Davvero vivo in tempi bui, quando la parola innocente è stolta e una fronte distesa vuol dire insensibilità. Quali tempi sono questi quando discorrere di alberi è quasi un delitto perché su troppe stragi comporta il silenzio?! E l'uomo che ora attraversa la strada mai più potranno rivederlo gli amici. E' vero: ancora mi guadagno da vivere. Ma è un caso. Nulla di quel che faccio mi autorizza a sfamarmi. Basta che il vento giri e sono perduto. «Mangia e bevi -dicono- e sii contento di averne.» Ma come posso mangiare e bere se quel che mangio manca a chi ha fame? e a chi ha sete tolgo il mio bicchiere? Eppure mangio e bevo. E vorrei anche essere saggio. Nei libri antichi è scritto: lascia le contese del mondo, trascorri questo breve tempo senza paura, spogliati della violenza e rendi bene per male. Questo, dicono, è la saggezza. Tutto questo per me oggi è impossibile. Davvero vivo in tempi bui. Nelle città venni al tempo del disordine, quando la fame regnava. Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte, e mi ribellai insieme a loro. Il mio pane lo mangiai nelle battaglie. E per dormire mi stesi accanto agli assassini. Così passò il tempo che m'era stato dato sulla terra. Voi che riuscirete a salvarvi dai gorghi dove fummo travolti pensate, quando parlerete delle nostre debolezze, ai tempi bui cui siete scampati. Noi cambiammo più spesso paese che scarpe. Andammo, disperati, in mezzo alle guerre quando regnava solo ingiustizia. Eppure lo sappiamo: anche l'ira contro l'ingiustizia fa roca la voce, anche l'odio contro la bassezza stravolge il viso. Noi che volevamo apprestare il terreno alla gentilezza non potemmo essere gentili, ma voi, quando sarà venuta l'ora che l'uomo sia un aiuto all'uomo, pensate a noi con indulgenza. (Bertolt Brecht, 1940) |