Jorge Luis Borges

 

 

dovrò cambiare di posto la vita

oggi ancora tuo specchio

dovrò rifarla daccapo  ad ogni alba

da che sei andata via

i luoghi si sono fatti vani

e senza senso

come luci accese di giorno

sere che erano cornici del tuo volto

musiche  dove c’eri tu ad attendermi

parole di quel tempo

tutto dovrò di mia mano distruggere

in quale avvallamento celerò la mia anima

perché non veda il sole terribile 

del tuo non essere qui

che arde spietato senza fine?

la tua assenza è per me

come la corda che stringe la gola

come il mare per chi sta naufragando

 

 

quante volte di qui sarò passato

non posso ricordare

più lontani del Gange ora mi sembrano i mattini

o le sere in cui accadde

gli infortuni della sorte non contano

fanno parte della docile creta del passato

che il tempo annienta o con cui gioca l’arte

ma che non c’è chi l’abbia decifrata

nell’ombra forse un giorno c’era una spada

forse una rosa

che oggi altre ombre custodiscono nelle loro cave

non mi resta che il niente, che la cenere

assolto dalle maschere che ho indossato

sarò da morto il mio totale oblio

 

 

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