolatorio e ad agire con un paio di forbici. Tagliuzzando qui, togliendo là, aggiungendo un po' più in là, rivedendo l'insieme, incanalando il traffico ed inventando ben cinque spazi per i pullman. Salta fuori un guazzabuglio che sicuramente nulla ha a che vedere con la meditata situazione originale. Sparisce buona parte del verde; scompaiono i pochi parcheggi sul lato Est, si inventano le ennesime inutili piste ciclabili, si deviano i pedoni, si riducono gli ambiti viabili e si impongono al monumento gli spettri di tre grandi spartitraffici. Per me è la distruzione violenta di una delicata quanto raffinata situazione viabile studiata sulla carta e poi realizzata. Perché si fa ciò? Perché Savigliano sarebbe priva di una fermata per i bus. Allora, rosicchiando terreno ai marciapiedi -che a loro volta lo rosicchieranno ai giardini-, li si inventano. Due sul lato caserma. Due sul lato Est ed uno sull'altro. Cinque in tutto, per ospitare altrettanti bus. Poi si costruiscono le piste ciclabili, le si fanno convivere coi pedoni in attesa dei bus e si incanala rigorosamente il traffico. Quel che ne esce non è assolutamente una rotatoria, ma una sovrapposizione di tre strade con un nucleo centrale di difficilissima immissione (vedremo i bus come riusciranno a parcheggiare!). Ma era necessario? Quando la prima volta, in Commissione, si parlò dell'ipotesi di questo intervento, nessuno conosceva quanti bus che avrebbero dovuto fermarsi nella piazza. Rilevai i cartellini affissi alle apposite paline. Scoprii (e lo comunicai all'Assessore) che il numero dei bus variava da giorno a giorno, da mese a mese, da stagione a stagione. Quasi inesistente d'estate e nei giorni festivi: limitato alle scuole in periodo infrasettimanale, di punta il giorno di mercato. Così, un martedì scolastico, i pullman che sostano in piazza Galateri nell'arco della giornata sono 23. Arrivano alla spicciolata, di tanto in tanto. Solo alle 13,30 ed alle 17 (in periodo scolastico) tre bus potrebbero transitare in contemporanea. In altri periodi, festivi, estivi ed extrascolastici, di bus appena l'ombra. Noi, dunque, stiamo rovinando una piazza per l'ombra dei bus. Non possiamo evitarlo, destinando ad altre opere durature tale impegno finanziario (senza costringere poi successive Amministrazioni a dispendiosi aggiustamenti)?! Mi appello al Sindaco ed agli Assessori. Siamo ancora in tempo a ripensarci! E non dimentichiamoci il «wc» che non c'è, ma che per volere della Giunta, oggi, in piazza Galateri, dovrebbe far bella ed invasiva mostra di sè. Errare è umano, perseverare è diabolico. luigi botta |
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