LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO |
LETTERE |
LE PROPOSTE PER IL COMMERCIO SAVIGLIANESE Savigliano, 1 novembre 2000 Egr. sig. direttore (Il Saviglianese, Corriere di Savigliano), la questione «Leclerc» catalizza ormai da alcuni mesi l'attenzione di amministratori e cittadini saviglianesi. Ognuno dice la sua e, sovente, tutto ed il contrario di tutto diventano gli strumenti per misurare il polso della situazione. Oggi fa comodo dire una cosa e domani l'altra. Tale sensazione ce l'ha soprattutto chi, come noi, ha la possibilità di seguire l'argomento dall'interno del palazzo, navigando tra riunioni, incontri, sollecitazioni, dibattiti e prese di posizione. A dir del vero, però, anche noi -o soprattutto noi- non abbiamo le idee chiare su cosa e quanto Savigliano in realtà abbisogna veramente. Abbiamo sentito e preso atto delle posizioni che altri, prima di noi, hanno assunto in proposito, anche pubblicamente. L'impressione è che si tratti nella maggior parte dei casi di posizioni dettate da sensazioni estemporanee, di riflessioni personali, di argomentazioni spontanee, di considerazioni non sempre supportate dalle necessarie ed indispensabili documentazioni. Anche perché, di ufficiale, non esiste una sola riga di nero su bianco. Abbiamo tempo addietro preso atto di un progetto di massima (che avrebbe potuto andare bene per qualunque località) che la Leclerc aveva consegnato in Comune. Oltre questo il nulla. Tante parole e non una sola domanda ufficiale. Oggi, o domani, dovremo forse entrare nel merito della questione con maggiore coscienza. Come lo faremo? Sino all'altro ieri abbiamo parlato tanto per parlare, basandoci sul nulla. Il problema era quello della Legge regionale, del Decreto Bersani, delle loro applicazioni, della revisione dell'uno o dell'altro, ecc., ecc., e delle implicazioni che le stesse avrebbero potuto avere sulla realtà saviglianese. Il miraggio Leclerc rappresentava per noi un qualcosa di intangibile perché frutto di considerazioni a ruota libera. Arrivati al dunque, o quasi -cioè in prossimità di una decisione-, abbiamo saputo che l'Amministrazione saviglianese possiede uno studio sulle nuove norme che regolano la materia, il quale analizza sotto il profilo urbanistico-commerciale la situazione in atto. Il documento è nelle mani di Sindaco e Giunta da quasi sei mesi. Chi ha avuto l'onore di prenderne visione? Noi no! Pertanto se esso fornisce dati importanti e fondamentali per le scelte da compiere, non ci è dato sapere. Pare, ad esempio, che esso puntualizzi il fatto che Savigliano è già oggi tra le prime cinque «città polo» in Piemonte per superficie di vendita destinata alla media e grande distribuzione (con un parametro di quasi cinque volte superiore a Torino!). Tale studio doveva essere utilizzato per la stesura del «Piano del commercio», che avrebbe dovuto essere approvato entro il 18 maggio scorso. Del «Piano del commercio» neanche l'ombra. A questo punto noi ci troviamo a dover discutere di un supermercato senza sapere se la sua nuova collocazione rientra nei parametri del «Piano», nel dettato della nuova legge regionale e nella filosofia che impone il decreto Bersani. In questa situazione non si può decidere. Sarebbe un gravissimo errore. Cosa fare, dunque? Queste le nostre proposte: Esaminare a fondo lo studio posseduto dal Comune. Incontrare pubblicamente l'estensore del medesimo studio per verificare ed approfondire l'argomento. Attendere il dettato della nuova e prossima Legge regionale sul Commercio. Redigere il «Piano del Commercio» di concerto con le forze politiche, economiche, sociali, culturali, ecc. saviglianesi. Compiere le scelte in armonia con il «Piano del Commercio». luigi botta, mario fissore |
Torna a casa |