Frankie Hi NRG MC

La morte dei miracoli

 

Tracklist:

  1. Quelli Che Benpensano       X
  2. Accendimi..                        X
  3. Giù Le Mani Da Caino         X
  4. Il Beat Come Anestetico    X
  5. La Cattura                         X
  6. Autodafè                            X
  7. Cali Di Tensione               X
  8. Fili                                   X

 

 

 

 

Quelli Che Benpensano
( Ruocco - Puzzo - Di Gesu' )

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere - e non far partecipare nessun altro - nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro : niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici, guardali : stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere. Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno: spendono, spandono e sono quel che hanno...

Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...

.. e come le supposte abitano in blisters full-optional, con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland, vivon col timore di poter sembrare poveri : quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano, poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono : parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo.. Sono quelli che di sabato lavano automobili che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli, medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui assomigliano. Tiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom ! - Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom..

Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...

Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica - mani ipocrite - mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano - si scandalizzano - Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera..

 

Accendimi..
( Di Gesu' )

Sono lo specchio alla cui immagine vorresti assomigliare, il vaso di Pandora che vorresti scoperchiare per entrarci dentro e restarvici rinchiuso, lontano da quel mondo in cui ti senti intruso ed invisibile. Dentro a un' automobile, fermo in un ingorgo ad uno svincolo, il tuo sguardo immobile appoggiato sopra al finestrino col calore oscilla ed un perfetto estraneo che manco t'assomiglia t'osserva : vuoto, occhi vuoti come fuochi spenti, la faccia di chi proprio non ha niente da dirti o da darti ti sfiora facendoti paura... ma è solo la tua immagine nel tuo retrovisore... Click ! Pigiami il grilletto, per favore, ti proporrò un affare irrinunciabile : un biglietto sola andata di vacanza dalla tua coscienza, non ti sembra irresistibile ? Pensa... Anzi lascia fare a me che me la cavo meglio, i cervelli li maneggio come voglio (è il mio ramo) : io li squaglio e li modello coi miei pollici e loro alzano gli indici e poi ricominciamo. E già lo sai che con la pulsantiera in mano anche stasera avrai il potere di disporre tutti i cari a forma di famiglia vera, ti metterò a tacere l'alveare che c'hai in testa, e se sarai sincero e non farai più resistenza saprò ricompensarti, quindi adesso siediti ed ascolta attentamente quel che voglio dirti : non sono mica ordini, son solo dei consigli... Ed ora guarda un po' chi vive meglio...

Ti dico quel che vuoi, ti mostro come sei : accendimi la bocca e ti vedrai nel mondo nella scatola e vivere una favola potrai se resterai a casa senza uscire mai...

Sentito ? Non ho finito : sono pratica e indolore ed il mio smercio è consentito, la dose media è libera, come la mia voce che è fatta di colori ed è per questo che ti piace! Io ti parlo agli occhi e tu rispondi spalancandoli, come fa un bambino quando tocca una girandola che gira di continuo : 24 ore al giorno tutto l'anno, e non ti prendo in giro, sono gli altri che lo fanno! Sondo i tuoi pensieri più nascosti, rovisto fra i tuoi gusti a caccia di emozioni da sottrarti e riproporti in massicce razioni di finzione interpretata da doppioni ossigenati con la faccia di cartone. Sipario ! Piazzisti ad ogni orario, maitresses ingioiellate con le protesi mammarie, gobbi, nati stanchi, soubrettine-coscia-lunga-pronte-all'-uso, opinionisti bianchi, rossi, neri e verdi, in tutte le nuances che fan pendent con la poltrona in voga, quattordicenni qua e là come lattuga, case in cui c'è sempre festa, piazze in cartapesta, l'ospite che alza più gli ascolti resta, minigonne, Madonne emostatiche e non a profusione, e in una apoteosi il Cupolone - combinazione.. - e ti do pure un posto fisso alle partite di pallone... Reclame !

