LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

PERDEREMO ANCHE LA MEMORIA DEL PARTIGIANO GIUSEPPE BARBERIS?

Dopo quella di Saragat e Schiaparelli, anche la memoria del partigiano Giuseppe Barberis verrà cancellata. La scritta che lo ricorda come «presente», sull'edificio di corso Roma, finirà coperta da una mano di tinta. Una fotografia, però, conservata presso l'Archivio, documenterà tale emblematica dicitura. Un'altra fotografia, poi, ricorderà il chiabotto che ospitò il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat; un'altra ancora segnalerà la presenza dell'insegna settecentesca di via Pietro Santa Rosa; un'altra riproporrà la cascina Gattinara isolata nel verde, alle porte della città; un'altra mostrerà casa Gandi, in borgo Marene, senza il casermone alle sue spalle; un'altra ricorderà il passato rurale di borgo San Giovanni e la cascina trasformata in palazzo; un'altra ci rammenterà il modesto boschetto inerme di via Saluzzo; un'altra farà fede del nostro bel Maira, così costruito in trent'anni dai saviglianesi amanti della natura; un'altra documenterà il piazzale della stazione, a 150 anni dalla sua realizzazione; un'altra testimonierà delle scritte del ventennio; un'altra mostrerà la chiesa della Pieve, senza l'annesso wc; un'altra ci documenterà gli affreschi votivi scomparsi; un'altra …; un'altra ancora …

La nostra, purtroppo, sarà una storia cittadina fatta di fotografie e di poche altre cose. Così ha voluto e vuole questa Giunta. Una Giunta che sembra essere priva della memoria storica, sociale, culturale, economica, religiosa, ecc. della nostra città, a tal punto da non perdere mai l'occasione di intervenire (o delegare altri all'intervento) cancellando qua e là passi del nostro trascorso saviglianese.

Sono amare considerazioni, che nascono, da un lato, dalla personale passione che mi porta costantemente, ormai da oltre trent'anni, a confrontarmi col passato proiettandomi nel futuro, dall'altro, dalle constatazioni che mi impone l'esperienza appena biennale di pubblica amministrazione. C'è un grande senso di amarezza e sovente, a prescindere dalle scelte di parte, mi chiedo dove si trovi il buon senso.

L'ultimo caso. Avendo osservato un ponteggio sulla casa di corso Roma che ospita la scritta «Barberis presente» e che documenta un passo importantissimo della storia cittadina (l'ultimo conflitto bellico, le vicende partigiane e le presenze comuniste in Savigliano), mi sono chiesto quale fine avrebbe fatto. E, con una delle mie tante «bottanate», ho girato la domanda alla pubblica Amministrazione.

In sintesi, la risposta dell'asettico Assessore Morello: è verò che la scritta ricorda un momento conflittuale cittadino, ma la Commissione edilizia ha stabilito che fosse sufficiente una fotografia a documentare il trascorso storico.

Ma cosa siamo costretti a sentire?! Cosa c'entra la Commissione edilizia?! Fino a prova contraria spetta alla Giunta decidere!!

Per l'ennesima volta la maggioranza non ha dato risposte, non ha offerto indicazioni di politica culturale seria e duratura. Quando questa Giunta è chiamata a decidere c'è sempre un Piano Regolatore, una Legge, un Regolamento, una Commissione, un Decreto, una postilla, un questo, un quest'altro che impongono scelte che vanno molte volte contro il comune buon senso. Sono regole, indicazioni, formalità a tutti gli effetti insuperabili. Pare sempre tutto deciso, irreversibile.

Un'Amministrazione lungimirante -che avesse saputo accostare la decorazione della porta San Giovanni, l'arco di piazza Santa Rosa, la scritta «Barberis presente» ed i motti del ventennio, riconoscendo in tutti un'unica matrice commemorativa ed evocativa (pur nella diversa matrice estetica)- non avrebbe indugiato un solo attimo. Facendosi forte di una memoria che non può non rappresentare il nostro passato assumendo forte valenza futura, non solo avrebbe salvaguardato le scritte, ma avrebbe addirittura collocato sul muro sottostante, ad altezza d'uomo, una targhetta capace di evocare, nel presente, ma soprattutto nel nostro futuro, quei momenti di storia che hanno segnato profondamente il nostro carattere e la nostra personalità. Invece, così facendo, l'Amministrazione saviglianese sta cercando con ogni mezzo di impoverire il nostro Dna togliendoci anche quei pochi tratti di memoria che ancora ci rimangono. Rinnegando la storia cittadina e gli uomini che prima di noi l'hanno costruita.

luigi botta

Torna a casa