SPROLOQUIO N. 2
di CrazyGroucho
Sono in classe. E’ la prima volta che scrivo qualcosa quando sono in questo luogo, questo cazzo di luogo pieno di persone. La loro presenza a volte mi è indifferente, non lascia nessun segno, niente di degno a smuovere i miei peli. A volte. Io voglio bene, voglio bene a loro, come si fa a non volerlo? la mia indifferenza è dolce conferma di questo. Questo non viene compreso, è un concetto appesantito… pesante dei miei bollenti deliri, delle mie testarde convinzioni. Inutile spiegarlo, pure loro sono testardi, delle teste pazze, in fermento acido. Siamo tutti pazzi come me, me che è come tutti, ovviamente. Il mondo è pieno di equilibrio, ma io sono un pazzo del cazzo e dico solo squilibri, in questo mondo di falso equilibrio. L’equilibrio è una meta utopica, qualcosa da mettere nei libri di Orwell o di Bradbury o di Huxley, Huxley che non ho mai letto. Grandi geni, grandi geni pazzi appunto, appunto perché lo squilibrio parla dell’equilibrio, che paradosso felice e curioso!
La pazzia parla malinconicamente del suo opposto, ma i pazzi sono felici e questa malinconia è pura retorica, puro artificio sociale, di circostanza.
Sulla pazzia c’è tanto da dire ma io non conosco quel tanto, mi sono esaurito in fretta. Che cazzo!