Sangue ? La mia specialità, te ne faccio veder fiumi : facevo il Colosseo un paio di millenni fa. Intere o a pezzi incluse le frattaglie spaccio storie d'ogni sorta, complete di dettagli e figli morti, contorti psicodrammi esistenziali e passioni turbolente, torbide ossessioni con amanti, parenti, Isso, Essa e o' Malamente, tutti insieme a vendicarsi, ma appassionatamente. Mostro i visceri e miscelo cronaca e spettacolo, impasto e servo caldo - ..è pronto a tavola... - Come uno stormo di avvoltoi sulla carogna il mio pubblico s'affolla : e proprio come ai tempi di Caligola mi basta dare all'occhio la sua parte per darti l'illusione che tutto vada bene, anzi benone se non meglio : ti voglio bene proprio come a un figlio, componi questo numero e ti riempio il portafolgli ! E se ti senti solo chiamami, se vuoi confessati, t'ascolterò ad orecchie tese per meglio comprenderti ed assolverti, invitandoti nel mio salotto buono ed incantandoti, quasi come un disco sullo stesso suono.. Dai, regalami quel cruccio che ti porti chiuso in petto tutto il giorno, la notte a letto con il buio intorno aspetti l'occasione adatta a far sentire la tua voce nel tuo quotidiano inferno. E quello che mi piace è che mi ascolti pure se ti parlo con la faccia di chi t'assomiglia, che non è certo bella ma è sincera. Le storie sono paccottiglia rosa, gialla e nera : un po' Cronaca Vera un poco Gente io non ti dico niente, però te lo ripeto lentamente, con tono dissuadente t'arravoglio in un imbroglio e non ne scappi più e cedi in blocco la tua identità alla tv. Seguimi, fermati, girati, adesso togliti la benda e osservami : fa attenzione perché ora sei target davanti al mio plotone, e l'hai voluto quel tuo posto in prima fila, coglione...

 

Giù Le Mani Da Caino
( Di Gesu' )

Una voce poco fa ha definito la giustizia come "legge applicata per vendetta" e se è quella del popolo è di Dio ed io la fischio dal loggione come stecca, perché di 'sto tenore non si può contrabbandare per parola del Signore. Punto. M'iro e faccio fuoco e fiamme se mi guardo in giro : togliere il respiro a un uomo chiuso in una cella è solamente un assassinio che cela il suo mandante nel diritto e complica il delitto circondandosi di complici che ammaccano il grilletto stando zitti, cui garantisce un alibi da vittime, costrette a uccidere per auto-difesa e usate come pesi sopra al piatto dell'accusa. Ma il gioco, lo conosco, è da villani, e puoi pure strofinartele per mesi, le tue mani restan sporche, come le coscienze di chi ancora ti sostiene mentre erigi forche come fossero altalene e poi ci appendi le persone, le lasci penzolare come stracci stesi al sole, le asfissi in una stanza, o gli inietti una sostanza dentro al cuore, o glielo fai scoppiare da un plotone.. La carne ai ferri è la tua vera religione e cerchi un capro nero, lo pascoli in un cimitero e poi lo immoli su un altare in remissione dei peccati, ma di lui non hai memoria, perché è solo un altro morto della storia...

Tieni giù le mani da Caino : sangue chiama sangue e tu rispondi al suo richiamo, predichi giustizia e poi razzoli nel crimine, arbitro venduto che dispone della vita di un suo simile....

Le favole che ti raccontano fin da bambino ti deformano, t'illudi d'essere infallibile perché fai numero, ma non t'accorgi che la tua opinione la raccolgono soltanto quando ai vertici fa comodo. Muovono la tua coscienza sopra a una scacchiera, pedina bianca tu difendi una regina nera che divora vite umane in ogni direzione mentre tu chiudi gli occhi ed apri la bocca come il pescecane.. Bruci ossigeno vitale per me e per te dicendo cose che non stanno in piedi neanche se le impali, ripeti formule contraddittorie sempre uguali fin dai tempi di Mosé.. In più ritieni il computo di occhi, denti, mani e piedi dispari, carcere ed ergastoli non bastano, non ti soddisfano : vorresti morto ogni fottuto criminale, da additare come esempio da evitare... Ma ancora non è nato il delinquente che veda nella pena della morte un deterrente e spesso capita di fare fuori un innocente come niente, e questo me lo chiami "un incidente" ? Boia dal cappuccio trasparente vivi nell'anonimato, immune dal peccato, signore incontrastato della tua mediocrità, orfano del dubbio, testa nella sabbia : vittima della tua stessa rabbia....

