Tahar Ben Jelloun
Tangeri
E' la storia di un uomo ingannato dal vento
dimenticato dal tempo
schernito dalla morte.
Il vento dell'Est,
in una città dove si incontrano l'Atlantico e il Meditterraneo,
una città fatta di colline che si inseguono,
avvolta di leggende,
enigma dolce e indecifrabile.
Il tempo comincia con il secolo, pressappoco.
Forma un triangolo nello spazio familiare di quest'uomo
che ben presto
-aveva dodici o tredici anni-
ha lasciato Fes per andare a lavorare nel Rif,
a Nador, a Melilla,
per tornare poi a Fes durante la guerra
ed emigrare negli anni cinquanta
con la sua piccola famiglia a Tangeri
città dello stretto,
dove regnano il vento,
l'ignavia,
e l'ingratitudine.
La morte è un vascello guidato dalle mani di ragazze
che passano e ripassano in una casa cadente
sotto lo sguardo incredulo e diffidente di colui
che con un gesto deciso
allontana da sé
quest'immagine.
(Tahar Ben Jelloun, 1970)
.