LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(31 agosto 2003) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo gruppo di Centro», verificato come il Pronto Soccorso dell'Ospedale Santissima Annunziata di Savigliano risulti essere un luogo ove perennemente, giorno e notte, si incontrano ed incrociano realtà che nel dolore e nella sofferenza sono chiamate a convivere alla ricerca di un servizio che deve essere offerto al meglio, con quella sensibilità e quel rispetto che debbono far sentire il paziente a proprio agio assicurandogli tutti i conforti necessari ed indispensabili che la circostanza richiede; tenuto conto che il Pronto Soccorso del nosocomio saviglianese si trova nelle condizioni di dover far fronte a richieste di interventi che interessano un'area territoriale molto ampia, superiore alle 150-200.000 unità, le quali non possono non creare disguidi ed anche incomprensioni nella fase dell'accettazione al servizio; tenuto conto che proprio nella fase di accettazione il paziente -sottoposto ad una «coda» disordinata, soggetto a discussioni tra ammalati per chi ha il diritto di precedenza, messo nella condizioni di sentirsi «solo» e non tutelato insieme ad altre decine e decine di pazienti il cui unico obiettivo è quello di essere visitati per primi e sottoposti immediatamente alle cure necessarie, lasciato al proprio destino (con pochi posti a sedere) nella sala d'attesa e nel corridoio antistante il Pronto Soccorso stesso, in una promiscuità che accomuna malattie, tipologie, età, sesso, provenienze, personalità e sensibilità diverse- è soggetto ad un comprensibile smarrimento che lo mette nella condizione di essere maggiormente critico e di osservare soltanto gli aspetti negativi del servizio sottoponendo chi lavora ad ingiustificati ed immotivati giudizi negativi; considerato che il personale medico e paramedico, nei limiti della turnazione e della presenza in servizio, svolge la propria mansione con quella attenzione e quel rispetto che ne caratterizzano la professionalità, adoperandosi talvolta sin oltre il richiesto per mettere a proprio agio il paziente; interroga il Sindaco o l'Assessore delegato per conoscere se l'Amministrazione saviglianese non ritenga opportuno promuovere presso la direzione ospedaliera saviglianese un'azione tesa ad offrire al paziente del Pronto Soccorso tutta quell'attenzione che lo stesso, in un momento di particolare debolezza psicologica, necessita. Fornirlo, ad esempio, di una cartellonistica che lo renda edotto con estrema facilità di quali e quanti siano i suoi diritti -ed i suoi doveri- e che lo inforni nel dettaglio dell'iter da seguire nella circostanza. Rassicurarlo -con la sistemazione di una macchinetta che distribuisce i numeri d'ordine d'arrivo e che impone una regola d'accesso all'accettazione- che tutti sono uguali e che nessuno può essere più furbo approfittando dall'altrui magnanimità o debolezza nel momento particolare. Metterlo a proprio agio concedendogli una maggiore quantità di posti a sedere ricavati nell'area, dove possibile. Promuovere tra i presenti -quando necessario- un'iniziativa di informazione capillare che soltanto il personale, con la propria presenza fisica e con qualche parola di circostanza (può essere un'informazione, un consiglio, un'indicazione, una segnalazione, ecc.), è in grado di fornire (la maggior parte dei presenti, solitamente smarrita e disinformata, agisce d'impulso ed il più delle volte compie operazioni che se non proprio controproducenti possono considerarsi del tutto inutili).

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