LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

UN COMMENTO

CONOSCIAMO I COSTI DELLA RASSEGNA «-30»?

 

La rassegna «-30» organizzata a suo tempo dall'Assessorato alla Cultura mi ha sollecitato tanta tristezza. Perché ho rivisto, in essa, alcuni percorsi artistici da me anticipati sul finire degli anni '60 e agli inizi degli anni '70, e perché mi sono reso conto che il mondo si è fermato. Nulla, proprio nulla, rispetto ad allora, si è mosso.

Ho visto, nella maggior parte delle esperienze presentate al Museo civico di Savigliano, la proposta o la riproposta di ciò che noi, ventenni o giù di lì, sovente, quando ci toglievamo di dosso l'ufficialità delle mostre, dei premi e delle «chiamate» a raccolta di galleristi e collezionisti, realizzavamo per gioco, con l'unico scopo di divertirci e, sovente, con l'autoironia che all'epoca ci apparteneva, di prenderci in giro. Puro «divertissement». E nulla più.

Il guaio è che oggi a tali esperienze o pseudoesperienze si dedichino mostre e premi. Ma tanto vale... forse è il titolo che è risultato errato: non si trattava di «-30» ma di «+50», non di «under 30» ma di «over 50». Con la benedizione della memoria dell'amico Gianni Delzanno, al quale le esperienze cui è stato legato il suo nome proprio non dicevano sicuramente nulla. E con la benedizione di quanto il mondo artistico, nel corso degli ultimi decenni, ha saputo promuovere, che nulla ha a che vedere con quanto Savigliano ha saputo offrire.

Ma il discorso è ancora un altro. Quale obiettivo ha raggiunto «-30»? Cosa ha sollecitato? Cosa ha promosso? Come si è imposta a livello nazionale e regionale? Quali stimoli ha sollevato nella «cultura» saviglianese? Non sappiamo, probabilmente, trovare risposte. E se le troviamo -perché le abbiamo cercate col lanternino- sono risposte che parlano a se stesse, che si autopromuovono nell'autocitazione e nell'autoesaltazione dell'autocertezza che l'autoconvinzione del giusto-corretto-ottimale sia autorappresentativo di un mondo che è così perché deve essere solo così. Perché qualcuno, con l'autoderminazione della «certezza» e del binomio verità-vanità sa ed ha saputo imporre con l'eleganza e con l'etichetta della cultura un prodotto o un surrogato che doveva -che lo fosse o non lo fosse- essere o divenire sinonimo di avvenimento culturale.

Ma ciò che mi preme non è ancora e soltanto questo. Pertanto chiudo l'argomento. Per aprirne un altro. Cioè il rapporto -che tutti, nessuno escluso, sono chiamati a tenere in debito conto- tra causa ed effetto. Allora, detto in soldoni per il popolino, quanto si è speso e quanto si è raccolto? A noi, dunque.

I finanziamenti, secondo i dati ufficiali. Lire 5 milioni a carico comunale. Lire 10 milioni a carico comunale. Lire 1.742.000 a carico regionale. Lire 5.933.700 a carico comunale. Lire 13.258.000 a carico regionale. Lire 10 milioni a carico Alstom. Lire 9 milioni e 500.000 a carico Fondazione e Banca Crs. Lire 12.242.000 a carico comunale. Totale lire 67.675.700.

Le spese, secondo i dati ufficiali. Lire 5 milioni per i premi. Lire 11.742.000 per realizzazione catalogo. Lire 5.933.700 all'Associazione «Deik Savigliano» e soggetti vari per servizi diversi. Lire 45 milioni all'Associazione «Marcovaldo» di Caraglio per prestazioni e servizi diversi.

I risultati, secondo i dati ufficiali. La rassegna al Museo civico, dal 2 dicembre al 6 gennaio, è stata visitata da 450 persone.

La diffusione del catalogo, secondo i dati ufficiali. Stampate numero 1.000 copie. Omaggiate numero 460 copie. Vendute numero 4 copie (per un totale di lire 60.000 d'incasso). In deposito numero 536 copie.

Conclusioni, secondo i dati ufficiali. Ogni visitatore è costato alle casse comunali lire 150.390,333.

Conclusioni, secondo la mia opinione. Siccome il dito mignolo (insieme ad alcuni amici bene informati) mi ha suggerito che i visitatori sono stati molto meno dei 450 «ufficiali» (compresi artisti, parenti ed amici presenti il pomeriggio dell'inaugurazione), la spesa pro capite deve quasi essere raddoppiata.

Conclusioni, secondo i cittadini. Debbono trarle dai dati ufficiali testè riportati.

luigi botta

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