(2 luglio 2003) Il
sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del
«Nuovo gruppo di Centro», premesso che
l'operazione che l'Amministrazione ha effettuato in corso
Vittorio Veneto -transennando coi dissuasori ogni accesso od
incrocio, trasformando il marciapiede in area destinata a
pista ciclabile od ai pedoni, trasferendo le panchine da un
lato all'altro del marciapiede- ha lasciato molti,
moltissimi scontenti, creando, soprattutto tra i residenti,
l'impressione di scarsa attenzione nei confronti delle
opinioni di chi vive quotidianamente il luogo (purtroppo
diverse da quelle dell'Amministrazione); tenuto conto che,
per motivi di percorribilità, prima, e di
utilità, poi, le panchine sono state tutte trasferite
dalle loro posizioni originali (che erano ritenute le
ottimali per essere utilizzate come tali) e collocate in
aree sovente compromesse dalla posizione a ridosso di
finestre ed ingressi o dalla quasi totale mancanza di ombra;
considerato che recentemente alcune panchine -non si capisce
bene con quale giustificazione ma si immagina a seguito di
evidenti lamentele- sono state ulteriormente trasferite e
collocate a ridosso della pista ciclabile, addirittura in
area verde, sulla piattaforma rialzata di contorno
all'alberata ed alle siepi; facendosi portavoce di tutti
coloro che hanno visto in quest'operazione il tentativo di
accontentare qualcuno a scapito di altri interroga il
Sindaco o l'Assessore delegato per conoscere il criterio col
quale si è programmato l'intervento ultimo in corso
Vittorio Veneto. Cioè: per quale motivo solo alcune
panchine sono state trasferite mentre altre, lasciate a
ridosso delle abitazioni, sottoposte per l'intera giornata
al persistere del sole, al calore ed all'effetto forno, sono
diventate di fatto inutilizzabili, per tutti -e soprattutto
per gli anziani-, tranne che si pensi di poterne apprezzare
la posizione nelle primissime ore del mattino, col fresco e
all'albeggiare, o nelle ore della sera, dopo il calar del
sole.
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