LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(15 giugno 2001) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo gruppo di Centro», considerato che in data 1 agosto 2000 aveva presentato al Sindaco la seguente interrogazione a risposta scritta:

«Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo Gruppo di Centro», presa visione dell'articolo pubblicato in bella evidenza, in data odierna, su «La Stampa», pagine di Cuneo, avente per titolo «Mondovì vuole il museo sulla stampa»; considerato che nell'occhiello del medesimo si scrive che «Nel 1472 i Cordero pubblicarono in questa città il primo libro del Piemonte»; preso atto che nel testo si annuncia che la città di Mondovì è in procinto di acquisire parte dell'attrezzatura del «Museo universale della stampa» custodito a Rivoli, per aprire a Mondovì Piazza un analogo sito museale; verificato che, se Mondovì ha stampato il suo primo libro a caratteri mobili nel 1472 ad opera di Baldassarre Cordero e Antonio di Mattia, Savigliano, con Cristoforo Beggiami e Giovanni Glim, l'ha anticipata di due anni; consultata in proposito la copiosa pubblicistica recente e passata (L. Botta, «L'arte della stampa a Savigliano e a Mondovì», in «Cn», Cuneo, 1990; G. Vernazza, «Lezione […] sopra la stampa», Cagliari, 1778; G. Vernazza, «Osservazioni tipografiche […]», Bassano del Grappa, 1807; F. Berlan, «L'introduzione della stampa in Savigliano, Saluzzo e Asti nel sec. XV», Torino, 1887; A. Olmo, «Introduzione della stampa in Piemonte e a Savigliano», Savigliano, 1971; L. Botta, «Il libro racconta Savigliano», in «Natura Nostra», Savigliano, maggio 1982; G. Vernazza, «Dizionario dei tipografi […]», Torino, 1859); considerata la necessità di preservare per Savigliano quel diritto alla primogenitura sulla stampa piemontese che a più riprese, e con insistente e non sempre malcelata invidia, altre località ed alcuni studiosi hanno cercato di allontanare alla nostra città; preso atto di una tradizione tipografica che Savigliano ha coltivato e che, attraverso il Sei-Settecento, ha avuto il suo massimo splendore nell'Ottocento e nel Novecento ed ancor oggi primeggia per qualità e competenza a livello subalpino; interroga il Sindaco o l'assessore delegato per conoscere se -non avendo diversamente agito per ottenere dal Comune di Rivoli il materiale del «Museo universale della stampa»- la notizia pubblicata dal quotidiano «La Stampa» lo lascia indifferente oppure, contrariato come è attualmente lo scrivente, intende intraprendere iniziative per ristabilire un'informazione corretta ed eventualmente tentare, seppure in extremis e magari coinvolgendo qualche sponsor, di contattare l'Amministrazione di Rivoli al fine di saggiare eventuali possibilità che tale materiale possa ancora essere consegnato alla nostra città»;

che in data 16 ottobre 2000 aveva ottenuto dal Sindaco la seguente risposta scritta:

«Caro Botta, non conoscevo la notizia, ma se è così, perché con i tuoi potenti mezzi non scrivi alla "Stampa" una lettera al direttore in cui spieghi il nostro primato e dai così inizio alla "guerra della stampa usurpata tra Savigliano Mondovì"? PS.: dico sul serio!»;

tenuto conto che sabato 9 giugno 2001 il sindaco di Mondovì, Riccardo Vaschetti, in unica occasione ha firmato la donazione di preziosi oggetti tipografici -provenienti dalla tipografia Belloni di Nizza Monferrato- e l'acquisizione in comodato gratuito delle attrezzature del Museo della Stampa di Rivoli (venticinque macchine per la stampa, set di caratteri, mobili, ecc., ecc.); preso atto dagli organi di informazione che detto materiale costituisce l'ossatura del «Museo della Stampa» di Mondovì, che avrà sede in palazzo delle Orfane, confermando la volontà da parte della vicina città di ribadire il proprio primato (che invece è saviglianese) nell'arte della stampa piemontese a caratteri mobili; interroga il Sindaco o l'Assessore delegato per sapere se non si intenda promuovere qualche iniziativa -non certamente conflittuale con Mondovì- atta a confermare la volontà saviglianese di conservare detto importantissimo primato, che offre l'esatto segno del livello culturale ed imprenditoriale della Savigliano quattrocentesca. Segno che oggi è in qualche modo confermato dalla presenza, in città e nei dintorni, della più qualificata, e forse anche copiosa, imprenditoria privata piemontese, impegnata in produzioni tipo-litografiche che escono sovente dai confini nazionali.

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