Mentasti

Uno degli ultimi organari a posare organi, se non addirittura l’ultimo a fare lavori di un certo qual pregio qualitativo nel campo degli organi meccanici in città, fu Alessandro Mentasti (nato nel 1844 e attivo fino al 1910), operante a Novara e lavorante in proprio dal 1874/75. A lui si devono molti lavori di restauro e adattamento di organi altrui (modifiche, ingrandimenti) e due organi costruiti ex-novo: lo strumento della Sinagoga di Via Foa (1878) e l’organo di S. Agnese (inaugurato da Bartolomeo Pozzolo nel febbraio del 1907). Nel tempio Israelitico Mentasti costruisce uno strumento che rende bene l’idea della grandezza che allora la comunità israelitica ostentava: due tastiere, 48 registri tra bassi e soprani in una cassa in stile neomoresco (come peraltro l’architettura dell’intero tempio) con una facciata a 7 campate per un totale di 73 canne (di cui ne rimangono 5, per di più malmesse). Costruito anche per sostenere il canto, era utilizzato per l’esecuzione di brani solistici trascritti dalle opere italiane più o meno coeve (Donizetti, Verdi, Rossini), e sicuramente con la voce possente delle sue 1800 canne faceva vibrare di soavi armonie le grandi colonne del tempio. Le canne furono saccheggiate prima dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, poi da avventori che approfittarono della chiusura del tempio per fare man bassa delle suppellettili e degli arredi sacri (rimangono tutte quelle in legno e circa un terzo di quelle in metallo, che sono per la maggior parte ossidate e fuori forma). L’altro strumento, quello della chiesa di S. Agnese, è completamente diverso come impianto costruttivo: più moderno e completamente rispondente ai dettami della riforma ceciliana (che richiedeva l’esecuzione di musiche "gravi ed austere"); possiede due tastiere, una pedaliera estesa e 22 registri reali su tutta la tastiera. La facciata ricorda stilemi costruttivi di Liborio Grisanti (organaro napoletano trapiantato ad Asti ed ivi operante dal 1740 fino al 1770, anno della morte) costruttore che operò anche a Vercelli; è assai probabile che questa facciata e parte di canne interne siano il frutto dell’acquisto da parte della ex chiesa di S. Francesco, di un organo più antico presente in Cattedrale fino al 1846, suo anno di vendita, e poi riutilizzato da Paolo Amati per costruire un ulteriore organo (in una ricevuta del 29 gennaio 1840 Amati si firma "fabbricatore dell’organo di S. Agnese"). Dovremmo così aggiungere alla lista dei lavori di Amati una "new entry".

Tutti questi strumenti (in Sinagoga e in S. Agnese) attendono un restauro.

 

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