 

Il Beat Come Anestetico
( Ruocco - Puzzo - Di Gesu' )

C'ho l'umore che fa il bunjee dallo stomaco alla gola e ritorno, cerco un punto da osservare e resto fermo, come Han Solo nel mio blocco di grafite aspetto la salvezza, combattendo una pigrizia travestita da stanchezza mi ritrovo a far la spola tra la tele e il frigo... Come un automa non dirigo i passi, ma se me lo dico scopro che posso ancora controllarmi, ma per poco e corro il rischio di bloccarmi. L'estate sta iniziando, un anno se ne va e son già grande, ho superato il quarto un anno fa e porto ancora i segni addosso : volavo come un fesso in galleria quando un guard-rail m'ha dato un morso e così sia... La sfida è aperta e il tempo è il giudice imparziale, la posta in gioco aumenta quando giochi male e qui non c'è Mike Bongiorno a darti un premio quando azzecchi le parole, ma scopri che puoi stare bene uguale. E se la mente vuole già lo sai la lingua che può fare, magari anche il solletico... E se la testa dopo un pò fa male c'ho il rimedio pronto ed uso il beat come anestetico.

Col beat in circolo - miracolo ! - supero ogni ostacolo di slancio, nel mio abitacolo sfreccio avanti al gruppo come Fangio e non mi puoi fermare : scarto gli assi e faccio yathzee tutto in tre manovre, sta a guardare... Hai visto, o eri distratto dalla punta del tuo naso che si muove più di te, povero illuso : ti menti e cerchi scuse alla tua stasi insana, e te le inventi se non te ne viene in mente neanche una buona. Tu senti come suona il beat ma non lo ascolti mai, ti credi la persona che non sei : fatti tuoi e di chi ti sta accanto, finchè puoi dare prendi e per me non duri tanto... Ti offendi ? Scusa, ma sei un amico e con gli amici non si abusa se non a fin di bene, quindi muovi il culo e la mente lo accompagnerà, o sta sicuro di restare solo, anzi a metà, diviso dalla tua vera essenza da uno specchio che più parlo e più s'appanna... L'apparenza inganna e il tempo che tu passi a contemplarla non torna, l'hai perso.. Eri troppo preso dal sound-check del tuo complesso e lui è passato, t'avevo avvertito e non mi hai ascoltato, ma almeno un passo è fatto e se brucia la sconfitta fanne un altro e segui il beat...

Usando il beat frammento il tempo, lui dice che è continuo e io lo quantizzo, e se sto preso bene lo rallento : lo analizzo mentre vola e riguardo alla moviola quel che è stato - è dai tempi della scuola che ho capito che l'avrei domato. Lo spacco in quarti, poi lo rimonto, è come il Lego : più pezzi ho più sono allegro. Ma già lo so che questo gioco prima o dopo finisce, e il tempo tira avanti e non capisce : lui si espande come un buco nero tanto grande da inghiottirti vivo se non ci stai attento, e più si accumula più è tardi e se adesso non mi sbrigo corro il rischio di cascarci dentro, ora mi spiego : rimando, non mi alleno e aspetto il giorno della gara con le mani in mano.. e in tasca c'ho la testa che mi pulsa di un dolore isterico ed uso il beat come anestetico...

 

La Cattura
( Di Gesu' )

Sono solo, braccato come un cane e non mi muovo, se abbaio muoio... Serro i denti e resto prono mentre il suono dell'angoscia sale e mi fa male : sottile come un tacco a spillo mi buca il cuore e sanguino lacrime che urlano come megafoni che non si fermano e violentano il buio che mi benda, un buio morbido, simile a una tenda di meduse che mi accarezza il viso come un frullo d'ali... Percepisco sguardi ostili di animali affamati di terrore che mi scrutano, dalle nebbie dei ricordi ritornano e mi azzannano l'anima in un sadico gioco ed io divento topo in una muta di gatti... Nudo, come un coleottero in cima a una forchetta aspetto ma il boia non ha fretta e intanto affila l'ascia, con l'angoscia che mi tiene stretto a sé come una mantide gelosa del suo pasto, che mi congela il sudore in gocce d'alabastro incastonate nella fronte, che s'insinuano dentro di me, profondamente, come schegge di parossismo irrazionale e non c'è legge che mi possa governare perché sto a impazzire...

