(2 luglio 2003) Il
sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del
«Nuovo gruppo di Centro», sollecitato da alcuni
cittadini si sente in dovere di interpellare la pubblica
Amministrazione in merito ad una vicenda
«ordinaria» che lascia alquanto perplessi. In via
Antica Università, nel corso dei lavori di
canalizzazione sotterranea di una derivazione secondaria del
Rio Chiaretto, vennero eseguite alcune migliorie agli
scarichi delle acque bianche fornendo la strada, a ridosso
del marciapiede e su entrambi i lati, di numerosi chiusini
destinati a raccogliere le acque superficiali in caso di
pioggia, neve o temporali. Ciò avvenne sei o sette
anni or sono (volendo i cittadini interessati sono in grado
di fornire la data esatta, con relativa documentazione
fotografica d'epoca). Con la successiva asfaltatura del
piano stradale un chiusino (a ridosso dell'incrocio con via
Paolo Dovo), provvisoriamente ricoperto con carta per
evitare l'intasamento da bitume, rimase interamente sommerso
dalla decina di centimetri di asfalto distribuito
uniformemente dalla macchina. Tale è rimasto da
allora. Nonostante più e più volte (stando a
quanto dichiarato dai residenti) l'argomento sia stato
evidenziato a chi di dovere e sia stata avanzata la
richiesta al Comune di liberare il «tombino»
nascosto. La conseguenza più evidente è stata
ed è il fermarsi dell'acqua quando piove, il rischio
di parziale allagamento in caso di temporale e la perenne
condizione di ghiaccio o pantano in caso di neve. Ciò
premesso, lo scrivente interroga il Sindaco o l'Assessore
delegato per sapere se tale situazione
«incredibile» possa perdurare ancora a lungo.
Ovvero se il chiusino (che lo scrivente non ha la
facoltà di riscontrare perché con una vista
normale e senza mezzi di rilevamento dei metalli) debba
rimanere nascosto ancora per tanto oppure valga la pena
pensare di saggiare l'asfalto liberando l'utile scarico
d'acqua piovana per restituirlo alle sue funzioni
originali.
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