PREMIO NAZIONALE DI POESIA

"COSMO D'ORO"

 

1° Premio

Paolo Borsoni

 

MOTIVAZIONE

E' la poesia delle cose che sono nostre, anche se dovessero appartenere ad altri. Per come le guardiamo, le osserviamo, le contempliamo, diventano nostre, senza che gli altri se ne sentano defraudati, perché non togliamo nulla, amiamo soltanto vedere, pensare. Il nostro regno è questo, fatto di cose che sono fuori di noi, ma che spiritualmente, culturalmente ci appartengono, così anche da ricordarle.

Indirettamente, la poesia ricorda l' "omnia mecum porto" della cultura classica.

Prof. Giovanni De Pascalis

 

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Lunedi'
13 Ottobre 2008
Edizione Rovigo
 
COSMO D’ORO
Il premio della 24.edizione a Paolo Borsoni: immagini suggestive e un viaggio senza limiti
 
Con una cerimonia semplice, ma suggestiva, sono stati consegnati i premi della 24. edizione del Cosmo d'oro, il premio di poesia cosmica patrocinato dal Comune e dalla Provincia, con il contributo della Regione Veneto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la collaborazione della «Dante Alighieri» di Rovigo e del Club «Amici dell'arte» di Ferrara. Una cerimonia sobria che ha avuto un momento di emozione diffusa con la lettura delle poesie degli alunni della scuola primaria, che anche quest'anno hanno aderito al premio e che erano presenti nel teatro comunale con gli insegnanti e il dirigente scolastico.

La manifestazione è stata aperta dal saluto del sindaco Antonio Dal Ben, seguito dall'intervento del presidente della Giuria, Massimo Stefanutti, che ha fatto una breve sintesi del lavoro della giuria alla ricerca di versi, di immagini e di contenuti liricamente cosmici. Giovanni De Pascalis ha quindi relazionato sul corpus di poesie, oltre 500, presentate dai 193 concorrenti, citando qualche verso di alcune per costruire un concetto personale, molto interiorizzato e spirituale della poesia cosmica. Concetto condiviso, ma anche rielaborato da Ercole Chiari in un diverso approccio filosofico ed esistenziale che trova un suo motivo ispiratore nella poesia vincitrice nella quale l'uomo, al di là di barriere e di limiti, pur senza accorgersene, è «l'assoluto sovrano/ che in questo suo viaggio/ sta visitando per la prima ed unica volta/ il suo regno.» Una poesia intensa, costruita su immagini suggestive e su un viaggio che che non conosce confini, quella del poeta anconetano Paolo Borsoni - un insegnante che è stato diversi anni a Padova ed ora tornato nella sua città - che l'ha letta con la sua voce sottile, segnata dall'emozione. Così come la seconda, «Del tempo che mi spetta» di Giovanni Caso, un generale salernitano in pensione che è diventato un nome di primo piano nei concorsi letterari italiani, nella quale il poeta chiede per il tempo che gli spetta non rubini e smeraldi, ma «soltanto un soffio di parole/ e un filo di luce che le tenga insieme». Al terzo posto un poeta lucchese con la lirica «Con sollievo» nella quale c'è tutta "l'inquietudine del nostro tempo".

L'assessore provinciale Laura Negri, nel portare il saluto dell'Amministrazione di palazzo Celio, ha elogiato questo premio che da 24 anni porta lustro al Polesine e soprattutto contribuisce a tener vivo il rapporto tra l'uomo e la forma più alta della sua espressione, la poesia. Il saluto della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo è stato portato da Leobaldo Traniello, che ha sottolineato l'attenzione della Fondazione alle iniziative culturali che animano il Polesine, come questo premio promosso da Arrigo Vanzelli, che aveva conosciuto anche ai tempi del precedente «Spiga d'oro».

Claudio Garbellini

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