Come un ossesso oscillo il capo lentamente, da parte a parte, come gli orsi negli zoo e in un delirio io mi sento soffocare... L'adrenalina sale in un flash e spalanco le ganasce in un grido silenzioso, e l'angoscia di colpo si mette a riposo perché c'è la morte, di cuoio, con una frusta... Ingoio la saliva e me la gusto... E se questa dunque deve esser la mia ora dico : prego, dopo di lei Signora...

 

Autodafè
( Ruocco - Puzzo - Di Gesu' )

Prendo le distanze da me perché non voglio avere niente a cui spartire con me, da condividere con chi come me non fa nulla per correggersi : sono il mio nemico, il più acerrimo. Carceriere di me stesso con la chiave in tasca invoco libertà ma per adesso so che questa cella resterà sprangata a triplice mandata dall' interno : sono l'anima dannata messa a guardia del mio inferno. Reprimo ogni possibile "me", inflessibile, inarrestabile nel mio restare fermo immobile, segno i giorni scorrere sul calendario, faccio la vittima, il mandante ed il sicario.. Sono l'Uomo Nero che turbava i sogni quando li facevo, credevo di esser libero ma non mi conoscevo come adesso ed ego non mi absolvo neanche quando mi confesso dei peccati che ho commesso - e guido un autodafè - In cattiva compagnia soprattutto se sto solo, negativo come i G in una picchiata, prendo il volo, salgo, stallo e aspetto il peggio, che non sta nella caduta ma nell'atterraggio come dice Hubert. Malato immaginario più di quello di Molière, sono il mio gregario e mi comporto da Salieri e non chiedermi il perché, che come il Tethered quando perdo il filo poi non mi puoi più riprendere..

Caro amico non ti scrivo, non ti cerco e non ti chiamo mai, batti un colpo se ci sei e se stai ascoltandomi, strappami da questo mio torpore atarassico, mi son perso dentro un parco che è giurassico e non trovo vie d'uscita : vieni a prendermi o precipito, scivolo come Maximillian verso il buco nero del fastidio : nel tedio per me non c'è rimedio e me ne accorgo perché sono sotto assedio mentre tu mi fai l'embargo. Critico, m'arrampico su cattedre che non mi spettano e mi accorgo solo dopo un attimo che esagero : ma come al solito il danno fatto è irreparabile, la storia è irreversibile, la mia memoria è labile e lavabile.. Abito quest'ombra con contratto ad equo-canone pagando la pigione all'abitudine e prendendo l'eccezione come regola di vita : sto di casa a pianterreno e gioco a fare lo stilita.. Vago, divago, come il dr. Zivago io mi sbraccio e non mi vedi, cerco mani e spesso trovo piedi, cerco fumi e trovo lumi che mi bruciano, ed io so bene che le cicatrici restano. Carta, penna e poco più per stare a galla, nella testa il mio pensiero è come un ragno in una bolla : seduto in riva al fiume aspetta di veder passare il mio cadavere.. pazientemente...

 

Cali Di Tensione
( Ruocco - Ferretti - Di Gesu' )

Mi votu e m'arrivotu int'a stu lettu e m'arrovello, ripenso a quel che ho fatto e non so se sia brutto o bello, ma poco importa : quel ch'è stato è stato ed è già da un pò che ho aperto questa porta. Vado avanti e rifletto sul da farsi, magari sarà meglio - può darsi - sto attento ai passi falsi come un muratore in bilico in cima ad un' impalcatura in rima edifico su un beat malefico che fa paura e affascina, come soltanto una sirena è capace e se quello che ora senti un pò ti piace vorrà dire che il sapore è stuzzicante, che al primo assaggio la pietanza appare succulenta ed invitante, ed è solo una porzione, la panna in cui s'intinge il dito, il biscottino a colazione : buon appetito a chi rimane a cena, la cucina è casereccia, nutriente e sana.. Pane e salciccia, dù costiciole e un pò di vino, questa è la miccia che ti fa scoppiare in stile tiberino schietto. Né falso né cortese, il mio stile è questo : zero pretese.. E come dice Mario Brega "...po' esse fero o pò esse piuma.." e stasera sarà entrambi, come sulla luna. E se non credi a quel che dico skippa, altrimenti resta e senti l'Energia come reppa...

