LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

UN «PIANO DEL COMMERCIO» CHE DANNEGGIA LA CITTÀ

 

Con i voti favorevoli di tutti i Consiglieri di maggioranza, che hanno fatto quadrato intorno alle proposte della Giunta, e i voti contrari dell'opposizione al completo, è stato approvato durante la seduta del Consiglio comunale di venerdì scorso il tanto atteso Piano del commercio, il documento del quale si parla da tempo e che è stato presentato come il toccasana del settore per la nostra città.

Se qualcuno si attendeva che questo atto pianificasse anche solo minimamente il commercio di Savigliano può ritenersi sicuramente deluso. Riconferma cose già conosciute e codificate e sorvola -o meglio non fa per niente chiarezza- sull'unica zona della città dove il commercio avrebbe dovuto essere rigorosamente regolamentato, nella quale, purtroppo, in realtà si può fare tutto e il contrario di tutto. In pratica ciò che il titolare del commercio vuole.

Ci riferiamo alla zona già da tempo oggetto di pubblico dibattito e di vivaci controversie tra la Giunta, la maggioranza consiliare e l'Associazione commercianti a causa del paventato (e venerdì scorso confermato) insediamento della francese «Leclerc». E ancor più alla zona con questa confinante. Due aree ampie, che messe insieme costituiranno un solo grande «Centro commerciale » di ben 5000 metri quadrati di superficie di vendita. Una superficie che sarà suddivisa in numerosi esercizi (dal supermercato al negozio di più o meno 200 metri quadrati) e che permetterà a chi otterrà le autorizzazioni di differenziare enormemente l'offerta di vendita.

In origine ci era stato detto, e tutti ci eravamo in qualche modo convinti, che il commercio della zona non avrebbe fatto concorrenza ad alcuno dei nostri commercianti già attivi, anche perché le tipologie di vendita erano soggette a sviluppare concorrenza tra catene, supermercati e complessi di vaste dimensioni presenti in altre città. Invece non è per niente così. Infatti la tipologia dei negozi che sorgeranno nell'ampia area di via Saluzzo viene definita, in base alla legge, come «alimentare-mista», tipologia che permetterà senza che alcuno possa muovere un solo dito -come tra l'altro ci ha anche chiaramente spiegato l'estensore del Piano stesso, il dottor Bertolotto- di offrire al consumatore i prodotti alimentari ed extra-alimentari in una percentuale che non può essere imposta dal Comune ma viene decisa di volta in volta dal commerciante titolare dell'esercizio.

Potrà, a rotazione, spostare e sostituire prodotti dagli scaffali in base alla stagione, alla convenienza, alle promozioni, alle aspettative, alle necessità e quant'altro. In parole povere la popolazione si troverà di fronte ad una cosa completamente diversa da quella inizialmente ipotizzata e presentata dalla Giunta e dalla maggioranza, nella quale l'offerta di prodotti alimentari (che doveva essere fortemente maggioritaria) potrebbe essere marginale o, peggio, avere soltanto una funzione di richiamo o «civetta». Ciò a tutto vantaggio del commercio di quei prodotti extra-alimentari che, forti di questa situazione particolarmente favorevole, potrebbe mettere in atto una concorrenza incredibile, non preventivata, impossibile da contrastare da parte degli altri negozi localizzati nel centro città e destinati così, almeno per alcuni, ad una sicura chiusura.

In quella area sarebbero stati già più che sufficienti, allo scopo di soddisfare i bisogni della città e della zona Vernetta, i 2500 metri quadrati del complesso «Leclerc», senza alcun bisogno di andarne a sommare, ai precedenti, altri 2500 metri quadrati nell'area direttamente confinante.

Come ci si sarebbe potuti comportare per evitare di trovarci in questa pessima situazione?

Era sufficiente cambiare la destinazione d'uso della zona interessata attraverso una Variante al Piano Regolatore (i tempi tecnici per farlo erano abbondantemente sufficienti). Si poteva destinare l'area, ad esempio, a zona industriale. Ma la Giunta ha compiuto una scelta -perché di scelta si è trattato- diversa. L'ammissione è venuta nel corso dell'ultimo Consiglio comunale. È toccato all'assessore Morello, malgrado tutto, ammettere che «non ce la siamo sentita di fare una scelta politica diversa».

Così ci ritroveremo in casa ciò che abbiamo sempre temuto: un disassamento del commercio cittadino che porterà nessun vantaggio a Savigliano ma in compenso creerà non pochi problemi ai commercianti del centro.

luigi botta, mario fissore

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