LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(9 agosto 2002) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo gruppo di Centro», avendo difficoltà a credere a quel che ha visto, si fa carico di segnalare le proprie perplessità all'Amministrazione comunale. In corso Roma, arteria più importante della città, in prossimità del numero 113 un edificio di vaste dimensioni, che a suo tempo ha ospitato l'Ufficio postale e l'Ufficio del Registro, è in via di ristrutturazione. Dovendo probabilmente accogliere in futuro qualche ufficio pubblico, al suo ingresso principale è stata realizzata una doppia rampa d'accesso. Nulla di anormale, anzi: rispetto categorico della Legge che impone, per gli edifici di nuova costruzione e per i riattamenti destinati a pubblico utilizzo, l'eliminazione delle barriere architettoniche. Senonché -particolare che non può e non deve essere assolutamente trascurato-, siccome l'ingresso si affaccia sul corso più importante e centrale della città ed il corso è caratterizzato dalla presenza, a lato e a ridosso degli edifici, di antichi marciapiedi in pietra che lo costeggiano per tutta la sua lunghezza, la doppia rampa d'accesso insiste «in toto» -larghezza, lunghezza e spessore- sul marciapiede. Occupandone buona parte, oltre la metà, creando un'incredibile strozzatura e concedendo al pedone, per il suo transito, uno spazio che impedisce di fatto il passaggio contemporaneo di due persone dirette in senso opposto. In prossimità l'area pavimentata ad acciottolato risulta occupata per intero, e ancora un po', da un doppio parcheggio automobilistico indicato con colore giallo e riservato ai portatori di handicap, che di fatto impedisce una ulteriore, anche se difficoltosa, variazione di percorso o camminamento. Lo scrivente, che ovunque ama guardarsi intorno e cercare riscontro alle condizioni anche più strane ed inconsuete -improbabili, impossibili e sovente irripetibili-, prima d'ora non ha mai avuto l'opportunità di riscontrare una simile ed incredibile situazione. Che risulta essere veramente unica. Ciò premesso interroga il Sindaco o l'Assessore delegato per conoscere:

1) la doppia rampa in questione -già realizzata in data odierna- è stata regolarmente autorizzata con Concessione edilizia rilasciata dai competenti Uffici comunali?

2) rispetta, tale rampa, le dimensioni -in larghezza, lunghezza e pendenza- che sono imposte per Legge?

3) visto che si è provveduto a dotare l'edificio di una struttura di ingresso fornita di rampe d'accesso, quale sarà l'utilizzo futuro dell'immobile?

4) dovendo necessariamente provvedere all'eliminazione delle barriere architettoniche non era possibile -stante le infinite soluzioni oggi adottate in tutto il mondo, che tengono conto di ogni genere di preesistenza- prevedere una soluzione che risparmiasse il marciapiede assicurando comunque un ingresso agevolato e facilitato?

5) è dato per certo che tale rampa, resasi eventualmente necessaria in fase di progettazione, vengà poi utilizzata e permetta l'accesso a locali ove non esistano più altre barriere architettoniche?

6) si è sicuri che l'eliminazione delle barriere architettoniche per le persone che avranno eventualmente accesso all'immobile porti benefici e non crei, invece, una nuova, reale e pericolosissima barriera architettonica per un'infinità di altre persone, migliaia, che quotidianamente percorrono a piedi il marciapiede e che basano la loro abitudine su un percorso lineare naturale che non risulta interrotto -come logica vuole- da alcunchè?

7) non era possibile reperire un diverso accesso all'edificio -pensato appositamente in funzione dei portatori di handicap-, eventualmente agevolato da un parcheggio riservato, usufruendo di altro ingresso od utilizzando gli appositi ed ormai collaudatissimi «montacarichi» interni, sfruttatissimi ovunque?

8) si è già considerato che tale situazione imporrà, a carico comunale, una nuova necessità, e cioè quella di rivedere il tracciato del marciapiede, individuare un percorso alternativo, trasferire i due parcheggi per portatori di handicap (perché non più raggiungibili per la presenza della rampa) ed eventualmente eliminare un altro tratto di siepe per concedere ingresso e passaggio possibile ed agevolato?

Chiede inoltre di sapere se tale rampa, che di fatto appare come «occupazione di qualsiasi natura effettuata, anche senza titolo, nelle strade, nei corsi, nelle piazze, e comunque sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dei Comuni» (art. 2 Regolamento di applicazione della Tosap) e che pertanto dovrebbe considerarsi come occupazione di suolo pubblico, rientra nei casi previsti dal Regolamento della Tassa Occupazione Suolo ed Aree Pubbliche ed è soggetta al conseguente pagamento della relativa tassa. Chiede ancora di conoscere se esistano in Savigliano altre situazioni, analoghe alla presente, per le quali sia richiesta per Legge, e non adottata, la sistemazione della rampa di accesso per l'eliminazione delle barriere architettoniche e, infine, quale posizione potrebbe assumere l'Amministrazione comunale qualora altri luoghi di pubblico interesse (banche, uffici, ambulatori, ecc.) non ancora dotati di rampe di accesso, con la propria sede in vie del centro o sotto i portici delle piazze, dovessero richiedere l'autorizzazione per dotarsi di strutture atte ad eliminare le barriere architettoniche.

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