LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(16 maggio 2003) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo gruppo di Centro», considerato che piazza Schiaparelli rappresenta per Savigliano non soltanto il luogo del parcheggio periferico delle auto ma il fulcro di uno sviluppo urbano che coincide con il periodo del «boom economico» e che oggi si pone come cerniera naturale tra la città storica e quella contemporanea, in continuo sviluppo sul Maira ed oltre il Maira; tenuto conto che piazza Schiaparelli ospita su un lato l'edificio -l'ufficio postale progettato dagli architetti Massimo Fazzino e Domenico Sandri- che la storia e la critica dell'architettura contemporanea ha elevato ad importanza mondiale con premi e pubblicazioni a 360 gradi, ad ogni latitudine; considerato che, per non sminuire il valore ed il significato della piazza, molti edifici di qualità sono sorti in essa negli ultimi anni ed uno, di prossima realizzazione, andrà a sostituire la «pesa pubblica» divenendo una quinta naturale per la complessa ed articolata perimetrazione edificata di questo angolo di città un tempo utizzato per il «mercato delle bestie», coperto da ippocastani ed attraversato dalle barre metalliche e dai sostegni in pietra destinati ad «imbrigliare» gli animali; considerato che la manutenzione di un luogo di tutto rispetto urbanistico, come piazza Schiaparelli, dovrebbe quanto meno rispettare le caratteristiche originali ed imposte, mentre invece lascia fortemente a desiderare, a tal punto che non esiste più, tutt'intorno, un solo metro lineare di cordolo rialzato in pietra che occupi il proprio posto, perché scalzato, insieme a tubazioni ed asfalto, dalle radici degli alberi e da una manutenzione che nel tempo è praticamente risultata inesistente; interroga il Sindaco o l'Assessore delegato per sapere se è seria intenzione intervenire (come promesso a suo tempo, in risposta ad analoga interrogazione presentata in questa Legislatura dal Consigliere comunale Antonio Giaccardi) per restituire dignità alla piazza, magari privilegiando ciò che è utile ed importante -perché da tutti tale viene considerato-, dimostrando oculatezza -rifiutando così l'etichettatura di scarsa attenzione nei confronti della cosa pubblica- e magari rimandando a tempi migliori interventi sul territorio che, a dir del vero, nessuno richiede, sollecita o ritiene di indilazionabile realizzazione.

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