(19 settembre 2003) Il
sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del
«Nuovo gruppo di Centro», non può far finta
di non osservare e non udire il grido d'allarme che la
stampa economica di tutto il mondo -ma in particolare quella
francese- lancia in relazione alle condizioni disastrose
della multinazionale Alstom, che in Savigliano ha un proprio
importante stabilimento ferroviario con circa 1.300
dipendenti e che, a parte le notizie «piatte»,
benevole, sdolcinate e rassicuranti -taluni le chiamano
«veline»- che di volta in volta vengono fornite a
livello locale, sta attraversando un periodo di
profondissima crisi che da ormai tre mesi pone in serie
difficoltà addirittura la sopravvivenza dell'intero
gruppo; molto preoccupato non può far finta di
ignorare il titolo drammatico di prima pagina che il
quotidiano economico «Le Monde» di oggi, 19
settembre, sottopone all'attenzione dei lettori, e
cioè «Alstom: l'ultimatum de Bruxelles»
(con l'intera pagina 21 dedicata all'argomento ed un titolo,
«Cinq jours pour sauver Alstom» [cinque giorni
per salvare l'Alstom], che non ha bisogno di commenti),
ma ancor più quello di domani, 20 settembre, sempre
de «Le Monde», che a piena pagina, in prima
pagina, sentenzia «Alstom: compte à rebours et
crise franco-européenne», alludendo al conto
alla rovescia che l'Europa di Bruxelles ha imposto, entro il
22 settembre, per trovare una soluzione diversa ed
accettabile da quella statalista proposta nel luglio scorso;
fortemente preoccupato dal silenzio glaciale ed imbarazzato
che continua a caratterizzare il Palazzo, i partiti che
compongono la maggioranza (che anni addietro, in simili
circostanze ma in condizioni di minoranza, avrebbero
«rovesciato» la città e messo sotto accusa
chiunque non avesse sostenuto con ogni mezzo la causa delle
maestranze saviglianesi) e i sindacati (che abbandonati i
bidoni e i tamburi, le trombe, i tromboni, gli striscioni e
le manifestazioni di piazza con tanto di tende e raccolte di
firme, sembrano entrati nel limbo ascetico e pressurizzato
di chi non sa più cosa dire e cosa fare e si aggrappa
al silenzio come un astronauta vaga nello spazio);
ulteriormente preoccupato per il destino dei dipendenti
saviglianesi dell'Alstom e ancor più per la
città, che da eventuali licenziamenti e riduzioni di
personale (dopo le sofferenze già patite recentemente
con la Juvenilia e la Trucco), verrebbe a subire un danno
gravissimo, forse irreversibile; interroga il Sindaco o
l'Assessore delegato per conoscere se si intenda in qualche
modo agire, come Amministrazione comunale, abbandonando
l'amletico e dubbioso silenzio sin qui adottato e prendendo
posizione ufficialmente, con lo schierarsi una volta per
tutte ed adoperarsi con tutti i mezzi (informazione
compresa) a favore dell'occupazione locale, evitando di far
finta di nulla ed illustrando a chiare lettere alla
popolazione quanto sta succedendo e le non improbabili
sofferenze che la nostra città, di fatto
anestetizzata, dovrà poter subire e patire qualora
dovesse capitare il peggio.
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