LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

LETTERE

 

CON L'UNIVERSITÀ, QUALE FUTURO CITTADINO?

Savigliano, 18 ottobre 1999

Stim. direttore,

la lettera che Sergio Mondino pubblica sull'ultimo numero del tuo periodico non può non farci meditare. Viva l'Università a Savigliano -abbiamo detto o scritto praticamente tutti-, ma dopo? Così si interroga l'ex consigliere comunale, e rilancia in qualche modo l'interrogativo a tutti noi. Il problema -ci fa comprendere Mondino- è grosso, e per la comunità saviglianese non potrà essere indolore. Quindi: attenzione! Dalle scelte che si compiranno nei prossimi tempi dipenderà il futuro della città e le condizioni di vita dei suoi cittadini.

Mi trova consenziente: non si potrà, per nessun motivo, abbassare la guardia. L'Università non potrà essere un fiore all'occhiello destinato a dissanguarci. Dovrà, invece, permettere alla città di crescere, sviluppando in loco un'istituzione scolastica di serie A, con tutto l'indotto del quale essa abbisogna.

Ho sinceramente gioito quando ho saputo della concreta opportunità di collocare, grazie al finanziamento statale, un ateneo all'interno dell'ex convento di santa Monica e delle ex chiese di san Domenico e della Misericordia. Non ha importanza chi ha il merito dell'operazione! Se i denari arrivano da destra, da centro o da sinistra. Fondamentale è che la nostra città ne riceva un beneficio risanando un'area «infetta» da troppo tempo.

Non ho idea -anche se il dubbio sovente mi assale!- se tale finanziamento possa o meno nascondere qualche rovescio della medaglia. Essendo esso destinato non al Comune di Savigliano, ma all'Università di Torino e finalizzato al nuovo insediamento di Savigliano, non potrà succedere, forse, che l'Ateneo subalpino destini tali denari non tanto ad un difficile restauro di un immobile che potrebbe essere considerato desueto ed irrazionale, ma alla costruzione -che ne so, in borgo Marene, ad esempio- di un bellissimo edificio contemporaneo omnicomprensivo di tutte le strutture necessarie al funzionamento della città degli studi?

Un'ipotesi che mi auguro da fantascienza, da fantapolitica. Toccherà al sindaco Soave, immagino, riuscire a canalizzare l'investimento nella direzione giusta. Che è quella per la quale tutti ci siamo battuti e che ci sta a cuore. Altrimenti -e si tratterebbe di una debacle- penso proprio che per noi si aprirebbero prospettive drammatiche, risolvibili non so come!

Il panorama che poi, Sergio Mondino, ipotizza per il futuro (aumento dell'Ici, del costo della vita, con infinità di altri problemi per i saviglianesi), è già conosciuto a chi si occupa di storia locale o è appassionato al passato di Savigliano. Quando nel Quattrocento l'Università venne trasferita nella nostra città successe la stessa cosa. Savigliano andò in tilt. Aumentarono i prezzi dei generi di prima necessità, aumentarono gli affitti, divenne impossibile, per mancanza di locali, risiedere nella nostra città. Crebbe la criminalità e si aprì un conflitto tra gli studenti e gli insegnanti da una parte ed i cittadini dall'altra. I primi accusarono i secondi di approfittare della loro presenza per arricchirsi; i secondi accusarono i primi di danneggiare la città e di essere i responsabili diretti dell'aumento della criminalità. Alla fine si trovò una soluzione di compromesso, probabilmente concordata. Savigliano -si relazionò ai governanti e nessuno si sognò di smentire- a causa di convivenze non ortodosse, stava soffrendo per malattie ed epidemie che in precedenza non si erano mai viste. Lo dissero tanto gli studenti quanto i cittadini. Allora i Savoia scelsero di trasferire l'Università. Con buona pace degli studenti, che finirono il loro calvario di provincia, e dei cittadini, che smisero di essere tartassati e maltrattati a causa dell'Università.

Sei secoli dopo non sarà certamente più così. Ma il sindaco Soave, coi suoi poteri, dovrà vigilare su tutto badando soltanto agli interessi della città.

Grazie per l'ospitalità

luigi botta

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