LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

LETTERE

 

SIANO I CITTADINI A SCEGLIERE SE DESIDERANO O MENO L'IMPIANTO DEI RIFIUTI

Savigliano, 18 giugno 2001

Stim. direttore (Corriere di Savigliano)

è con amarezza che prendo atto dello striminzito articoletto dal titolo «Si al piano urbanistico» col quale il tuo giornale liquida la discussione e l'approvazione in Consiglio comunale del Piano di Qualificazione Urbana, un «Piano» destinato a segnare profondamente il futuro della città. Del mio intervento -circa mezz'ora di critiche, di osservazioni, di segnalazioni relative a contraddizioni, ad errori banali, a dimenticanze ed a svarioni- non si fa cenno, ma il cronista si premura di assegnarmi in pochissime righe cose che non mi sono mai sognato di dire: «ha lamentato [Botta] la dimenticanza dei lavori per la conservazione delle meridiane, dei monumenti e il recupero della facciata di palazzo Cravetta».

Spiego, invece, cos'ho detto. Siccome nel «Piano» in questione la Giunta ha inserito, per far apparire monumentale l'intervento sul centro storico, buona parte di ciò che è stato eseguito, nel pubblico e nel privato, negli ultimi dieci anni, dalla pavimentazione di piazza Santa Rosa in qua, ho ironizzato dicendo che nell'elenco erano stati dimenticati (leggo dagli appunti) il monumento di piazza Nizza, quello del parco Bergamin, le meridiane sugli ex conventi di San Francesco e San Domenico, il restauro del teatro Milanollo, la pulizia dell'affresco di piazza Santa Rosa, il recupero di parte della facciata di palazzo Cravetta e il rifacimento dell'affresco votico di piazza Cesare Battisti. Ho purtroppo dimenticato -e me ne accorgo adesso- la facciata, il campanile ed il tetto della chiesa della Pietà.

Il cronista, probabilmente, era un po' disattento.

Se avessi dovuto lamentare le dimenticanze del «Piano» -seppure l'Assessore aveva precisato sin da subito che non si poteva fare altro perché nel «Paino» potevano entrare solo progetti programmati ma non ancora finanziati- avrei potuto andare avanti per un'altra mezz'ora, partendo dal fatto che detto «Piano» era dedicato al commercio e del commercio quasi non si aveva traccia, se non nel preambolo.

Cordialità

Luigi Botta

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