TIRARE AL BERSAGLIO CON L'ARCO Paolo
Borsoni
PROCESSO STOCASTICO
In greco stochazein significa
“tirare al bersaglio con l’arco”, in senso metaforico: diffondere gli eventi in
modo parzialmente casuale sicché alcuni di essi abbiano un esito più
favorevole.
Se una sequenza di eventi
combina una componente casuale con un processo selettivo, in modo che solo
certi risultati possano perdurare nel tempo, tale successione viene definita
stocastica.
Il secondo principio della
termodinamica di Carnot e Clausius introduce l’idea di una degradazione
dell’energia: in un sistema chiuso, che non sia alimentato da energie esterne,
ogni trasformazione si accompagna a una crescita irreversibile di entropia fino
a un massimo caratterizzato da uno stato di omogeneizzazione, di equilibrio
termico, in cui scompaiono per il sistema le possibilità di trasformare Calore
in Lavoro.
Nella seconda metà del 1800 il
principio di degradazione dell’energia venne tradotto da Ludwig Boltzmann in
principio di degradazione dell’ordine e dell’organizzazione attraverso il
disordine molecolare ovvero ‘omogeneizzazione macroscopica ed equilibrio
termico.
Ludwig Boltzmann ha sviluppato
un approccio di tipo statistico: il numero delle molecole e delle
configurazioni che le molecole possono assumere all’interno di un sistema
risulta in generale elevatissimo, le configurazioni disordinate, prive di
ordine, sono molto più probabili rispetto a quelle caratterizzate da un ordine.
La crescita di entropia coincide con il passaggio da configurazioni meno
probabili (quelle ordinate, caratterizzate da differenze) a quelle più
probabili (quella senza un ordine, senza differenze): il disordine, la
disorganizzazione si identificano in un sistema chiuso con lo stato di maggiore
probabilità ovvero lo stato di equilibrio senza differenze.
Rudolf Julius Emanuel Clausius
generalizzò il secondo principio della termodinamica all’universo, concepito
come un sistema chiuso dotato di una quantità finita e determinata di energia.
Secondo la sua formulazione: “L’entropia dell’universo tende verso un massimo”
ovvero “verso una morte termica” , verso la disorganizzazione, il disordine, la
fine delle differenze.
Boltzmann definisce l’entropia
in rapporto al numero delle configurazioni microscopiche che possono assumere
le molecole, attrverso l’ equazione
S= K•log(P)
dove S è l’entropia totale del
sistema, K una costante-fattore che viene moltiplicato per P, la probabilità
determinata dal numero delle molecole e dalle loro possibili distribuzioni.
L’aumento di entropia in un
sistema significa che il disordine e la disorganizzazione non possono che
crescere. Il concetto di entropia indica la tendenza alla disorganizzazione,
all’annullamento progressivo delle differenze, alla uniformità termica.
Ci si può domandare: come può
questa prospettiva della progressiva, irreversibile, ineluttabile crescita del
disordine (annullamento di differenze) nell’universo essere compatibile con lo
sviluppo della vita dagli aminoacidi all’Homo sapiens?
L’evoluzione fisica, biologica,
antropologica farebbe supporre l’esistenza di qualcosa che sfugga ai principi
della degradazione e del disordine.
Prima osservazione: la generalizzazione
fisica, termodinamica, operata da Clausius da un sistema chiuso all’intero
universo della legge dell’aumento irreversibile dell’entropia presuppone
ipotesi cosmologiche del tutto opinabili: allo stato attuale delle conoscenze,
tale visione, tale generalizzazione, assomiglia tanto alla generalizzazione
matematica operata per secoli della validità della geometria euclidea al cosmo
(mentre la geometria dell’universo è una geometria non-euclidea ovvero la
geometria di Riemann, la base matematica della Teoria della Relatività).
Seconda osservazione:
fondamentale è il concetto di organizzazione. L’organizzazione è un insieme di
relazioni tra elementi o fra individui, che compone un’unità dotata di qualità
non presenti a livello delle singole parti. L’organizzazione connette creando
stabilità, possibilità di resistere a perturbazioni aleatorie. L’organizzazione
e il nuovo ordine dispongono di una forza di coesione, di solidità in un
universo di interazioni predisposte alla degradazione.
