LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO |
LETTERE |
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GLI UOMINI AL POTERE DIMENTICANO I LORO PRIMITIVI PRINCIPI IDEALI? Savigliano, 1 luglio 2001 Stim. direttore (Furio Colombo, direttore de «l'Unità»), sono un Consigliere di minoranza del Comune di Savigliano. Fin dall'inizio della mia attività in tale veste (sono trascorsi due anni) ho esplicato una opposizione senza quartiere nei confronti della maggioranza di centro sinistra, usando, come consentito, lo strumento delle Interrogazioni, degli Ordini del giorno, delle Mozioni e degli interventi in Commissione ed in Consiglio comunale. Ho cercato di condurre tale opposizione su temi di interesse cittadino documentandomi ogni volta in maniera seria ed approfondita. Ho presentato, in totale, 216 Interrogazioni. Sono tante, sono poche: non lo so! Nel tempo le mie richieste sono state accolte anche pubblicamente con manifesto fastidio ed in tono velatamente sprezzante. Ad un certo punto mi si è accusato di bloccare addirittura l'attività del Comune per l'impegno richiesto agli uffici per le risposte. Ultimamente -non più tardi di quattro giorni fa-, in modo pubblico, i miei interventi sono stati definiti «bottanate» dalla locale sezione dei Ds. A questo punto mi permetto di riallacciarmi ai bei concetti da lei esposti in modo intellettualmente onesto e cristallino nella rubrica radiofonica «Prima pagina» di Rai3. Ad un sostenitore di Berlusconi, che chiedeva alla sinistra di aspettare un po' di tempo prima di fare opposizione onde consentirgli di «lavorare», lei rispondeva che l'opposizione non doveva consentire un bel niente e che il suo compito era quello di attaccare fin dall'inizio le forze al Governo con critiche serrate, continue e sostanziali. Aggiungeva che l'opposizione è la vera linfa dell'albero della democrazia, che si rafforza e cresce nei paesi ove l'opposizione è forte e senza tregua. Mi permetta di ritenere che questo principio di vitalità democratica valga sia ai vertici dei poteri istituzionali che nelle più modeste, ma non meno importanti, sedi politico-amministrative locali. Le ricordo ancora che in Savigliano, quando l'attuale maggioranza era invece minoranza, l'opposizione veniva fatta in maniera molto più intransigente della mia, ma che gli uomini al Governo cittadino mai si permisero di trattare con astio, insofferenza, disprezzo, tale sacrosanta prerogativa democratica. Cosa debbo pensare? Che gli uomini sono tutti uguali e quando arrivano al potere dimenticano i principi ideali che li hanno sorretti in tante giuste loro battaglie? Cordialità Luigi Botta p.s. Questa mia non è una lettera privata: per correttezza la informo che la inserirò nel mio sito web. Sicuramente lei telefonerà al nostro comune amico Sergio Soave, Sindaco di Savigliano, il quale a sentire il mio nome farà un lungo sospiro chiedendosi in quale altro modo posso ancora «democraticanmente» incalzarlo. Lo ritengo persona troppo intelligente ed onesta per pensare che le racconterà delle storie su di me: si limiterà a dire che con le mie interrogazioni gli ho rovinato metà di quella che doveva essere una tranquilla vita da Sindaco di un paesotto piemontese a cavallo tra Roma e la città natale. Qui però non ha importanza la mia persona, ma la funzione che la mia attività di Consigliere può svolgere, anche nella modestia di un ambito cittadino. Ancora la ringrazio.
LA RISPOSTA Caro Luigi Botta, cosa altro dire? Lei ha ragione. L'augurio che posso farle è di continuare a svolgere il suo lavoro con la serietà con la quale ha agito fino ad ora. Con un cordiale saluto. Furio Colombo |
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