Xavier Villaurrutia
Sei la compagna con cui parlo d'improvviso da solo.
Ti formano le parole che escono dal silenzio.
Dal serbatoio di silenzio in cui affogo.
Cieco fino a svegliarmi.
La tua mano indurisce la fretta della mia mano.
E conduce la mia mano.
Che traccia sulla carta queste parole.
La tua voce, falce di eco,
il rimbalzo della mia voce sul muro.
Nella tua pelle di specchio mi guardo,
per mille lunghi secondi.
Il minimo rumore ti schiaccia.
Ti vedo uscire dalla volta del tetto,
dalla scacchiera del pavimento.
E mi lasci, senza più polso, né voce.
Senza più faccia come un uomo solo.
In mezzo ad una strada di sguardi.
.