Questa sera l'input manca e la mano è stanca, pesa sopra al foglio bianco come un sasso su uno stagno e intanto sogno, scavo solchi nel vuoto e li inondo di colore e disegno il percorso che fa il tempo come un ragno tessitore e ho bisogno della trama - Mamma ! - quest'onda non so dove può arrivare, quindi smamma ! Ragazzino fammi lavorare : non ho tempo da perderti appresso adesso, un altro giorno fa lo stesso.. Quindi batti i tacchi 3 volte e torna a casa a Kansas City, Uotsnelamostarda : ma il crumiro c'ha più stile e regna solo nel segno di Zoro unito in nazione - yo ! represent .. - ma non c'è bisogno d'elezioni, e non c'è zulucrazia che tenga ma il rispetto basta, e non conta quanto uno sia capace di andare bene in frista se ha la testa piena d'acqua fresca : chi pantomimo era pantomimo resta. E te lo dice l'uomo senza metodo, non ho i canini in platino ma se ho bisogno mordo, affondo e lascio il segno per ricordo : un Souvenir d'Energie per quando torni nel tuo mondo, mon ami...

Dallo Zucchero ai Cipressi passando dal Fomento l'hip-hop è come un colle oscuro che domina una valle nella quale il Molleggiato sbraita, e in cima ha una taverna piuttosto che una baita, dove si riunisce tutta la famiglia a far caciara fino all'alba, e chi va sotto sta sicuro non si salva più. E naufragar m'è dolce in questo groove dei tempi andati, scovato in mezzo ai solchi impolverati, tagliato e looppato storto come un ulivo secolare, che nonostante gli anni fa saltare - ..nessuno mi può giudicare.. - e questo è quanto : faccio quel che faccio e non mi vanto e me la canto. E un pò come le Addas c'ho una banda in più sul palco, e non essere invidioso se mi vedi sopra al rotocalco, oppure in video, alla tv, perché quello è solo business e nulla più. Il successo è come l'acqua, che prima ti disseta e poi t'annega e c'è chi ci va a rota manco fosse droga e c'ha le crisi d'astinenza da copertina patinata e pur di vender tanto fa dei dischi che son merda pressata, che a quanto pare piace, e andrebbe messo dentro per circonvenzione d'incapace.. e se questa è soltanto aria fritta ora parla la base e l'Energia resta zitta...

 

Fili
( Di Gesu' )

Sono fili che ci reggono, fili che ci strangolano e come ragnatele corrono fra te e me. Sono fili che sostengono parole in equilibrio instabile, come tante ballerine tra le nuvole. Fili elastici ci uniscono e più ci allontaniamo più ci attraggono, elettroni intorno a un nucleo s'incrociano soltanto per un attimo e con un fil di voce si sussurrano qualcosa e poi ripartono. Fili della tela di Penelope tessuti e poi disfatti io e te, distanti come i capi di una corda che le nostre dita pizzicano e vibra come un organo di note silenziose ad ogni battito.. Tic..Tac.. Oscilliamo come un pendolo.. Burattini appesi a fili che le nostre mani tirano, che si annodano e a volte sfuggono.. Fili d'erba calpestati che a fatica si rialzano..

Due gradi verso l'alto, due a sinistra e in mezzo fili troppo tesi, fili di discorsi persi e poi ripresi senza mai venirne a capo, fili rosso cupo che ricamano indecifrabili messaggi in codice. Fili che riunisci in tracce che io adoro scioglierti, che legano i tuoi polsi docili a ricordi semplici. Fili d'oro tracciano parabole nel buio dell'estate dando ai desideri un'anima.. E tu diventi musica, suoni in metrica, armonia ipnotica : stregato da te che sei la mela della favola. Perduti nello stesso dedalo facciamo su un gomitolo ma il filo che inseguiamo è il medesimo. E un giorno taglieremo insieme il filo del traguardo e resteremo finalmente senza fili tra di noi... Guinzagli d'aquiloni insofferenti che strattonano per liberarsi e perdersi e rincorrersi nel vento...

 

 

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