Sono pochissime le combinazioni
di corpi, di elementi che si mantengono nel tempo, ancora meno quelle che
tendono a riprodursi, ad evolversi. Tutti i fenomeni di organizzazione sono
minoritari, improbabili. L’improbabilità delle strutture che si mantengono
diviene estrema nelle strutture che tendono addirittura ad evolversi e a
riprodursi. Queste esigue probabilità sono tuttavia compensate dalla numerosità
delle combinazioni, delle interazioni, ovvero dei possibili precursori di stati
di organizzazione.
L’organizzazione connette
elementi, individui, come componenti di un sistema.
Gregory Bateson in “Mente e
natura” si chiede: qual è la differenza tra il mondo fisico dove le forze e gli
urti costituiscono una base esplicativa sufficiente e il mondo dove invece non
si può capire nulla senza invocare differenze e distinzioni? Qual è la
struttura che connette tutte le creature viventi?”.
Attraverso il concetto di
organizzazione è possibile individuare un limite di tipo logico alla validità
onnicomprensiva dell’equazione di Boltzmann S= K•log(P) , un limite dovuto ai
diversi livelli di riferimento delle variabili utilizzate: P, la probabilità,
rappresenta una variabile di singoli elementi individuali, attraverso le loro
distribuzioni; S, l’entropia, è una variabile di sistema.
S e P non sono variabili
omogenee, appartenenti allo stesso livello logico di equazione, allorché la
combinazione di elementi ha assunto una forma di organizzazione, allorché cioè
la struttura complessa, il sistema, si sviluppa su un piano operativo diverso
da quello dei suoi singoli elementi, dalla loro semplice somma.
Un’organizzazione è un’unità
globale di parti diverse, con qualità proprie, con un’identità originale, con
qualità non riducibili ad alcuna di quelle dei singoli elementi che la
compongono, essa costituisce una totalità, le cui proprietà superano la somma
delle proprietà delle singole parti.
L’associazione di un atomo di
carbonio in una catena molecolare fa emergere la cellula vivente che ha
proprietà emergenti come alimentarsi, metabolizzare, riprodursi. L’integrazione
nell’organizzazione crea un sistema con proprietà specifiche, particolari. Il
tempo sistemico non è più allora soltanto il tempo delle singole parti
separate, ovvero della degradazione dell’energia, ma anche il tempo dell’evoluzione,
di ciò che si sviluppa, prolifera, diviene complesso, organizzato. Questa
possibilità trasforma unità prima separate in una unità complessa globale,
determina una nuova realtà, l’unità “sistema”.
Qual è allora il salto logico
tra il mondo fisico, dove le forze e gli urti costituiscono una base
esplicativa adeguata per descrivere i fenomeni, e il mondo dell’organizzazione,
della relazione, dove non si può capire nulla senza parlare di differenze e di
sistemi?
Nel mondo fisico degli urti,
delle forze repulsive e attrattive, il principio che ha il sopravvento è il
principio dell’annullamento di ogni ordine, di ogni differenza e dell’aumento
irreversibile dell’entropia.
Nel mondo dell’organizzazione si
costituisce il principio del mantenimento dell’informazione, dello sviluppo
selettivo e progressivo delle differenze.
Dalla fisica alla biologia,
dalla biologia alla sociologia e alla psicologia si determina un progressivo
evolversi della matematica dei modelli esplicativi capaci di descrivere la
realtà.
La fisica si occupa soprattutto
di eventi concernenti materia inorganica.
La biologia affronta (in
particolare) le prime forme di organizzazione della vita.
La sociologia e la psicologia
cercano di descrivere organizzazioni estremamente complesse come quelle umane.
La complessità
dell’organizzazione, man mano che cresce, rende sempre più problematico fondare
i modelli esplicativi su schemi matematici.
Il mondo della
non-organizzazione è un mondo della linearità, dell’irreversibilità e quindi
delle tendenza alla crescita dell’entropia e dell’annullamento di ogni
informazione.
Il mondo dell’organizzazione è
un modo di reversibilità, delle fluttuazioni, delle oscillazioni.
