Il tuffatore

 

Di te amo le lunghe gambe,

puerili, lente,

aste tenere

soavi

che per spirali adolescenti salgono

infinite,

esatto tocco e fremito.

Di te amo le braccia

giovani,

che abbracciano fidenti

il mio squilibrio,

mani disvelate,

mani moltiplicanti

che accompagnano in fretta il mio incupito nuoto.

Amo il tuo grembo pieno d'ombra,

onda lenta e solinga,

dove si va facendo esausto il mare,

dove affondare sino a rompermi il cuore,

e di amore affogare

e piangere.

Di te amo i grandi occhi,

dove sondo la voragine buia della mia ansia,

per scoprire negli arcani

sotto l'oceano oceani.

Di te amo pił di quanto riescano a dire

la mia parola

e la mia tristezza.

  

(Vinicius De Moraes, 1970)

 

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