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KI
Itsuo Tsuda
nacque nel 1914 in Corea. All'età di sedici anni si rivoltò contro là volontà del
padre che lo destinava a diventare l'erede dei suoi beni (diritto di
primogenitura), lasciò quindi la famiglia e si mise a vagabondare, alla ricerca della
libertà di pensiero. Dopo essersi riconciliato con il padre, si recò in Francia nel
1934, dove studiò sotto la guida di Marcel Granet e Marcel Mauss fino al 1940, anno del
suo ritorno in Giappone. Dopo il 1950 s'interessò agli aspetti culturali del Giappone:
studiò la recitazione del Nò con il Maestro Hosada, il Seitai con il
Maestro Noguchi e l'Aikido con il Maestro Ueshiba. Itsuo Tsuda tornò in
Europa nel 1970 per diffondere il movimento rigeneratore e le proprie idee sul ki.
Nel 1973 pubblicò la sua prima opera, Il Non-fare con il sottotitolo: "La
Scuola della Respirazione", La sua morte è avvenuta a Parigi nel 1984.
Da Aristotele in poi, la scienza, in Occidente, è solo scienza del generale:
sfugge, in un ambito culturale improntato allo spirito di sistema, la comprensione della
particolare e indefinibile verità che riguarda l'individuo. L'Autore tenta di accostarsi
a questo problema vago e fluido nel contesto stesso delle idee cristallizzate
dell'Occidente. Porta come testimone il termine giapponese ki, del quale non esiste in
alcuna lingua europea l'equivalente, che pure esiste in tutte le altre culture. Il termine
sanscrito "Prana" è un esempio. Il ki è inafferrabile e indefinibile, pur
essendo diretto, immediato e preciso. Ed è allo stesso tempo respirazione, intuizione,
sensazione, spontaneità, movimento, azione, premonizione. È esistito un tempo in cui,
senza dubbio, anche l'Occidente ha conosciuto questi aspetti: lo testimoniano parole come
pneuma, psyche, spiritus, anima.
L'intenzione di Tsuda non è quella di un mercante di folklore orientale, né quella di
proporre un nuovo " ismo " in concorrenza con altri sistemi d'interpretazione.
Egli vuole semplicemente gettare una nuova luce sul rovescio della medaglia che
l'Occidente ha ufficialmente ignorato con sdegno. Il suo ruolo è di informare
l'occidentale che, attraverso la pratica del "Movimento Rigeneratore" esiste
un'altra possibilità.
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