LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(20 gennaio 2003) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo gruppo di Centro», premesso che nell'approssimarsi della data delle celebrazioni per la «Giornata della Memoria» -dedicata quest'anno alla Ritirata di Russia- anche Savigliano sta preparandosi ufficialmente alla ricorrenza con una serie di conferenze, presentazioni, spettacoli, proiezioni, testimonianze, incontri, che si concretizzeranno nell'ultima settimana del mese di gennaio coinvolgendo scuole, enti, associazioni d'arma e reduci; tenuto conto che anche la nostra città ha pagato un tributo carissimo alla guerra di Russia immolando tra il Don e l'Oskol moltissime giovani speranze, responsabili soltanto di fare il loro dovere di italiani e di appartenere alla Divisione Cuneense ed ai Battaglioni Ceva, Mondovì e Saluzzo; considerato che il nominativo di questi nostri concittadini appare inciso -oltreché nella memoria collettiva della nostra gente, nella testimonianza dei pochi superstiti, nelle lacrime e nel dolore di tutti coloro che hanno pagato un caro prezzo familiare- anche sulle lapidi che nel Sacrario comunale ricordano le vittime del secondo conflitto mondiale, ad imperitura memoria di quei saviglianesi che da quei fatti e da quei nomi dovranno trarre insegnamenti destinati a durare nel tempo; considerato che due lapidi, quella dei Militari dispersi e quella dei Militari caduti (soprattutto la prima) versano in condizioni non proprio dignitose ed accettabili, con evidentissime cadute cromatiche e pericolose consunzioni nel marmo; interroga il Sindaco o l'Assessore delegato per conoscere se l'Amministrazione saviglianese non intenda promuovere -con l'urgenza del caso e prendendo anche in questo modo parte attiva alle celebrazioni della terza «Giornata della Memoria»- il restauro delle due lapidi, riportandole entrambe alla dignità che loro spetta, ripristinando sull'una la scrittura dei nominativi dei dispersi -scomparsa ed illeggibile- e sull'altra uniformando il cromatismo originale trasformato a chiazze da rosso a nero.

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