Il mondo della
non-organizzazione è un spazio di eventi in cui è possibile instaurare modelli
di previsione matematici degli sviluppi successivi.
La complessità di
un’organizzazione fa diminuire la probabilità di schemi di teorie falsificabili
e tuttavia resistenti ai tentativi i falsificazione.
Sembra quindi del tutto
discutibile l’estensione di un concetto quale l’entropia dall’ambiente fisico
di un sistema chiuso a un ambiente aperto di organizzazione elevata, come
quella sociale.
Nella “Città di Dio”, Agostino
pone in cima alla catena dell’Essere e dell’Universo la Mente Suprema, il
Logos, sotto vi sono gli angeli, poi gli uomini, poi le scimmie, fino alle
piante e giù giù per arrivare alle pietre. Tutto il modello risulta in un
ordine deduttivo, legato a una premessa maggiore che prefigura la legge: “ciò
che è più perfetto non può mai essere generato da ciò che è meno perfetto”.
Jean-Baptiste Lamarck fu il
primo a capovolgere questa “grande catena dell’Essere”; egli rovesciò la
premessa che il perfetto debba sempre precedere l’imperfetto, avanzò una teoria
del “trasformismo” che partendo dagli infusori, i protozoi, procedeva fino
all’uomo e alla donna. Lamarck sosteneva che la pressione ambientale poteva
influire direttamente sui geni del singolo individuo.
L’affermazione di Lamarck oggi
non è ritenuta attendibile, ma è assodata la teoria che l’ambiente influenzi il
pool genico di una popolazione. L’unità dell’evoluzione è la popolazione, come
deposito eterogeneo di possibilità geniche. La popolazione è in grado di
rispondere alle pressioni ambientali. L’organismo individuale è capace di cambiamenti
somatici adattivi, ma è la popolazione che tramite la mortalità selettiva
subisce i cambiamenti che vengono trasmessi alle generazioni future e quindi
alla popolazione come sistema.
È sulla popolazione che agisce
la selezione ambientale.
La fisica delle palle da
biliardo dice che se la palla A colpisce la palla B, quest’ultima reagisce
usando l’energia ricevuta nell’urto fino a raggiungere uno stato di quiete.
Il secondo principio della
termodinamica, la legge dell’annullamento progressivo dell’ordine, delle
differenze, dell’informazione, è un modello esplicativo efficace e attendibile
per il mondo delle pietre e delle palle da biliardo. Ma nel mondo
dell’organizzazione e dell’autorganizzazione, si formano concentrazioni di
informazioni che determinano una promozione di ordine al di là della tendenza
automatica all’annullamento dell’informazione verso il disordine, al di là di
ogni deriva meccanica all’annullamento delle differenze.
La linea di probabilità di un
mondo dell’organizzazione non è una linea continua sempre crescente come quella
indicata dall’equazione di Boltzmann. Per un certo livello di organizzazione si
può pensare che la neg-entropia, ovvero l’ entropia negativa, che coincide con
l’organizzazione, inverta la tendenza e cominci ad aumentare. In quel punto
assumono rilevanza fondamentale i concetti di sistema, di complessità, laddove
le combinazioni di elementi, il legame di entità prima separate determini una
discontinuità, un salto, un passaggio di selettività che stabilizzi, riproduca
legami, promuova ordine e nuove differenze, quindi nuova informazione. In quel
punto, il sistema di discontinuità ha raggiunto un livello di sistema con
qualità proprie, emergenti, differenti da quelle possedute da ciascuna delle
sue singole parti, delle sue singole componenti originarie.
Una curva che vuole esprimere il
legame tra probabilità e organizzazione non può che essere oscillante, con
sequenze di crescita e decrescita, con salti di discontinuità. Il mondo
dell’organizzazione non è concepibile senza discontinuità e senza soglie.
Tanto l’evoluzione quanto
l’apprendimento, dice Gregory Bateson, si conformano alle stesse regolarità,
alle stesse leggi di quell’ampio sapere che tiene insieme gli anemoni di mare,
le foreste di sequoie, le organizzazioni sociali.
La mente è un riflesso di vaste
e numerose porzioni del mondo naturale.
