(29 novembre 2002) Il
sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del
«Nuovo gruppo di Centro», nel constatare che
proseguono i lavori per il completamento di corso Matteotti
e la sistemazione parziale del marciapiede a pista
ciclabile; nel prendere atto che la riduzione dell'aiuola
centrale ad una misera striscia di verde non ha comunque
risolto il problema della larghezza della strada, per buona
parte occupata dal tratto di marciapiede destinato ai pedoni
ed altro destinato ai ciclisti, e per altra parte ancora
occupata dal parcheggio delle auto; si rende conto che le
ridotte dimensioni della carreggiata impongono una
convivenza difficile tra auto in movimento ed auto
parcheggiate, al punto da obbligare l'Amministrazione a
collocare immediatamente, prima ancora della conclusione dei
lavori, alcuni segnali di pericolo che avvisano coloro che
transitano che potrebbero incrociare l'apertura delle
portiere delle auto in sosta; si sente nell'obbligo di
riferire all'Amministrazione una parte del testo di una
e-mail ricevuta, non anonima, riguardante appunto
l'argomento, che nella sua parte riferibile (perché
si evitano alcune espressioni) così manifesta il
proprio aperto dissenso: «[...] Come se prima
si autorizzassero dei cessi a cielo aperto lungo la strada e
poi si avvisasse "attenzione cacche...": non puoi apportare
modifiche insane all'assetto stradale e poi dire al prossimo
di stare attento...! Un po' il mondo l'ho girato, ho anche
visto cartelli che invitavano a fare attenzione ai canguri,
ma quest'ultima novità saviglianese è da
Guinness (dei primati, ma anche da birra: bere per
dimenticare...) [...]»; interroga pertanto il
Sindaco o l'Assessore delegato per conoscere se, sapendo che
l'allargamento del marciapiede, pur non risolvendo la
convivenza tra pedoni e ciclisti, imponeva restrizioni al
traffico automobilistico divenendo di fatto un problema per
il parcheggio, in fase di progettazione sono state
effettuate le necessarie misurazioni, e per conoscere
inoltre se, di fronte alla constatazione di una quasi
obiettiva impossibilità di trasformare il corso in un
multi percorso riservato, si è voluto deliberatamente
proseguire nel progetto immaginando di risolvere i problemi
di spazio con il cartello «apertura porte auto
parcheggiate».
|