Allen Ginsberg

 

IL MIO TRISTE IO

 

A volte

quando ho gli occhi rossi

vado in cima al grattacielo della RCA

e contemplo il mondo:

Manhattan,

le mie case, le strade,

abbaini, letti, appartamenti ,

la Quinta Avenue che ho sempre in mente,

le sue macchine-formiche,

i taxi gialli,

uomini che camminano grandi come fiocchi di lana,

il panorama dai ponti,

il sole sul New Jersey

dove nacqui

e su Paterson dove giocai ,

e i miei amori più tardi sulla Quindicesima Strada,

i miei amori più grandi nel Lower East Side,

e i miei amori favolosi nel Bronx.

Lontani sentieri attraversano queste strade nascoste.

Il sole splende su tutto ciò che posseggo

in un batter d'occhi fino all'orizzonte.

Triste,

prendo l'ascensore,

e scendo meditando sui marciapiedi

fissando le vetrine.

Mi fermo pensoso davanti a un'automobile

perduto in un solo pensiero.

Cammino nella tristezza che fluisce

con le punte delle dita rigate di lacrime

al crepuscolo.

Sono un uomo per strada nella marea

tra luci rosse che fanno scattare movimenti frettolosi

di gente agli angoli.

Tutte queste strade conducono,

così intersecate, allungate,

irte di alti edifici e incrostate di slums,

attraverso uomini e auto che arrancano.

 

****

 

Poiché ci incontrammo al crepuscolo

all’ombra dell’orologio della stazione

mentre il mio spettro visitava Lima

e il tuo fantasma moriva a Lima

vecchio volto da sbarbare

e la mia barba giovane cresceva splendida

come i capelli morti nelle sabbie di Chancay

perché a torto pensai che tu fossi melanconico

nel salutare i tuoi piedi sessantenni

e tu salutasti i miei occhi

con la voce ragliante

a torto pensando che io fossi geniale

per un ragazzo

(il mio rock è il movimento

di un angelo in volo su una città moderna)

(il tuo strascicarti oscuro

è il movimento di un serafino

che ha perduto le ali)

ti bacio sulla guancia grassa

(di nuovo domani sotto lo stupendo orologio

dei Disaguederos

prima di andare verso la morte

in un incidente aereo

nel nord America

tanto tempo fa)

tu verso il tuo infarto in strada

indifferente nel Sudamerica

(entrambi circondati da comunisti

urlanti con fiori nel sedere)

tu molto prima di me

o in una lunga notte solo in una stanza buia

nel vecchio albergo del mondo

circondato da pezzi di carta

muori grandioso nella tua solitudine

vecchio, io profetizzo una ricompensa

più vasta delle sabbie di Pachamac

più splendente di una maschera d’oro battuto

più dolce della gioia di eserciti nudi

più rapida del tempo trascorso

tra la vecchia notte di Nasca

e questa Lima nuova nel crepuscolo

più strana del nostro incontro

accanto al palazzo del presidente

fantasmi di una vecchia illusione

fantasmi di amore indifferente

l’intelligenza radiosa

trasmigra dalla morte

per rifarti un segno di vita

 

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