MIMNERMO

 

1.

Che vita mai, che gioia senza Afrodite d'oro?

Ch'io sia morto quando più non mi stiano a cuore

l'amore segreto, i dolci doni e il letto:

questi sono i fiori della giovinezza, desiderabili

per gli uomini e le donne. Quando poi dolorosa sopravviene

la vecchiaia, che rende l'uomo turpe e cattivo,

sempre nell'animo lo corrodono tristi pensieri;

e di vedere i raggi del sole non gioisce,

ma è odioso ai ragazzi e in dispregio alle donne:

così penosa fece il dio la vecchiaia.

 

 

2.

 

Come le foglie che fa germogliare la stagione di primavera

ricca di fiori, appena cominciano a crescere ai raggi del sole,

noi, simili ad esse, per un tempo brevissimo godiamo

i fiori della giovinezza, né il bene né il male conoscendo

dagli dèi. Oscure sono già vicine le Kere,

l'una avendo il termine della penosa vecchiaia,

l'altra della morte. Breve vita ha il frutto

della giovinezza, come la luce del sole che si irradia sulla terra.

E quando questa stagione è trascorsa,

subito allora è meglio la morte che vivere.

Molti mali giungono nell'animo: a volte, il patrimonio

si consuma, e seguono i dolorosi effetti della povertà;

sente un altro la mancanza di figli,

e con questo rimpianto scende all'Ade sotterra;

un altro ha una malattia che spezza l'animo. Non v'è

un uomo al quale Zeus non dia molti mali.

 

 

 

3.

 

Un male senza fine donò Zeus a Titono,

la vecchiaia, più agghiacciante anche della morte penosa.

 

* * *

 

Ma come un sogno breve è la giovinezza

preziosa: presto, incombe sul capo

la tormentosa e deforme vecchiaia,

nemica, spregevole, che non fa più riconoscere l'uomo:

danneggia gli occhi e la mente avviluppandoli.

 

 

4.

 

Ebbe in sorte il Sole una fatica tutti i giorni,

e non c'è mai riposo

per i cavalli e per lui, poi che l'Aurora dita di rosa

lascia l'Oceano e sale su nel cielo.

il concavo letto, molto desiderato, opera

delle mani d'Efesto, di oro prezioso, alato,

velocemente, sfiorando le onde, trasporta sul mare

lui, che dorme, dalla regione delle Esperidi

alla terra degli Etiopi, dove il carro veloce e i cavalli

attendono, finché giunga l'Aurora mattutina.

Qui, monta sul suo carro il figlio di Iperione.

 

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