Il parallelismo tra evoluzione
biologica e mente viene istituito da Bateson non postulando un Progettista o un
Artefice nascosto ma individuando il comune carattere stocastico di pensiero ed
evoluzione. Il pensiero creativo contiene una componente casuale e una
selettiva, i progetti esplorativi, il procedere per tentativi ed errori possono
conseguire risultati solo lungo percorsi che alla prova vengono selezionati da
un principio di sopravvivenza e di adattamento.
È improbabile la costituzione di
un’organizzazione tra elementi distinti, ma per determinate strutture già
formate, già organizzate, diviene non automatica neppure la rottura,
l’annullamento dell’organizzazione raggiunta, la perdita dell’informazione.
Questo è vero soprattutto quanto tali legami non solo sono caratterizzati da
sopravvivenza, simmetria, persistenza, ma anche da una continua formazione di
nuovi legami, di nuove strutture. La teoria secondo la quale l’entropia non può
che aumentare e con essa il disordine, vede il cosmo come una totalità chiusa
omogenea. La teoria dell’aumento necessario dell’entropia-disorganizzazione
assume un’uniformità e una linearità della funzione probabilità del sistema,
mentre tale funzione non è né continua né lineare e neppure perennemente
crescente o perennemente decrescente nei diversi stati di organizzazione di
sistema.
Allorché si sostituisce e si
afferma un processo selettivo, solo certi risultati del casuale possono
perdurare.
Selettività e organizzazione: lo
sviluppo della selettività implica organizzazione, nello sviluppo
dell’organizzazione si determina un rinnovamento nella selezione di elementi,
eventi, componenti, relazioni.
Il Processo Stocastico
sottintende che dall’assoluto caos si afferma la vita, che dalla
disorganizzazione si consolidano strutture selettive, che il legame tra entità
isolate, separate, si consolida, sopravvive e si riproduce fino
all’Organizzazione. E questo legame nasce da incroci, incontri, scontri, combinazioni,
relazioni causali e diverse.
L’Informazione è legata alla
Differenza. Ciò che è perennemente uguale a se stesso non fornisce alcuna
informazione. Gli animali che si mimetizzano non danno informazioni ai loro
predatori. Per ordinare eventi, cose, persone, oggetti, situazioni, prede, è
necessario stabilire una relazione, un maggiore e un minore, un prima e un
dopo, un chiaro e uno scuro, un utile e un non-utile. Ricevere informazioni,
elaborare informazioni significa sempre e necessariamente ricevere notizie di
differenze, ed elaborare differenze su altre differenze.
La Mappa è ciò che trasforma e
codifica le differenze attraverso le differenze.
Il numero di differenze
esistenti in qualsiasi oggetto è potenzialmente infinito, ma solo pochissime diventano
informazioni: l’informazione è un insieme di differenze che parlano di
differenze, un insieme di differenze che interpretano, codificano, segnalano
altre differenze.
Se un mazzo di carte ordinato
viene rimescolato, viene scompigliata la disposizione iniziale. Ma l’ordine che
viene perso è solo l’ordine arbitrariamente stabilito ovvero il significato
attribuito soggettivamente dai giocatori a una determinata configurazione e
sequenza di segni.
Il significato è una differenza
rimasta stabile in uno stato di instabilità: ciò è vero per i rituali di
interazione sociale, per la cultura religiosa, per i meccanismi di formazione
del linguaggio.
Il significato viene a
sovrapporsi alle strutture che hanno risposto al primo requisito di ogni
organizzazione: la sopravvivenza, la stabilità in un mondo di instabilità.
Certi particolari, certe
differenze vengono stabilizzate, sottolineate, organizzate, così da instaurare
relazioni, corrispondenze, funzioni su insiemi di eventi, di persone, di segni,
di prede, di informazioni.
(bibliografia:
Gregory
Bateson "Mente e natura"
Gregory Bateson "Verso un'ecologia della mente"
Paolo Borsoni "Tirare al bersaglio con l'arco", in
"Sapere", n. 914 Roma
Paolo Borsoni "Ricerca di ecologia della
comunicazione", Ianua editrice, Roma )