LUIGI BOTTA PER SAVIGLIANO

INTERROGAZIONE AL SINDACO DEL COMUNE DI SAVIGLIANO

(9 febbraio 2000) Il sottoscritto Luigi Botta, consigliere comunale del «Nuovo Gruppo di Centro», considerata la situazione obiettiva riscontrata, ritiene necessario compiere alcune osservazioni in merito a piazza Molineri:

• La prima riguarda la collocazione della segnaletica viaria, fortemente insufficiente per un luogo centrale ed importante quale, in effetti, la piazza è. Sono ben cinque le strade che si immettono nell'area urbana ed è soltanto una, sulla fronte della chiesa di san Pietro, l'indicazione viaria chiara e leggibile che ne offre identità. Altre due, storiche, dipinte ad affresco su rilievo d'intonaco, sono purtroppo svanite col tempo.

• La seconda riguarda invece la toponomastica della stessa. L'indicazione viaria, corretta, fornisce nel nome «Molineri» la denominazione della piazza. Risulta invece che ufficialmente essa venga definita, in modo erroneo, come «Molineris», e che pertanto gli uffici, i documenti, i certificati e la posta utilizzino ambiguamente questa seconda denominazione, costringendo gli utenti all'incertezza ed alla dubbiezza. In effetti la questione non è di adesso. Già il canonico Casimiro Turletti, interpellato sul finire dell'800 dalla pubblica Amministrazione circa il destino della toponomastica locale, aveva sollevato il dubbio circa tale preesistente denominazione, sottolineando, nella relazione presentata ai patres, che l'intitolazione doveva essere assegnata correttamente «e non "Molineris" perché il pittore non si è mai scritto così» (cfr. A. Olmo, «Casimiro Turletti storiografo», Tipografia Saviglianese, Savigliano, 1987, pg. 69). In realtà il documento che testimonia il battesimo del nostro maggiore artista (in Archivio San Pietro Savigliano, Registri Battesimo, vol. I, fg. 116 v.) lo cita come «Molinero Gio. Antonio», figlio di Gabriele e Lucrezia, padrino messer Gio. Giorgio Longo e madrina signora Anna Vanturina. Pertanto anche il cognome Molineri, stando a questo documento, dovrebbe essere in qualche modo rivisto. È invece consolidato, data la sua trasformazione nel corso della vita dell'artista (passato attraverso «Mollinerij» [nella più ampia versione patronimica], «Mollinero», «Mollinerio», «Molinerio», «Mollineri» e quindi stabilitosi in «Molineri», tanto nei documenti proprii quanto in quelli di «chiamata»), che esso rappresenti la sintesi dell'evoluzione subita e che sia da tutti (storici coevi e critici successivi) considerato come universalmente corretto e formalmente ineccepibile.

Interroga pertanto il Sindaco o l'assessore delegato per sapere, per quanto riguarda la prima osservazione, se intende adottare qualche provvedimento per riorganizzare adeguatamente -ed in modo corretto- la segnaletica toponomastica, magari anche restaurando le targhe storiche ad affresco svanite. Per quanto riguarda invece la seconda osservazione -riconoscendo che essa è frutto di una «lettura» intelletuale dell'argomento e che non cambia comunque la sostanza delle cose, anche qualora venisse rivista in toto o parzialmente- chiede invece se non è possibile, senza stravolgere «sic et simpliciter» l'organizzazione di tutta la documentazione ufficiale riguardante i residenti, avviare un processo «indolore» di corretta revisione toponomastica, tale che possa integrarsi con l'attuale senza comportare sconvolgimenti nell'attività di chi, privati cittadini, amministrazioni, esercizi ed uffici, usufruisce ufficialmente di tale denominazione.

TORNA A CASA